Bonus pompe di calore 2025

Per l'acquisto e l'installazione delle pompe di calore, sono previste alcune detrazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi o l'incentivo del Conto Termico.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 14/04/2025Aggiornato il 14/04/2025
Pompa di calore Vaillant systemHYBRID

Per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, la tecnologia delle pompe di calore sfrutta l’energia termica proveniente da fonti rinnovabili esterne come l’aria, l’acqua e il sottosuolo e rende confortevole l’ambiente domestico.

L’acquisto e installazione di pompe di calore permette inoltre, rispettando precise condizioni, di ottenere le agevolazioni fiscali. Si parla spesso di bonus pompe di calore anche se in verità non esiste un bonus ad hoc quanto piuttosto una serie di detrazioni fiscali, tra loro alternative, che si possono ottenere, direttamente nella denuncia dei redditi, per le spese relative alla pompa di calore.

Prima di indicarle, è bene però precisare che cosa sono le pompe di calore e a cosa servono.  

Pompa di calore: che cosa sono

L’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, definisce la pompa di calore come una macchina efficiente che consente di trasferire del calore da un corpo a bassa temperatura (sorgente fredda) ad un corpo a temperatura maggiore (sorgente calda).

Le pompe di calore maggiormente diffuse sono alimentate elettricamente e utilizzano come sorgente fredda l’aria. Il vantaggio nell’uso della pompa di calore elettrica a compressione deriva dalla sua capacità di fornire più energia (calore) di quella elettrica impiegata per il suo funzionamento in quanto estrae calore dall’ambiente esterno (aria-acqua-terreno).

L’efficienza di una pompa di calore è misurata dal coefficiente di prestazione “C.O.P.”, che è il rapporto tra energia fornita (calore ceduto al mezzo da riscaldare) ed energia elettrica consumata. Il C.O.P. è variabile a seconda del tipo di pompa di calore e delle condizioni di funzionamento: se si ipotizza un COP=3, vuol dire che per 1 kWh di energia elettrica consumato la PDC fornirà 3 kWh di energia termica prodotta.

L’applicazione della pompa di calore alla climatizzazione ambientale (riscaldamento e raffrescamento), dice l’Enea, è l’applicazione più conveniente poiché comporta un minor tempo di ammortamento del costo dell’impianto rispetto a un suo utilizzo per il solo riscaldamento

Gli interventi di installazione di pompe di calore destinate alla climatizzazione invernale sono ammessi agli incentivi fiscali, il cui quadro è cambiato dal 2025 con l’ultima Legge di Bilancio.

Ecobonus per le pompe di calore 

Per la sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con impianto dotati di caldaie a condensazione o pompe di calore ad alta efficienza si può fruire dell’ecobonus. Fino al 31 dicembre 2025, l’ecobonus ha aliquota al 50% se i lavori sono realizzati sull’abitazione principale e al 36% per le seconde, terze case e così via, fino al 31 dicembre 2025. Nel 2026 e 2027 l’agevolazione scenderà ancora al 36% per la prima casa e al 30 per cento per gli altri immobili diversi dall’abitazione principale.

Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, data che coincide con il giorno del collaudo, occorre trasmettere telematicamente all’Enea la copia dell’attestato di certificazione o di qualificazione energetica e la scheda informativa, relativa agli interventi realizzati, tutti documenti che devono essere rilasciati da tecnici abilitati. È necessaria inoltre l’asseverazione di un tecnico abilitato che dimostri il rispetto dei requisiti di prestazione energetica dell’intervento, asseverazione che può essere sostituita anche dalla certificazione del produttore. Per avere l’ecobonus pompe di calore inoltre, è necessario effettuare i pagamenti con il bonifico bancario o postale parlante da cui risulti:

  • la causale del versamento,
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • la partita Iva della ditta che ha eseguito l’intervento.

Sul bonifico banche e poste operano una ritenuta a titolo d’acconto dell’11%. Il bonus pompe di calore si ottiene nella dichiarazione dei redditi (730 o Unico) in cui dovranno essere inseriti i dati relativi all’immobile, al tipo di intervento e alla spesa sostenuta, e la detrazione verrà ripartita in 10 anni.  

Bonus pompe di calore con ristrutturazione

L’installazione di pompe di calore nella funzione di riscaldamento invernale permette di avere la detrazione per la ristrutturazione edilizia.  Per avere l’agevolazione occorre anche in questo caso che la pompa di calore sia reversibile e permetta il condizionamento estivo. Quindi, in caso di installazione di un nuovo condizionatore o di sua sostituzione abbinata ad una ristrutturazione edile, si può fruire del bonus ristrutturazione. 

L’installazione di una pompa di calore, se associata a lavori di manutenzione straordinaria o restauro quindi, rientra tra gli interventi che potranno beneficiare del Bonus ristrutturazione. Il nuovo impianto deve essere a pompa di calore, anche non ad alta efficienza, purché consenta un risparmio energetico.

Fino al 31 dicembre 2025 la detrazione fiscale per la ristrutturazione è al 50% fino al 31 dicembre 2025 solo per la prima casa, con tetto di spesa di 96.000 euro ad unità immobiliare. Nel 2026 e 2027 la detrazione scende al 36%. Per le altre abitazioni diverse dall’abitazione principale, l’aliquota è al 36% dal 1° gennaio 2025, mentre nel 2026 e 2027 calerà del 30%.

Dal 2028 il bonus ristrutturazione avrà un’aliquota del 30% e il tetto di spesa scenderà a 48mila euro per unità immobiliaresenza distinzione tra prima, seconda o terza casa. Come per tutti gli altri bonus, per beneficiare della detrazione occorre effettuare il pagamento mediante bonifico bancario o postale in cui sia indicata la causale del versamento, con riferimento alla norma, il codice fiscale di chi paga e il codice fiscale o la partita IVA del beneficiario del pagamento (l’installatore). Anche in questo caso, entro 90 dalla fine dei lavori, occorre trasmettere ad ENEA i dati della macchina relativamente al funzionamento come pompa di calore attraverso il sito dedicato.

Bonus pompe di calore: come averlo comprando i mobili nuovi?

Connesso alla ristrutturazione, il Bonus Mobili, la detrazione Irpef al 50% per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori), permette a precise condizioni di ottenere anche il bonus pompe di calore.

Tra i beni che è possibile acquistare con il bonus mobili difatti rientrano i grandi elettrodomestici, tra  cui oltre a frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, anche gli apparecchi per il condizionamento.

La detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per il 2025, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.

Pompe di calore con il Superbonus?

Negli anni passati, la sostituzione di un climatizzatore poteva godere a determinate condizioni del Superbonus la maxi agevolazione prevista nel caso si eseguano interventi definiti trainanti come il cappotto termico. A questi si potevano agganciare interventi minori, come la pompa di calore appunto. Oggi il Superbonus per come è stato concepito non esiste più.

Fino al 31 dicembre 2025 solo i condomìni, compresi quelli che vivono in condomini minimi di due o quattro unità, e le Onlus, possono avere il Superbonus ma con aliquota al 65% e solo per i lavori già avviati entro il 15 ottobre del 2024.

Conto termico per le pompe di calore

Infine, l’acquisto di climatizzatori a pompa di calore con determinate prestazioni energetiche, che devono essere installati in sostituzione di un impianto di riscaldamento preesistente, permette di ottenere, in alternativa alle classiche detrazioni fiscali, il contributo del Conto termico.

Si tratta di un incentivo, corrisposto nella forma di rate annuali costanti accreditate direttamente su conto corrente della durata compresa tra 2 e 5 anni, a seconda della tipologia di intervento e della sua dimensione, oppure in un’unica soluzione, nel caso in cui l’ammontare dell’incentivo non superi i 5.000 euro. L’ente preposto per l’erogazione del Conto Termico è il GSE (Gestore dei servizi energetici): i privati possono inviare la richiesta, solo a lavori conclusi, per via telematica attraverso l’apposita sezione del Portaltermico.

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