Per una clausola di salvaguardia da ottobre l’aliquota Iva è passata dal 21 al 22%. Si tratta, in buona sostanza, di una norma che sposta in avanti nel tempo un’azione di governo, come l’incremento di una tassa, nel caso in cui un’altra azione di governo, come un taglio della spesa, non vada a buon fine. Ma se la stessa clausola scattasse nel caso della Legge di stabilità, 2 miliardi di nuovi aggravi fiscali potrebbero pesare già sulle tasche dei contribuenti nell’anno d’imposta 2013. Le prime due batoste fiscali potrebbero scattare entro il 30 novembre. Se il pagamento dei vecchi debiti della pubblica amministrazione non avrà garantito maggiori entrate Iva per oltre 900 milioni e se la sanatoria del contenzioso erariale con la Corte dei conti non avrà fruttato altri 600 milioni, basterà un decreto del ministero dell’Economia per coprire le minori entrate con un aumento delle accise e degli acconti Ires e Irap, attualmente in scadenza il prossimo 2 dicembre. A rischio anche le detrazioni fiscali, che potrebbero subire un taglio al 19%, se entro il prossimo 31 gennaio non sarà effettuato un riordino mirato, che garantisca almeno 488,4 milioni di maggiori entrate per lo Stato.
Legge di stabilità: rischio stangata da 2 miliardi
La clausola di salvaguardia mette a rischio la legge di stabilità: 2 miliardi di nuovi aggravi fiscali potrebbero ricadere sui contribuenti.
A cura di “La Redazione”
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