Tasi: come si calcola? Ecco un esempio

Per il calcolo della Tasi serve sapere la rendita catastale dell’immobile, le aliquote e le detrazioni decise dal Comune. Ecco un esempio per trovare l'importo da pagare.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 11/06/2014Aggiornato il 11/06/2014
Tasi: come si calcola? Ecco un esempio

Il 16 giugno 2014 è il primo importante appuntamento con il nuovo tributo entrato in vigore da quest’anno con l’avvento della iuc, la tasi con cui il cittadino finanzia i servizi comunali come la manutenzione delle strade, il verde pubblico, la pubblica illuminazione. Non tutti pagano il 16 giugno, visto che molti comuni, quasi 7 su 10, rinviano l’appuntamento al 16 ottobre, non avendo pubblicato le delibere entro maggio. Per chi invece deve farlo già il 16 giugno, per capire quanto pagare, si deve seguire un calcolo preciso che tiene conto di elementi come la rendita catastatale, coefficienti stabiliti per legge, oltre alle aliquote e le detrazioni previste dai comuni nelle delibere. Innanzitutto si deve individuare la base imponibile che è la stessa prevista per l’Imu, rivalutata al 5 per cento. All’importo ottenuto si devono poi applicare dei coefficienti (anche detti moltiplicatori) diversi a seconda dell’immobile di riferimento.

 Questi coefficienti sono:

  • 160, per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7,
  • con esclusione della categoria catastale A/10;
  • 140, per i fabbricati classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5;
  • 80, per i fabbricati classificati nella categoria catastale D/5 e A/10;
  • 65, per i fabbricati classificati nel gruppo catastale D, ad eccezione dei fabbricati classificati nella
  • categoria catastale D/5;
  • 55, per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1. 

Al valore ottenuto si devono poi applicare le varie aliquote stabilite nella delibera comunale. Per legge le aliquote devono rispettare questi standard:

  • aliquota di base: 1 per mille;
  • aliquota massima per l’anno 2014: 2,5 per mille;
  • maggiorazione comunale per il 2014: 0,8 per mille, per un’aliquota complessiva che può arrivare ad un massimo di 3,3 per mille.

Inoltre l’aliquota massima complessiva dell’IMU e della TASI non può superare il 10,6 per mille.

Per conoscere le aliquote applicate nel proprio comune si rinvia al sito del Dipartimento delle finanze che contiene proprio le delibere. Per comprendere al meglio quanto si deve pagare, si fa l’esempio di un immobile adibito ad abitazione principale nella categoria catastale A (non di lusso né di pregio) con rendita catastale pari a 950 euro, ubicato a Genova, la cui giunta ha deciso per l’aliquota allo 0,33%.
In primo luogo si rivaluta la rendita catastale al 5%, quindi si ottiene la rendita aggiornata di 954,75 (950×4,75). All’importo ottenuto si moltiplica il coefficiente 160 (perchè è abitazione principale), ottenendo così la base imponibile di 152.760 euro. Infine si considera l’aliquota base dello 0,33%. Si pagherà di Tasi nell’esempio in questione un importo pari a 504,108 euro da dividere in due rate. Al primo acconto di giugno si pagherà 252,054 euro. Da prestare attenzione però ad eventuali detrazioni che si possono applicare. Il comune di Genova ha previsto infatti per rendite superiori a 900 euro (è il caso del nostro esempio) e con Isee sotto i 15mila euro, l’applicazione di una detrazione di 50 euro. All’importo totale ( 504,108 euro), se ricorrono le condizioni si devono sottrarre 50 euro.

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