Bonus: quali documenti conservare per i controlli del Fisco

Per bonus ristrutturazione, bonus mobili, ecobonus, quali sono i documenti da conservare ed esibire in caso di controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate?

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 28/03/2025Aggiornato il 28/03/2025
bonus casa

Chi esegue interventi di ristrutturazione di casa o di risparmio energetico ha diritto alle detrazioni fiscali, al 50 o al 36% se realizzati sull’abitazione principale o sulla seconda casa fino al 31 dicembre 2025.

Dal 2026 le aliquote cambiano e saranno al 36% sulla prima casa e al 30% sulle altre fino ad arrivare al 2028 quando, a meno di eventuali cambiamenti, le detrazioni avranno tutte aliquota fissa al 30% e il tetto di spesa scenderà a 48mila euro per unità immobiliaresenza distinzione tra prima, seconda o terza casa.

Per avere le detrazioni fiscali, da ripartire in 10 anni in quote di pari importo, basterà indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. Ma ci sono una serie di documenti che occorre conservare ed eventualmente esibire in caso di controlli da parte del Fisco.

I documenti per avere il bonus ristrutturazione

Partendo dalla detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione edilizia, per avere il bonus al 50% o al 36%, sulla prima o seconda casa fino al 31 dicembre 2025, basterà indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.

 I documenti che occorre conservare però sono i seguenti:

  • domanda di accatastamento (se l’immobile non è ancora censito)
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Ici-imu), se dovuta
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori (per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese
  • dichiarazione di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi
  • abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.

Oltre a questi documenti occorre conservare, anche la ricevuta del bonifico bancario o postale con cui sono state pagate le spese (attenzione a compilare correttamente il bonifico con la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita iva della ditta che ha eseguito i lavori), le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese effettuate per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali il contribuente – lavori di manutenzione ordinaria come la tinteggiatura di pareti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti tutti eseguiti –  in luogo di tutta la documentazione prevista, può utilizzare una certificazione rilasciata dall’amministratore del condominio, in cui lo stesso attesti di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione.

Ecobonus: i documenti da avere e conservare

Anche per fruire dell’ecobonus, occorre indicare le relative spese nella dichiarazione dei redditi, 730 o modello Unico ma sono diversi i documenti che invece occorre conservare ed esibire a richiesta degli uffici del Fisco in caso di controlli. In particolare tali documenti da acquisire preliminarmente sono:

  • asseverazione che consente di dimostrare che l’intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici richiesti
  • attestato di certificazione (o qualificazione) energetica, che comprende i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio
  • scheda informativa relativa agli interventi realizzati che deve contente i dati identificativi del soggetto che ha sostenuto le spese e dell’edificio su cui i lavori sono stati eseguiti, la tipologia di intervento eseguito e il risparmio di energia che ne è conseguito, nonché il relativo costo, specificando l’importo per le spese professionali e quello utilizzato per il calcolo della detrazione.

Tuti e tre questi documenti devono essere rilasciati da tecnici abilitati alla progettazione di edifici e impianti nell’ambito delle competenze ad essi attribuite dalla legislazione vigente, iscritti ai rispettivi ordini e collegi professionali. A differenza della detrazione al 50%, per fruire dell’ecobonus occorre trasmettere entro 90 giorni dalla fine dei lavori – termine che coincide con il giorno del collaudo e non con quello in cui si effettuano i pagamenti –  una copia dell’attestato di certificazione o di qualificazione energetica e la scheda informativa relativa agli interventi realizzati.

A chi trasmettere questi documenti? All’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, in via telematica, attraverso il sito internet  (www.acs.enea.it).

Bonus mobili: quali documenti avere

Collegato alla ristrutturazione, il bonus mobili è la detrazione fiscale al 50%, in vigore fino al 31 dicembre 2025 con un importo massimo detraibile di 5.000 euro, prevista  per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici (questi ultimi di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori), destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. 

Per avere il bonus, oltre ad eseguire un intervento di ristrutturazione, occorre pagare i mobili nuovi e i grandi elettrodomestici con bonifico parlante. Inoltre occorre possedere e conservare una serie di documenti che sono:

  • l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente)
  • le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Equivale alla fattura lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati.

Superbonus al 65%: quali documenti avere?

Ultimo atto per il Superbonus. La detrazione al 65% spetta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 per gli interventi effettuati da:

  • condomini
  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, per interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazioni di volontariato(iscritte nei registri di cui alla legge n. 266/1991) e associazioni di promozione sociale

 Ma  si può avere il Superbonus al 65% solo se entro il 15 ottobre 2024 si è già presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini, ovvero adottato una delibera assembleare che abbia approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono fatti dai condomini ovvero presentato l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo per gli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici.

Di seguito l’elenco di tutti i documenti che si deve obbligatoriamente conservare con cura:

  • CILA e SCIA
  • asseverazione firmata dal tecnico abilitato 
  • scheda dettagliata dei lavori in originale che viene generata dopo aver inviato l’asseverazione tecnica;
  • schede tecniche aggiuntive
  • il visto di conformità firmato da un tecnico abilitato;
  • eventuale delibera dell’assemblea condominiale
  • copia dei bonifici effettuati
  • copia della ricevuta dell’ENEA.

CILA, SCIA e Permesso di Costruire: cosa sono?

Per poter detrarre le spese sostenute per ristrutturazione, bonus mobili, ecobonus e Superbonus, nella dichiarazione dei redditi, è importante conservare documenti quali la CILA o SCIA, il Permesso di Costruire.

La CILA è la Comunicazione Inizio Lavori Asseverata che deve essere presentata in caso di interventi di manutenzione straordinaria leggera, ovvero quelli che non modificano gli elementi strutturali di un edificio. Ad esempio, occorre presentare la CILA per operazioni quali lo spostamento di tramezzi interni non portanti, l’apertura, chiusura o spostamento delle porte interne, il rifacimento di uno o più impianti (idrosanitario, elettrico, riscaldamento, condizionamento o fognario) fino al frazionamento o accorpamento di due o più unità familiari, purché non venga modificata la volumetria complessiva e venga mantenuta la destinazione d’uso. 

La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), deve essere presentata in caso di interventi edili più importanti  tra cui la manutenzione straordinaria che coinvolga parti strutturali dell’edificio, il restauro e risanamento conservativo di parti strutturali dell’edificio e la ristrutturazione edilizia vera e propria.

Il Permesso di Costruire è richiesto nel caso di interventi particolarmente complessi, come nel caso di una nuova costruzione, di una ristrutturazione urbanistica o edilizia. Nella fattispecie, si tratta di operazioni che modificano sostanzialmente gli elementi della struttura edilizia o alterano la volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti. 

Documenti per bonus fiscali: per quanto tempo vanno conservati?

Solitamente i documenti quali scontrini e fatture si conservano per cinque anni. Nel caso delle detrazioni fiscali per lavori di casa, potendo spalmarle nelle denunce dei redditi per dieci anni, è consigliabile conservare i documenti relativi a ristrutturazione e co per un lasso di tempo più lungo. Il periodo durante il quale il Fisco può fare controlli è fino a cinque anni la fruizione del bonus: come tale è utile conservare i documenti fino a 5 anni dopo che si è beneficiato dell’ultima rata delle agevolazioni.

Chi esegue lavori di ristrutturazione nel 2025 e usufruisce delle detrazioni fiscali con rateazione in 10 anni dovrà conservare la documentazione fino alla fine del 2040. Questo perché, l’ultima rata della detrazione verrà inserita nella dichiarazione dei redditi del 2035 (riferita ai redditi del 2034) e inoltre l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione in cui è stata inserita l’ultima rata (ossia fino al 2040). Quindi, è fondamentale conservare fatture, bonifici parlanti, permessi edilizi (CILA, SCIA, Permesso di Costruire) e ogni altro documento relativo ai lavori fino a quella data.

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