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La bioedilizia sta diventando anche nel nostro Paese una modalità di costruire sempre più diffusa. Forse non tanto ancora nella scelta di materiali e di componenti totalmente in linea con i principi della bioarchitettura, ma sicuramente per quanto riguarda una maggiore attenzione alla sostenibilità e al risparmio energetico di impianti e dotazioni tecnologiche. Ma cosa si intende realmente quando si parla di bioedilizia?
Bioedilizia per un impatto ambientale minimo
La bioedilizia (o bioarchitettura) è il risultato di un processo di progettazione e di realizzazione di un edificio in grado di apportare sensibili benefici sia all’ambiente circostante sia ai suoi abitanti. O perlomeno di non recare danno ad entrambi. Alla propensione per elementi e tecniche costruttive perlopiù naturali, atossici, etici, sostenibili si affianca necessariamente anche una attenzione alle dotazioni tecnologiche, per una gestione corretta sia delle risorse disponibili – energia, acqua, aria – sia dei rifiuti prodotti, al fine di ridurre a zero inquinamento e impatto ambientale.
Non si deve pensare però a casette di paglia o di terra battuta: oggi l’innovazione del settore edile è talmente avanzata da rendere “bio” architetture inaspettate, come grattacieli, infrastrutture, residenze assolutamente contemporanee.
Bioarchitettura tra ieri e oggi
Bioedilizia esemplare nella sintesi attuale di tipologia tradizionale e di soluzioni costruttive moderne è la villa monofamiliare costruita da Rubner Haus a Noventa, nel cuore del Veneto. Le storiche ville della riviera del Brenta e i cascinali rurali nelle vicinanze hanno dato l’imprinting espressivo: l’edificio riprende infatti la composizione delle cascine di una volta, con corpo padronale e barchessa (un tempo deposito di grano e fieno). Secondo tradizione, è organizzato anche il layout interno, con gli ambienti più vissuti esposti sud, per godere della luce e degli affacci aperti sul verde, e quelli di servizio a nord, più riparati.
La tecnica costruttiva si basa su un antico metodo derivato da esempi di edifici religiosi scandinavi del XII secolo: legno massiccio stratificato senza l’ausilio di colla o di elementi metallici. Il risultato è un involucro prestazionale dalla elevata qualità abitativa, oltre che dall’alto livello di salubrità. Indeformabile in caso di sollecitazioni sismiche, la struttura si distingue infatti per le proprietà termo-equilibranti, particolarmente indicate in zone umide come quelle del luogo.
Al legno – proveniente da zone alpine a deforestazione controllata, ecosostenibile, organico (senza rilascio di sostanze nocive alla salute) – dei fronti intonacati della casa sono accostati anche i mattoni a vista della barchessa e del portico, tipici della tradizione locale e altrettanto green.
Foto villa costruita con i criteri della bioedilizia da Rubner Haus