Come pagare meno TARI, la tassa sulla spazzatura

Le regole per avere sconti o esenzioni dal pagamento della tassa sui rifiuti sono stabilite a livello nazionale, ma spetta poi ai singoli Comuni definire i casi concreti.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 04/10/2024 Aggiornato il 04/10/2024
TARI

Come pagare meno tassa sulla spazzatura o ancor meglio non pagarla affatto? La Tari è la tassa sulla spazzatura destinata a finanziare i costi di raccolta e smaltimento rifiuti. La tassa in particolare deve coprire i costi di gestione del Comune per la raccolta e il trasporto dei rifiuti; lo spazzamento e il lavaggio delle strade; il trattamento e recupero dei rifiuti; lo smaltimento dei rifiuti. La Tari deve essere pagata da chiunque sia in possesso, o detenga a qualsiasi titolo (ad esempio, locazione, comodato d’uso, usufrutto, proprietà, ecc.), locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani.

È obbligato quindi  a pagare la  tassa sui rifiuti chiunque occupi l’immobile, a prescindere se sia inquilino in affitto o proprietario.

La legge stabilisce le regole generali e poi a livello locale i singoli Comuni stabiliscono norme più specifiche come quelle che riguardano le ipotesi di riduzioni ed esenzioni dal pagamento della tassa.

Quando si può avere lo sconto sulla Tari

È la legge che stabilisce una serie di casi in cui i Comuni devono prevedere specifici casi di riduzioni obbligatorie della tassa sulla spazzatura. In particolare lo sconto sulla Tari si deve attuare nel caso di:

  • riduzioni della quota variabile proporzionali alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo, disciplinate dal comune con proprio regolamento;
  • riduzione per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti/effettuazione del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento/interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente: la TARI è dovuta nella misura massima del 20% 
  • riduzione per le zone in cui non è effettuata la raccolta: la TARI è dovuta nella misura massima del 40%, secondo quanto stabilito dal comune che può anche graduare la tariffa in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita.

Ma non solo. Ogni Comune può introdurre con proprio regolamento esenzioni e riduzioni nel caso di:
– abitazioni con unico occupante;
– abitazioni e locali per uso stagionale;
– abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
– fabbricati rurali ad uso abitativo;
– attività di prevenzione nella produzione di rifiuti (in particolare: utenze domestiche che abbiano avviato il compostaggio domestico), commisurando le riduzioni tariffarie alla quantità di rifiuti non prodotti.

Lo sconto Tari per chi fa il compost

Particolare situazione in cui il Comune può prevedere uno sconto sulla Tari è nel caso del compostaggio domestico, ossia la pratica ecologica che permette di ridurre la quantità di rifiuti organici conferiti, trasformandoli in compost utile per il giardinaggio o l’orto. In molti Comuni italiani, tra cui Roma, Trieste e Napoli, questa attività è incentivata attraverso una riduzione proprio della tassa sui rifiuti. Per ottenere lo sconto, è necessario dimostrare di possedere una compostiera. Gli scarti idonei includono rifiuti alimentari (frutta, verdura, fondi di caffè, ecc.) e scarti vegetali da giardino (foglie secche, erba, potature).  La percentuale di sconto e le modalità variano da Comune a Comune.  Alcuni Comuni, come Roma, richiedono che l’area adibita al compostaggio sia di almeno 25 mq per ogni abitante, e che l’area sia verde, non pavimentata e pertinenziale all’abitazione. Per avere lo sconto in generale, i cittadini devono presentare domanda di adesione al compostaggio domestico entro determinate scadenze, come il 30 giugno nel caso di Napoli, per poter ottenere la riduzione tariffaria nell’anno in corso.

Questa pratica è sia un modo per risparmiare sulla tassa dei rifiuti, sia un contributo significativo alla riduzione dell’impatto ambientale.

Come funziona il Bonus TARI 2024

Rimanendo in tema sconti, il Bonus TARI 2024 è una misura di sostegno rivolta alle famiglie con basso reddito per ridurre o esentare parzialmente o totalmente dalla tassa sui rifiuti.

La normativa generale è stata introdotta con il decreto legge n. 124/2019, ma l’applicazione del bonus è gestita direttamente dai singoli Comuni, che stabiliscono i requisiti specifici e le modalità per richiederlo. Il funzionamento del Bonus TARI dipende dal Comune di residenza, ma in generale il meccanismo prevede che le famiglie presentino un indicatore ISEE che rientra entro certi limiti, ossia fino a 9.530 euro, elevato a 20.000 euro per famiglie con almeno quattro figli a carico.

Tuttavia, questi valori possono variare a seconda del Comune. Così ad esempio a Roma, le domande per avere il bonus Tari, il limite ISEE richiesto è di 6500 euro annui e  il richiedente non deve avere debiti concernenti la Tassa sui rifiuti o la Tares maturati alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di applicazione dell’esenzione. 

Il Comune di Milano invece ha introdotto uno sconto per i giovani. Si tratta in particolare di una riduzione del 25% sulla parte variabile del tributo locale per tutti i contribuenti con un’età non superiore ai 30 anni residenti o domiciliati in città. La misura riguarda studenti, giovani coppie e giovani lavoratori e per ottenere la riduzione non occorre presentare richiesta all’Amministrazione, che applicherà lo sconto automaticamente ai contribuenti con i requisiti previsti in delibera: l’alloggio deve avere una superficie non superiore ai 100 metri quadri e, se il giovane intestatario vi abita con altre persone, anche i conviventi devono avere un’età non superiore ai 30 anni.

Il consiglio è quindi quello di consultare il sito web del proprio Comune o contattare l’ufficio tributi per conoscere le modalità di richiesta. La domanda può essere presentata fisicamente all’ufficio tributi del Comune o, in alcuni casi, online. A livello nazionale, la gestione del Bonus TARI è legata all’attesa di un decreto attuativo da parte dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che dovrebbe definire criteri uniformi. Tuttavia, poiché tale decreto non è ancora stato emanato, i Comuni continuano ad avere ampi margini di autonomia, generando una certa disomogeneità nelle modalità di applicazione del bonus.

Quando non si paga la tassa sulla spazzatura

Sono escluse dal pagamento della tassa le aree oggettivamente inutilizzabili e che, quindi, sono escluse dal servizio pubblico di nettezza urbana come le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni, come ad esempio le cantine, le terrazze scoperte, i balconi, i giardini, i cortili o anche i posto auto scoperti. Questo non vale per le aree utilizzate per attività economiche (come il cortile di una fabbrica), che sono invece sempre tassate; le aree condominiali comuni che non siano utilizzate oppure occupate in via esclusiva, quali androni dei palazzi, gli stenditoi, gli ascensori, le scale di accesso.

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