Se si dà la casa in comodato d’uso gratuito ai parenti, si pagherà l’imu su quell’immobile? Con l’approvazione alla Camera del disegno di legge di conversione del dl 102/2013, gli immobili concessi in comodato gratuito ai parenti in linea retta entro il primo grado potrebbero essere equiparati alla “abitazione principale”, ai fini del versamento della seconda rata dell’Imu 2013. A deliberarlo saranno però le amministrazioni comunali, che dovranno scegliere se esentare le abitazioni date in comodato nel limite di una per ogni contribuente, per i primi 500 euro di rendita oppure se il congiunto ha un reddito Isee inferiore a 15mila euro. A discrezione del Comune sarà anche la scelta di assimilare all’abitazione principale l’immobile appartenente a una persona ricoverata in casa di cura, a meno che non sia stata data in affitto, o residente all’estero. Per legge, invece, sono equiparate all’abitazione principale: le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dagli assegnatari; gli alloggi sociali, la casa coniugale assegnata al coniuge a seguito di sentenza di separazione e le case degli appartenenti alle Forze armate, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e dei funzionari della Prefettura trasferiti per motivi di lavoro.
Case in comodato esenti Imu? Lo decide il Comune
Le case in comodato d'uso a parenti, ai fini Imu, potranno essere considerate o meno alla stregua dell'abitazione principale a seconda delle disposizioni comunali.
A cura di “La Redazione”
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