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L’isolamento in edilizia è uno degli elementi cardine per la realizzazione di edifici performanti. Un tipo particolare di isolamento esterno è rappresentato dalle facciate o pareti ventilate, un rivestimento perimetrale applicato alla facciata degli edifici che non combacia con questa ma crea un’intercapedine (da 2 a 20 cm) capace di veicolare il passaggio naturale dell’aria in ogni stagione.
Struttura
Le facciate ventilate sono strutturate a strati, composte da: un elemento esterno, con funzioni estetiche e protettive; una camera d’aria di alcuni centimetri, preposta alla circolazione dell’aria; uno strato generalmente in alluminio ancorato all’edificio e uno strato isolante fissato al muro esterno (generalmente in lana di vetro).
Funzione e vantaggi delle pareti ventilate
Il passaggio naturale dell’aria attraverso lo strato intermedio tra la parete dell’edificio e la facciata ventilata elimina i ponti termici, impedendo la formazione della condensa e migliorando le caratteristiche termoenergetiche dell’edificio. La ventilazione naturale in estate rinfresca in maniera omogenea la struttura, mentre in inverno ne controlla la dispersione termica con conseguente diminuzione dei consumi energetici per il riscaldamento. I principali vantaggi di questo sistema sono:
– isolamento uniforme dell’edificio
– risparmio energetico
– miglioramento del comfort abitativo
– protezione dagli agenti atmosferici e preservazione dell’intonaco.
– miglioramento del comfort acustico
Quali formati e materiali per le facciate ventilate
La ceramica (lastre di grès ad alta tecnologia) per le sue caratteristiche è idonea a qualsiasi tipo di facciata, sia tradizionale (incollata) che applicata ai vari sistemi proposti dai facciatisti. I formati più idonei sono quelli a forma rettangolare dal 60×30 cm a crescere. Con l’utilizzo di grandi lastre, 300×150 cm o 300×100 cm aumenta la prestazione estetica: maggiore è il formato, migliore è la percezione di continuità della facciata (meno fughe) e quindi la resa estetica. Il grès resta uno dei materiali più utilizzati nella produzione di pareti ventilate: è un materiale compatto ed omogeneo, ingerivo, resistente agli sbalzi termici e agli urti meccanici, ha un bassissimo coefficiente di assorbimento dell’acqua, è leggero, disponibile in un’infinita gamma di colori e ha una manutenzione molto essenziale (particolari tipologie di lastre hanno anche la funzione self-cleaning e non necessitano alcuna pulizia).
Ma si utilizzano anche altri materiali, come il cotto, i materiali tecnici compositi e materiali lapidei, il calcestruzzo polimerico. Le facciate ventilate in cotto influenzano soprattutto il fattore acustico: isolano dai rumori provenienti dall’esterno e presentano un buon comportamento acustico nei confronti degli agenti atmosferici (pioggia e grandine soprattutto). Quelle in materiali lapidei (marmi e pietre) si distinguono per il loro alto coefficiente estetico e per la scarsa manutenzione che richiedono. Il calcestruzzo polimerico, infine, ha il vantaggio di non essere poroso, quindi di non assorbire l’acqua, e quello di essere molto leggero e facilmente sostituibile. Oltre che per le sue caratteristiche tecniche, tutte molto performanti, architetti e progettisti selezionano questo materiale per la sua versatilità; i pannelli infatti sono disponibili in una vasta gamma di colorazioni. Non ultimo il vantaggio di essere realizzato con un’alta percentuale di materiali riciclabili, elemento che gli ha valso la certificazione LEED.
Quale ancoraggio
Esistono due tipi di supporto: quello visibile, in cui l’isolamento è fissato alla parete attraverso clip in acciaio che possono essere opportunamente verniciate dello stesso colore della facciata; l’ancoraggio invisibile, in cui l’elemento di connessione è posto dietro il pannello. Nel residenziale si tende ad utilizzare il sistema a scomparsa e con fughe minime, fattibile con alcuni sistemi di facciata. Nell’ambito del terziario e nei grandi edifici, spesso prevale l’aspetto economico e si utilizza il sistema con ganci a vista.
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