Ecobonus, sismabonus e superbonus al 110% sono incentivi fiscali che permettono la riqualificazione del patrimonio edilizio e producono numerosi benefici che strizzano l’occhio all’ambiente e al portafoglio. Da una parte infatti, realizzando tali interventi, si abbatte il fabbisogno energetico nei condomini nell’ordine del 43%, a cui si aggiunge un risparmio energetico del 34% e quello di emissioni CO2 del 35%. Dall’altra parte invece si ottiene una riduzione media della spesa a carico del condominio del 70% con il Superbonus.
Queste le percentuali che emergono da un’analisi condotta dall’Ufficio Studi Gabetti, insieme a Gabetti Lab, che basandosi su un campione di condomini che hanno contrattualizzato interventi di riqualificazione energetica usufruendo dei vantaggi fiscali dell’Ecobonus, dimostra come accanto alla convenienza economica per i privati che usufruiscono dell’incentivo (ritorno dell’investimento iniziale, minor fabbisogno energetico con risparmio sulla bolletta), si segnala l’impatto sulla collettività in termini di una miglior qualità dell’aria.
Quanto si risparmia in termini energetici
Partendo dai vantaggi in termini ambientali, considerando un campione di 463 unità immobiliari, su cui sono stati eseguiti interventi di riqualificazione energetica, la ricerca mette in luce come il fabbisogno energetico medio di partenza è risultato di 122,8 KWh/mq/anno, mentre quello di arrivo di 66,76 KWh/mq/anno, con un abbattimento del fabbisogno medio del 43%.
Buoni i risultati raggiunti anche in termini di risparmio energetico e salto di classe energetica medi per le 463 unità immobiliari del campione. Grazie all’analisi dell’Attestato di prestazione energetica (APE) si è calcolato difatti che il salto di classe medio è di 2,6 punti, mentre la percentuale di risparmio energetico medio è del 34%. Infine l’analisi ha messo in luce come la percentuale di risparmio medio di emissioni CO2, per le 463 unità immobiliari del campione, è circa del 35%.
Quanto è migliorata dopo l’intervento di efficientamento energetico la capacità dell’involucro edilizio nell’isolare l’ambiente interno da quello esterno e contenere la dispersione di calore? Questa la domanda che si è posta la ricerca evidenziando che la percentuale di abbattimento della trasmittanza termica stimato, per un campione di oltre 1.000 unità immobiliari, è tra l’81 e l’84% per le strutture opache orizzontali, verticali e inclinate, mentre per i serramenti la percentuale si aggira intorno al 53%.
Quanto si risparmia in termini economici
Ma non solo risparmi energetici. L’analisi dell’Ufficio studi di Gabetti si sofferma anche sui risparmi economici derivanti dalle agevolazioni fiscali, dimostrando in primis quanto più vantaggioso risulti il nuovo Superbonus al 110% rispetto all’Ecobonus*. Partendo dai valori economici relativi al costo totale dell’intervento, al credito d’imposta cedibile e al residuo a carico del condominio, è stata fatta un simulazione applicando i parametri economici previsti dal Superbonus 110%.
Così al costo totale degli interventi in Ecobonus per ognuno dei 17 condomini del campione di riferimento è stato aggiunto un 25% in più, percentuale stimata rappresentativa del numero di interventi aggiuntivi (building automation, pannelli fotovoltaici, colonnine per la ricarica elettrica, etc…) che il Superbonus consente di fare rispetto all’Ecobonus. Oltre a questo, per gli interventi che riguardano l’involucro edilizio e la sostituzione del generatore di calore, l’aliquota del 65% è stata sostituita con un’aliquota al 110%, mentre è stato confermato al 50% lo sconto fiscale della ristrutturazione edilizia. Ebbene dalle stime effettuate emerge che la percentuale a carico del condominio scenderebbe al 6%: su un totale di importo lavori pari a 15,5 Mln €, il residuo a carico del condominio passa da 3,6 milioni a 1,04, riducendosi così del 71% come si vede nella tabella seguente (Elaborazione Ufficio Studi Gabetti su dati Gabetti Lab).
La ricerca inoltre mette in luce in generale l’impatto economico dell’Ecobonus, sia in termini di volume di affari generato, ma soprattutto in termini di risparmio per le famiglie**. Per le unità immobiliari del campione di riferimento, l’ammontare del costo totale per gli interventi di riqualificazione energetica è stato di 42.675.762€, di cui il 95% (pari a 40.544.150€) hanno riguardato gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (cappotto termico) che interessano l’involucro degli edifici, mentre il 5% (pari a 2.131.612€) gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali (generatori di calore). Agli interventi di riqualificazione energetica, le unità immobiliari del campione hanno abbinato interventi di ristrutturazione edilizia non legati all’efficientamento energetico per un ammontare di 1.919.759€ (4%) del costo totale. Dunque, considerato anche il costo della ristrutturazione edilizia, il costo totale generato dal campione è di 44.595.520€.
“Nel nostro Paese circa 2 milioni di edifici, su un totale di 12 milioni, sono in uno stato conservativo pessimo o mediocre – afferma Alessandro De Biasio, Amministratore Delegato di Gabetti Lab –. Inoltre, gli edifici residenziali in classe energetica G, quindi quelli più energivori, sono circa 9-11 milioni, su uno stock complessivo di circa 12 milioni, pari al 75% (Stime Gabetti). L’avvio di un processo di ristrutturazione edilizia degli edifici, che non rispondono agli standard abitativi in termini di risparmio energetico, potrebbe determinare una notevole, positiva riduzione della CO2 e attenuare gli effetti del cambiamento climatico a cui le nostre città e i territori sono esposti. Pertanto, è necessario affrontare gli interventi di riqualificazione attraverso una politica di ampio respiro basata sui principi del consumo di suolo, della rigenerazione urbana e della mobilità sostenibile. Partendo dal presupposto, come sostenuto anche dal Decreto Rilancio, che non si tratta solo di incentivi economici, ma di un nuovo modo di vivere le nostre abitazioni e lo spazio urbano, favorendo appunto la rigenerazione dell’enorme patrimonio abitativo energicamente obsoleto. Riqualificazione che diventa essenziale per raggiungere gli obiettivi sia di sostenibilità ambientale, anche per rispondere al piano della UE sulla riduzione a lungo termine della CO2, sia di rilancio economico del comparto edile. Tra l’altro, gli incentivi lanciati dal Governo possono influire positivamente anche sul settore immobiliare, stimolando le compravendite perché non solo garantiscono un beneficio diretto all’acquirente in termini di risparmio economico, ma sposano il concetto dell’abitare sostenibile”.
*L’analisi ha considerato un campione di campione di 17 condomini per un totale di 325 unità immobiliari che hanno contrattualizzato dei progetti di riqualificazione energetica in Ecobonus 65%, ma che hanno manifestato interesse a passare al Superbonus 110%.
** Il campione analizzato è composto da 1.277 unità immobiliari, per un totale di 59 condomini.