Il 16 dicembre è l’ultimo giorno utile per pagare il saldo relativo all’IMU e alla tasi (il Governo nel frattempo ha annunciato la cancellazione delle tasse sulla prima casa dal prossimo anno, da decidere nella Legge di Stabilità 2016), ma i contribuenti dovranno fare i conti anche un’altra scadenza, quella relativa alla tari, la tassa sui rifiuti. Ogni Comune decide autonomamente le scadenze della tassa, inviando direttamente a casa dei contribuenti i bollettini precompilati.
Così ad esempio a Milano il Comune ha deciso che le scadenze della Tari sono per la prima rata il 31 luglio scorso e per la seconda il prossimo 31 ottobre, lasciando comunque la possibilità di pagare in un’unica soluzione entro il 30 settembre 2015.
A Roma, la giunta capitolina ha suddiviso il pagamento in due semestri: 1° gennaio – 30 giugno e 1° luglio – 31 dicembre, mentre a Palermo la prima rata della Tari dovuta per il 2015 è scaduta il 30 aprile, mentre il saldo dovrà essere versato entro il 31 ottobre.
Dovuta da chiunque detenga o occupi a qualsiasi titolo un immobile, la Tari si calcola sulla superficie calpestabile considerata al netto dei muri interni, pilastri e muri perimetrali. Nel caso di detenzione temporanea che non superi i 6 mesi nel corso dello stesso anno solare, si pensi ad esempio alla casa vacanza, la Tari è dovuta solo dal proprietario dell’immobile. Anche se l’immobile non è abitato ma all’interno sono presenti arredi oppure è stata attivata anche una sola delle utenze pubbliche come luce, gas, acqua o linea telefonica, la tassa è comunque dovuta.
Inoltre ogni Comune può decidere di applicare sconti od esenzioni che tengono conto del reddito della famiglia, della situazione di disagio fisico in cui versa il proprietario dell’immobile o della presenza di figli. Per sapere se si rientra in ipotesi di riduzione o esenzione dal pagamento della Tari basta leggere il regolamento relativo che ogni Comune pubblica on line sul sito istituzionale.