La tasi sulla prima casa dal prossimo anno potrebbe essere abolita. Dopo il rinvio al 2016 dell’introduzione della tassa unica sugli immobili, la local tax che dovrebbe accorpare imu, Tasi e tari, arriva l’annuncio di un possibile stop della tassazione sulla prima casa e considerato che attualmente sull’immobile adibito ad abitazione principale non si paga l’IMU (solo se l’immobile però non sia di lusso, quindi rientrante nelle categorie catastali A1, A8 e A9), lo stop alla tassa sulla prima casa significherebbe nei fatti abolire la Tasi.
Il tributo comunale sui servizi indivisibili quali la manutenzione delle strade e del verde pubblico, l’illuminazione pubblica e altri servizi locali, è stato introdotto con l’entrata in vigore della iuc, acronimo di Imposta Unica Comunale, un tributo a tre componenti: IMU, Tasi e Tari. Se ha la stessa base imponibile dell’IMU (rendita catastale rivalutata al 5% e moltiplicata per i coefficienti fissi stabiliti dalla legge), tuttavia a differenza dell’imposta municipale sugli immobili, la Tasi deve essere pagata tanto dal proprietario della casa quanto dal detentore, ossia l’inquilino. Con il possibile stop alla Tasi sulla prima casa potrebbero quindi cambiare nuovamente le regole sulla tassazione degli immobili e quindi un alleggerimento del carico fiscale per chi possiede immobili e per chi vive in affitto che a conti fatti, secondo una simulazione effettuata dal Servizio Politiche Territoriali della UIL, consentirebbe un risparmio medio di 200 euro a famiglia, con punte di 403 euro a Torino, 391 a Roma e 300 euro a Milano. Ma per abolire dal 2016 il tributo comunale occorre un’adeguata copertura finanziaria. Dove reperire le risorse necessarie? Si ipotizza un inasprimento delle imposte di successione con una riduzione della franchigia sull’eredità del coniuge e dei parenti in linea retta che allo stato attuale non pagano l’imposta di successione per valori fino ad 1 milione di euro. Ma tutto è rinviato alla prossima Legge di Stabilità 2016.