Bioedilizia per una casa bio, il più possibile naturale

Dal green building finalizzato al contenimento energetico alla bioedilizia o edilizia sostenibile, sino alle soluzioni per interni salubri. Come costruire una casa bio pensando al futuro, proprio e ma anche degli altri.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 24/02/2017 Aggiornato il 24/02/2017
Bioedilizia casa bio

La bioedilizia nasce come risposta a una serie di esigenze legate ai problemi di salute dovuti alle sostanze chimiche contenute in alcuni materiali edili e in prodotti di finitura, ma anche all’emergenza ambientale di questi ultimi anni. È andata sviluppandosi così la ricerca di un più efficace comfort indoor e di un incremento del risparmio energetico. Il prefisso bio si riferisce proprio alla necessità che progettazione, costruzione, selezione dei materiali, tecniche costruttive e impiantistiche garantiscano la più alta salubrità dei luoghi per abitare e la migliore sostenibilità.

In linea con il concetto di sviluppo sostenibile, l’intento è quello di costruire in modo tale da soddisfare le richieste attuali, ma senza compromettere le possibilità di sviluppo delle generazioni future. La bioedilizia comporta quindi un impegno etico, culturale e tecnico maggiore rispetto a una costruzione tradizionale. Con costi non necessariamente più elevati. Non esiste un modello universale riproponibile in ogni luogo: esistono tecniche, materiali e buone pratiche del costruire che, di volta in volta, devono essere scelte e applicate al caso specifico.

Puntare al risparmio energetico

Entro il 31 dicembre 2020 è previsto che tutti gli edifici di nuova costruzione siano “a energia quasi zero”, ovvero edifici ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno energetico – molto basso o quasi nullo – dovrebbe essere coperto quasi interamente da energia proveniente da fonti rinnovabili. Inoltre, il Consiglio Europeo ha approvato un obiettivo, vincolante, di riduzione delle emissioni nazionali di gas a effetto serra di almeno il 40% rispetto ai livelli registrati nel 1990, da attuarsi entro il 2030. 

Perché è sempre più una necessità

L’attività edilizia è uno dei settori industriali a più alto impatto ambientale. Dal punto di vista energetico, la qualità degli edifici italiani è molto bassa – la maggioranza di essi è in classe G – il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti si pongono al secondo posto, dopo il traffico motorizzato, per emissioni di gas serra in atmosfera. Per costruire nuovi edifici e nuove infrastrutture, per produrre materiali e per smaltire i rifiuti edili secondo i metodi tradizionali occorrerebbero fasce di territorio da occupare e grandi quantitativi di energia, oggi principalmente ancora prodotta da petrolio  e da fonti non rinnovabili. È da questi presupposti che scaturisce la necessità di ripensare ai metodi costruttivi e a quelli dell’abitare.

Dal nuovo alle ristrutturazioni

I progetti di riqualificazione urbana portati a termine nell’ultimo biennio in alcune delle nostre grandi città mettono in evidenza un nuovo e più efficiente modo di concepire l’architettura residenziale: e questo riguarda le nuove costruzioni come gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente.

Se vogliamo valutare “l’efficacia globale”, sono una nuova costruzione e una ristrutturazione completa a misura sotto l’aspetto “bio” quelle che danno le migliori garanzie di risultato, centrando l’obiettivo. Ma, ragionando sulla moltitudine di edifici plurifamiliari esistenti, risultati apprezzabili si possono ottenere anche con una ristrutturazione programmata nel tempo. A partire dalle necessità prioritarie che in genere coincidono con un minor consumo energetico. 

La coibentazione termica e il ricorso all’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili rappresentano interventi significativi anche in un contesto di tipo tradizionale.

La spinta green in Italia

In una nota informativa diffusa a febbraio 2016, EdilegnoArredo, l’associazione nazionale fabbricanti prodotti per l’edilizia e l’arredo urbano che fa capo a FederlegnoArredo (www.federlegnoarredo.it) sottolinea come nel nostro Paese, grazie ai bonus fiscali, il risparmio energetico sia al centro dei processi di acquisto nell’ambito dell’edilizia. Forse è davvero partita allora quella che viene definita la seconda rivoluzione industriale, dopo l’introduzione del cemento armato: nuove modalità di costruire che cambiarenno in modo radicale il mercato del “mattone”.

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Ampliamento di edificio eseguito in bioedilizia di Spazio Positivo http://www.spaziopositivo.com

Premi per gli edifici virtuosi dal punto di vista energetico

Oggi molte Regioni hanno stilato atti e linee guida per l’edilizia sostenibile, così come molte amministrazioni comunali hanno adottato regolamenti edilizi specifici, prevedendo anche premi volumetrici o deroghe, consentite in caso di soluzioni finalizzate al risparmio energetico. La stessa normativa nazionale, con il recente Decreto Legislativo del 4 luglio 2014 n. 102, concede, per le nuove costruzioni che conseguono una riduzione dell’Indice di Prestazione Energetica (Ipe) pari almeno al 20% rispetto al valore stabilito dal D.Lgs 192/2005, deroghe alle distanze minime tra fabbricati, dai confini di proprietà, dalle strade e all’altezza massima consentita per il fabbricato,  fatto salvo il rispetto degli articoli del Codice civile in materia.  T

Tra le deroghe vi è quella importante relativa allo spessore dei muri: nel computo della determinazione delle altezze, dei volumi, delle superfici e dei rapporti di copertura, lo spessore delle murature esterne, dei solai intermedi e di chiusura eccedente i 30 cm (limite di legge) può non essere considerato entro ulteriori 30 cm massimo, per tutte le strutture che racchiudono il volume riscaldato e fino al limite di 15 cm per le strutture intermedie.

Iva al 50% se acquisti una casa in classe A oppure B

Una delle agevolazioni introdotte per il 2016 dalla legge di Stabilità (legge 28 dicembre 2015, n. 208) è la riduzione del 50% dell’Iva da corrispondere per chi acquista direttamente dal costruttore una casa, nuova o ristrutturata, in classe di efficienza energetica A oppure B. La detrazione viene recuperata in dichiarazione dei redditi, in 10 quote annuali di uguale importo. 

Se la puoi progettare

Progettare secondo i criteri della bioedilizia significa prima di tutto conoscere: serve una profonda analisi del luogo, del clima, delle abitudini e delle esigenze di chi abiterà la casa. Tutto ciò porta poi alla scelta della tipologia, delle tecnologie e dei metodi costruttivi più efficaci e dei materiali eco-compatibili più adatti. Sin dalle prime fasi, è necessario adottare un approccio progettuale olistico e multidisciplinare: le fasi di ideazione e di progettazione architettonica dell’edificio devono svilupparsi contemporaneamente e in sintonia con lo studio della componente impiantistica e dell’involucro (stratificazione delle pareti, dei solai, della copertura) nel suo complesso.

Ci sono parametri fondamentali da cui non si prescinde quando si progetta una casa in chiave bio perché permettono di sfruttare le risorse naturali ottenendo il massimo comfort.

ClimaClima e contesto

Analizzando fattori quali l’irraggiamento solare, l’umidità relativa e la temperatura, si può progettare un edificio in stretta relazione con l’ambiente e capace di sfruttare al meglio le risorse naturali.

 

FormaForma e orientamento

L’efficienza energetica di un edificio dipende anche dalla sua forma (in generale, una compatta disperde meno calore). E dall’orientamento: quello più favorevole per le zone climatiche del Nord-Centro Italia è verso sud: le finestre così possono ricevere luce durante il giorno, avendo però cura di proteggerle dal calore eccessivo con apposite schermature. Per le zone del Sud Italia sono stati messi a punto specifici “modelli mediterranei”: case progettate e costruite in modo tale da ovviare al costante irraggiamento solare, traendone solo vantaggi. Oltre a consentire un risparmio energetico, e quindi economico, valorizzare e sfruttare l’illuminazione naturale rende gli ambienti piacevoli e confortevoli, con beneficio di chi vi abita. Grazie ai serramenti di nuova generazione oggi è possibile realizzare grandi superfici vetrate senza compromettere l’efficienza energetica dell’edificio.

 

DistribuzioneDistribuzione interna

Gli ambienti principali e almeno quelli della zona giorno andrebbero sempre disposti a Sud, mentre i locali secondari e di servizio – bagni e vani tecnici – a nord, in modo da funzionare come schermo termico. Nelle zone climatiche calde è opportuno distribuire gli spazi in modo da sfruttare i venti per raffrescare gli ambienti.

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