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Il 30 giugno 2017 è scaduto il termine per i condomini con riscaldamento centralizzato di adeguarsi all’obbligo di installare le valvole termostatiche e il ripartitore per la regolazione e la contabilizzazione del calore.
Obbligo di installare le valvole termostatiche: per chi e quando
Obiettivo dell’obbligo è quello di ottenere un risparmio energetico. Le valvole termostatiche difatti tecnicamente sono dei sistemi capaci di regolare il flusso dell’acqua all’interno dei termosifoni riuscendo così a gestire la portata e quindi il calore diffuso dagli elementi riscaldanti. In sostanza con le valvole si evita che un calorifero scaldi in maniera eccessiva un certo ambiente. Le valvole permettono di variare la portata di acqua calda che circola nei radiatori e quindi il calore che gli stessi forniscono alla stanza in cui sono installati. Negli impianti di riscaldamento condominiali spetta ai condomini installarle sui singoli radiatori di casa. La scadenza entro cui farla per legge era il 30 giugno 2017. E’ bene ricordare che vi sono dei casi in cui l’installazione può essere evitata ma occorre una verifica tecnica con relazione annessa del tecnico abilitato. La legge esonera dall’obbligo di installazione quegli impianti in cui è comprovata l’impossibilità tecnica di installazione e la non convenienza economica. L’installazione delle valvole inoltre non è obbligatoria per chi ha un impianto di riscaldamento autonomo.
Al via i controlli in condominio
Ebbene dopo due anni dalla scadenza partono i controlli per verificare che i condomini siano in regola. Sono le singole Regioni che devono attivarsi per far partire le ispezioni e nella maggior parte dei casi hanno affidato questo compito ai singoli Comuni. Così il Comune di Milano, tramite 45 ispettori della società in house Amat, controllerà 143 Comuni. A Torino ad effettuare i controlli sono gli ispettori Arpa, così anche la Toscana ha delegato i controlli agli ispettori dell’agenzia regionale recupero risorse (Arrr).
La cifra della multa
Quanto si rischia? Multe salate che vanno da 500 a 2.500 euro a unità immobiliare per il proprietario inottemperante.