Chiedere un prestito per acquistare i mobili

Chi volesse dare un volto nuovo alla propria casa cambiando i mobili ma non ha la liquidità necessaria per farlo, può chiedere alla banca o ad una società finanziaria un prestito per arredamento. Quali sono le caratteristiche di questo prestito personale? Come confrontare le varie offerte e scegliere quale che fa al caso proprio? Innanzi tutto, informarsi bene e... fare attenzione!

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 17/11/2016 Aggiornato il 17/11/2016
prestito per arredamento

La cucina moderna, il living più accogliente o la nuova cameretta dei bambini: sono tanti i motivi per cui si decide di dare nuovo look alla propria casa acquistando mobili nuovi per una sola stanza o per tutta l’abitazione. Se per chi ristruttura casa un aiuto a comprare mobili nuovi e grandi elettrodomestici arriva con il bonus mobili, la detrazione Irpef al 50% collegata all’agevolazione fiscale per il recupero edilizio – che vengono prorogate entrambe fino al 31 dicembre 2017 – anche per le giovani coppie, conviventi o sposate che acquistano la prima casa si parla di un altro bonus per l’acquisto in tal caso di mobili nuovi. Ma in tutti gli altri casi per chi volesse cambiare i mobili di casa e per chi invece volesse acquistarne di nuovi per arredare la casa appena acquistata e non si dispone della liquidità necessaria, una soluzione può essere quella di chiedere un prestito per arredamento. E quando si tratta di prestiti, bisogna sempre essere molto molto prudenti, informandosi sempre bene su tutto.

Comprare mobili chiedendo un prestito

Alcuni rivenditori hanno accordi con società finanziarie e propongono loro stessi ai clienti un finanziamento per l’acquisto dei mobili che permetterà loro di acquistare il nuovo salotto o la nuova cucina a rate. Si parla in tal caso di prestito finalizzato: il rivenditore ha stabilito una convenzione con un istituto finanziario erogante e propone al proprio cliente l’attivazione del prestito. Si apre un’istruttoria in cui si andrà a verificare il reddito percepito dall’acquirente visionando le sue ultime buste paga o dalla pensione. Se l’istruttoria va a buon fine, la somma di denaro viene consegnata direttamente al venditore, mentre l’acquirente rimborsa il debito secondo quanto previsto dal piano di ammortamento.

Il prestito per arredamento

Se il rivenditore non prevede la possibilità di aprire un finanziamento vi sono dei prestiti personali ad hoc che si possono chiedere in banca o presso società finanziarie. Si tratta in questo caso di un prestito per arredamento: l’acquirente a cui la banca ha concesso il prestito riceve sul proprio conto la somma richiesta, la versa al venditore per l’acquisto dell’arredamento, e rimborsa il finanziamento secondo le rate previste dal piano di ammortamento. La somma liquida che viene elargita di solito è al massimo di 30mila euro, mentre per quanto riguarda le tempistiche, il prestito viene emesso generalmente nell’arco di 5 giorni: ma questo dipende dalla banca o dalla società a cui ci si è rivolti.

I prestiti per arredamento che si chiedono alla banca o ad una società finanziaria di solito coprono, interamente o parzialmente, le spese per l’acquisto dell’arredamento di casa, di mobili nuovi ma anche usati, fino all’arredo outdoor.

Potrà accedere al prestito per arredamento chiunque sia in possesso di alcuni requisiti, stabiliti dalle banche che erogano il capitale: generalmente, occorre poter dare alcune garanzie per restituire la somma erogata, prima fra tutte la sussistenza di un contratto di lavoro – a tempo determinato o indeterminato – stipulato da minimo 5 mesi e la presenza di un conto corrente postale o bancario. È sulla base del reddito percepito che la banca verifica la capacità da parte dell’acquirente di rimborsare le rate. In alcuni casi per vedersi erogato il prestito la banca può chiedere la presenza di un garante, un soggetto – di norma i genitori per i figli – che si assuma la responsabilità di garantire il regolare pagamento delle rate nel caso in cui il contraente non possa più far fronte all’impegno economico preso. Il garante rappresenta una sicurezza in più per la banca ad esempio quando l’acquirente abbia un contratto di lavoro a termine, ma non è sempre un requisito necessario alla concessione del prestito.

Come scegliere il prestito per arredamento

Oggigiorno si trovano tantissime offerte di prestito per arredamento. Come valutare quella che fa al caso proprio? Su internet si trovano molti comparatori che permettono con pochi click di individuare le offerte di prestito per arredamento più consone alle proprie esigenze. Una volta individuata quella che fa al caso proprio – per durata e importo della rata – è opportuno andare nello specifico e leggere attentamente le condizioni contrattuali proposte.

Nel contratto di prestito devono esserci alcuni elementi imprescindibili quali:

  • il tasso di interesse praticato;
  • ogni altro prezzo e condizione applicati, inclusi i maggiori oneri in caso di mora;
  • l’ammontare e le modalità del finanziamento;
  • il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate;
  • il tasso annuo effettivo globale (TAEG);
  • le eventuali garanzie richieste;
  • le eventuali coperture assicurative richieste e non incluse nel calcolo del TAEG.

Quanto costa il prestito? Occhio al TAN e TAEG

Per capire quale prestito faccia al caso proprio è importante soprattutto individuare il costo finale e quindi verificare quali sono gli interessi da pagare sul capitale – sui prestiti personali si applicano gli interessi fissi – e tutte le spese accessorie legate al prestito come le spese di apertura e di chiusura della pratica, le spese di istruttoria, i costi della polizza assicurativa, eventuali commissioni bancarie e quant’altro indicato nel contratto. Per capire quanto costerà a conti fatti il prestito occorre guardare a due elementi: il Tasso Annuo Nominale (TAN) e il Tasso Annuo Effettivo Globale d’interesse (TAEG). Il TAN è il tasso di interesse puro che si applica a un finanziamento e rappresenta l’interesse annuo calcolato sul prestito, cioè la somma in più che va riconosciuta al finanziatore per l’importo erogato. Il TAN viene utilizzato per calcolare, a partire dall’ammontare finanziato e dalla durata del prestito, la quota interesse che il debitore dovrà corrispondere al finanziatore e che, sommata alla quota capitale, andrà a determinare la rata di rimborso. Nel computo del TAN non entrano oneri accessori quali provvigioni, spese e imposte.

Per valutare il costo globale del prestito bisogna considerare il TAEG (Tasso annuo effettivo globale), un tasso virtuale che rappresenta in maniera completa il costo totale di un prestito: non viene usato per calcolare le rate ma è una cifra che serve a dichiarare il costo globale del finanziamento ed è per questo motivo che è ideale per confrontare prestiti. Il TAEG infatti comprende gli oneri accessori quali spese di istruttoria, spese di apertura pratica, spese di incasso delle rate e spese assicurative obbligatorie. 

Sì all’estinzione anticipata ma si paga una penale

Infine un’ultima cosa da sottolineare: la legge garantisce al consumatore la possibilità di effettuare l’estinzione anticipata del prestito. Qualora il consumatore decidesse di scegliere questa opzione, oltre al rimborso del capitale residuo, potrebbe pagare una penale che non deve superare, per normativa, l’1% del capitale finanziato anche se ogni banca nel contratto di prestito indica i termini esatti e le condizioni della penale.

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