Dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore il nuovo Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, con cui si misura il patrimonio e il reddito delle famiglie e sulla base del quale poter chiedere prestazioni assistenziali come l’assegno familiare, di maternità, la riduzione delle tasse universitarie, l’accesso alla mensa scolastica, assistenza sanitaria e agli anziani, agevolazioni per gli affitti e anche sconti su bollette e utenze domestiche.
Il nuovo Isee contiene più dati rispetto a quello precedente e più informazioni sul patrimonio del contribuente, come ad esempio le informazioni finanziarie (possesso di conti correnti, titoli di Stato, Bot). I maggiori dati richiesti al contribuente sono dovuti al fatto che obiettivo principale del nuovo Isee è quello di stanare i finti poveri.
Tuttavia il debutto ufficiale è in ritardo visto che ad oggi non si è ancora raggiunto un accordo tra l’Inps e i CAF, i centri di assistenza fiscale per la convenzione, ossia il compenso che i secondi devono ricevere per l’aiuto alla compilazione della relativa Dichiarazione Sostitutiva Unica, la DSU, necessaria per il calcolo dell’Isee. Un ritardo che rischia di bloccare le domande per la fruizione delle prestazioni assistenziali dei contribuenti.