Come progettare, riqualificare e abitare a basso impatto ambientale

Spendere un po' di più per una casa già energeticamente sostenibile comporta benefici economici anche per quanto riguarda il valore commerciale dell'immobile. Benessere e comfort non si possono invece quantificare: sono impagabili.

Antonia Solari
A cura di Antonia Solari
Pubblicato il 02/09/2021Aggiornato il 02/09/2021
casa sostenibile_la tecnica della prefabbricazione

Il termine sostenibilità coincide ormai con l’urgenza di perseguire uno sviluppo compatibile con le risorse del Pianeta, tale da poter essere appunto “sostenuto”, in senso ampio. La sostenibilità è ambientale, economica, etica e sociale: è puntare su materiali e processi produttivi meno inquinanti, a basse emissioni di carbonio; porsi nell’ottica di produrre e consumare risparmiando denaro, materie prime non rinnovabili ed energia; gestire in modo oculato il bene comune tendendo a ridurre le disuguaglianze per offrire maggiore sicurezza, salute, servizi. E ripensare alle nostre abitazioni, che sono responsabili di quasi la metà del consumo energetico globale e devono invece essere più sostenibili. 

Casa sostenibile: come e quando

In architettura ed edilizia alcuni parametri certi permettono di valutare l’impatto di una casa sull’ambiente e su chi la abita. Rappresentano, dunque, un punto di partenza per scelte consapevoli

Quanto un’abitazione, o un edificio, sia sostenibile per l’ambiente può essere “misurato” attraverso criteri di valutazione differenti. Alcuni di questi riguardano più strettamente la qualità dell’involucro edilizio e le soluzioni presenti per contenere i consumi energetici; altri sono riferiti ai materiali impiegati, se di origine naturale o provenienti da riciclo, e all’applicazione di sistemi costruttivi che prevedono cantieri efficienti.

Casa nuova, già virtuosa

Sulla carta, acquistare una casa sostenibile nuova costa più di una “meno green”, perché incidono materiali, impianti e sistemi altamente performanti che garantiscono già un potenziale risparmio di energia e quindi anche economico. Grazie a un involucro ottimizzato e a una parte impiantistica innovativa ed efficiente, il costo è in media più alto del 5-8% di quello di un’abitazione “tradizionale”. Ma la forbice, nel tempo, si è stretta sempre più. E questo anche nel caso di un’abitazione da edificare, mercato sempre più in espansione. Per esempio, costruire una casa seguendo i criteri della bioedilizia (con struttura in legno) e dotata di impianti che ne garantiscano l’accesso a una delle classi migliori costa circa 1.200/1.300 euro al mq. Un’abitazione di questo genere, cioè sostenibile a 360 gradi e meno energivora, è nel tempo vantaggiosa anche sotto il profilo economico, con in più comfort e benessere interni ineguagliabili. Secondo l’architetto Michele Perlini (arcstudioperlini.com), specializzato in architettura sostenibile a basso consumo energetico, che abbiamo interpellato a proposito, vivere in un’abitazione energeticamente efficiente comporta innanzitutto benessere psicofisico. Poi, certo, l’ammontare delle bollette può ridursi dell’80%, fino ad arrivare a un risparmio praticamente totale nel caso di casa passiva. Tutto dipende però dal progetto, che deve essere accompagnato da computo metrico dettagliato e cronoprogramma dei lavori.

La classe energetica indica quanto consuma la casa

È l’APE, l’Attestazione di Prestazione Energetica, documento tecnico (obbligatorio) che esprime la classe energetica di un immobile in termini di kilowattora consumati per metro quadrato all’anno (kWh/mq anno). Le classi sono indicate con lettere dell’alfabeto dalla G (la peggiore, con consumi superiore a 3,50 kWh/mq anno) alla A, articolata in A1, A2, A3, A4, (con consumi inferiori a 0,40 kWh/mq anno per la più alta). Un immobile in classe G avrà consumi anche dieci volte più alti rispetto a uno in classe A. Sull’APE i consumi sono espressi tramite l’indice di prestazione energetica IPE con unità di misura, i kilowattora, consumati per metro quadro all’anno (kWh/mq anno). Quest’ultimo dato corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadrato di superficie ogni anno.

Sistemi di certificazione volontaria sulla bontà del processo costruttivo

“Costruire una casa poco energivora –  commenta l’Ing. Alessandro Giuliani, Technical Director di NRG Zero, http://www.nrgzero.it – è lo standard imposto dalle normative. Purtroppo, però, talvolta, gli sforzi progettuali possono essere vanificati da un processo costruttivo poco accurato. Per questo esistono dei sistemi di certificazione volontaria – quale ad esempio CasaClima – che attestano la bontà anche del processo costruttivo, vigilando sulle varie fasi con una spesa del 5-10% in più. Un immobile il cui involucro è ben realizzato e isolato non spreca energia e garantisce il comfort, che dovrebbe essere il vero metro di misura. Il risparmio nel tempo, è bene ricordarlo, deriva anche dalla qualità del costruito con la riduzione al minimo dei costi manutentivi. Questo è un fattore spesso trascurato che potrebbe incidere assai di più dei consumi: non è raro avere in un decennio costi dell’ordine di grandezza di 10.000 euro ad alloggio. Un numero che fa riflettere e si somma alle numerosissime cause per infiltrazioni, acustica inadeguata, muffe derivanti da progettazione ed esecuzione non a regola d’arte”.

Certificazioni volontarie energetiche

CasaClima

Si basa su un iter proposto dall’Agenzia per l’Energia dell’Alto Adige, che inizia nel momento in cui il committente invia al tecnico di CasaClima (www.agenziacasaclima.it) i documenti relativi alla progettazione energetica dell’immobile. Il tecnico accompagna il committente durante tutto il percorso e, quando emergono eventuali criticità, propone soluzioni energeticamente più performanti. CasaClima offre diverse certificazioni legate all’efficienza energetica, tanto per le nuove costruzioni quanto per le ristrutturazioni. Il costo della certificazione è definito da un tariffario in base alla superficie netta riscaldata (SNR). Il costo base è di 2.500 euro (+ Iva) per edifici fino a SNR di 300 mq.

Leed

Protocollo energetico-ambientale che prende in considerazione una pluralità di aspetti: l’efficienza energetica dei sistemi per il comfort ambientale, l’impatto dell’edificio rispetto al sito di costruzione, la sua interazione con i trasporti e la mobilità di prossimità, la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati nella costruzione, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, il comfort e la salubrità degli spazi interni. Il protocollo LEED (ww.gbcitalia.org) considera quindi la sostenibilità dell’edificio a 360° con un approccio olistico. A seconda dell’edificio da certificare è possibile applicare un diverso protocollo, spaziando fra GBC Historic Building, GBC Home, GBC Quartieri, GBC Condomini.

leed certificazione

Certificazioni volontarie di salubrità

WELL Building Standard

Considera i parametri di qualità dell’aria, dell’acqua per il consumo umano, dell’alimentazione, del fitness, del benessere psicologico, del comfort termico, fisico, acustico e dell’ergonomia. Per ognuno dei requisiti, WELL (gbcitalia.org) evidenzia il rapporto con i sistemi del corpo umano (respiratorio, nervoso, epidermico… ) e ne definisce l’impatto. La certificazione si basa su un progetto in coerenza con i requisiti indicati dal protocollo, rispetto ai quali – a costruzione terminata – sono eseguiti test prestazionali in sito e visite ispettive, orientate a verificare la coerenza tra quanto progettato e il risultato reale ottenuto. Tali test sono poi ripetuti periodicamente per verificare le prestazioni nel tempo.

Well certificazione

CasaClima Nature

Valuta l’impatto ambientale dei materiali utilizzati per la costruzione, di quello idrico dell’edificio, la qualità dell’aria interna, la protezione dal gas radon, l’illuminazione naturale e il comfort acustico. CasaClima Nature (www.agenziacasaclima.it) si differenzia dagli altri protocolli di sostenibilità in quanto non prevede l’assegnazione di punteggi per ogni indicatore, ma obiettivi minimi che l’edificio deve raggiungere per ottenere la certificazione. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, misura all’interno degli ambienti la concentrazione dei composti organici volatili (VOC) e di formaldeide. Considera anche la qualità energetica dell’involucro, che deve essere in classe CasaClima A o superiore.

 

Tecnica della prefabbricazione: sostenibile per il contenimento di consumi, tempi e costi

Uno dei sistemi costruttivi più efficienti proprio nel contenimento – di consumi, tempi e costi – è la prefabbricazione. Generalmente riguarda l’utilizzo del legno, nella maggior parte dei casi certificato FSC, sia per la struttura sia per le pareti della casa, secondo il sistema costruttivo adottato, ma si stanno affermando anche soluzioni che si basano sull’uso di pannelli in cemento o in acciaio. In comune, hanno diversi punti di forza: grazie alla prefabbricazione, quindi alla realizzazione off site delle varie componenti (pareti, tetto, pavimenti etc) è possibile ottimizzare la filiera, riducendo al minimo l’uso di materia prima e gli errori e accorciando i tempi di cantiere. Allo stesso modo, anche i costi preventivati saranno certi, perché trattandosi di una filiera molto controllata, ogni tappa si basa su preventivi concordati in anticipo.
L’efficienza energetica dell’involucro dipende dalle scelte effettuate; se si sceglie la strada virtuosa, sarà possibile ottenere la massima efficienza energetica, da affiancare alla specifica efficienza di filiera e cantiere.

Nelle foto, costruzione bifamiliare prefabbricata in legno con struttura a telaio di Vario Haus (www.variohaus.it). In classe A, ha serramenti con triplo vetro basso emissivo e pareti della serie EcoLine, ad alta efficienza energetica. Una casa prefabbricata Vario Haus della linea Ecoline, per la tipologia Family Open distribuita su 138 mq, chiavi in mano, costa 276.080 euro.

Nelle foto, costruzione bifamiliare prefabbricata in legno con struttura a telaio di Vario Haus (www.variohaus.it). In classe A, ha serramenti con triplo vetro basso emissivo e pareti della serie EcoLine, ad alta efficienza energetica. Una casa prefabbricata Vario Haus della linea Ecoline, per la tipologia Family Open distribuita su 138 mq, chiavi in mano, costa 276.080 euro.

Vivere in un quartiere eco

Un obiettivo ancora più ambizioso è quello di estendere la sostenibilità a interi condomini e, addirittura, a quartieri.
Anche in questo caso si hanno maggiori garanzie se si fa riferimento a certificazioni ufficiali, basate su protocolli specifici.
Ne è un esempio il progetto Condominio Sette Stelle, che, attraverso un sistema messo a punto dal Politecnico di Milano, vuole certificare e classificare la qualità della vita all’interno di un condominio, valutando non solo la qualità dell’involucro e dei suoi impianti, ma anche indicatori di gestione, socialità, dotazioni e servizi.
Un altro esempio è GBC Quartieri, protocollo di certificazione nazionale sviluppato a partire da esperienze internazionali che si applica a progetti di aree oggetto di riqualificazione o nuove espansioni che promuovono, tra gli obiettivi primari, le prestazioni di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli edifici sostenibili.

UpTown, nuovo complesso residenziale di Milano che vanta entrambe le certificazioni citate.

UpTown, nuovo complesso residenziale di Milano che vanta entrambe le certificazioni citate.

Co-housing perché è sostenibile

Il contenimento dei consumi dipende anche dai gesti quotidiani, dallo stile di vita. E un’altra declinazione del termine sostenibilità in edilizia è il co-housing. Si tratta di un termine che individua una tipologia di case in cui gli spazi abitativi privati sono integrati in quelli comuni dedicati alla condivisione.
È un modello di abitare e di vivere che si basa sulla sostenibilità intesa in chiave ambientale, economica e sociale. Nella maggior parte dei casi, infatti, le esperienze di co-housing nascono dalla rigenerazione urbana e dal recupero di immobili degradati, che vengono riqualificati per poi ospitare comunità mosse dalla volontà di condividere spazi e servizi, per utilizzare meno risorse, ridurre l’impatto ambientale e contenere i costi.
Alcuni esempi di condivisione riguardano il car e bike-sharing, l’orto, gli spazi lavanderia e le aree polifunzionali fruibili da bambini o adulti.

Progettare con il BIM

Se si affianca il termine architettura a quello della sostenibilità, il BIM – Building Information Modeling – rappresenta un metodo di lavoro indispensabile.
Obbligatorio dal 2025 per progetti di ogni dimensione, è una piattaforma di progettazione che, attraverso l’uso di software specifici che non riguardano solo la modellazione in 3D del progetto, permette di ottimizzare tutte le fasi del processo di architettura, dalla progettazione al cantiere, alla manutenzione e gestione di un determinato edificio. L’utilizzo del sistema BIM, inoltre, permette a tutti i professionisti coinvolti nella filiera della costruzione di rimanere aggiornati con costanza e poter condividere ogni tappa del processo.
La trasparenza e la condivisione sono alla base del controllo continuo sulla qualità del progetto e del processo e danno la possibilità di contenere gli sprechi sia in fase di cantiere sia a edificio concluso e inaugurato.
Il BIM, infatti, si occupa anche di manutenzione e gestione degli immobili, ottimizzandone il funzionamento.

Progettare con bim

Progettare con Bim

Siti utili
• Agenzia CasaClima®-Klimahaus, http://www.agenziacasaclima.it
• Agenzia delle entrate, http://www.agenziaentrate.gov.it
• Associazione nazionale per la tutela della finestra made in Italy, http://www.anfit.it
• Consorzio Cortexa-cappotto termico, http://www.cortexa.it
• Enea, Agenzia nazionale efficienza energetica,
http://www.enea.it, http://www.efficienzaenergetica.enea.it
• Governo: http://www.governo.it, casa.governo.it

 

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