L’Osservatorio Internet of Things promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ha presentato nuovi risultati sul mondo IoT – acronimo proprio di Internet of Things – in occasione del recente convegno “Smart Home: dove c’è IoT c’è casa“. Secondo questo ultimo appuntamento, i dati relativi agli oggetti intelligenti, perché connessi alla rete e coordinabili da remoto, sono incoraggianti: “II mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare”.
Aggiornamenti positivi anche sull’argomento più spinoso legato agli oggetti connessi, cioè la capacità di collaborare fra loro e di dialogare usando un unico protocollo, per non obbligare l’utente a dover gestire un metodo specifico per ogni oggetto intelligente. Ne parla Antonio Capone, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things: «Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source (Connected Home over IP – CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili».
Ed è in questo contesto che si inseriscono anche le finestre di ultima generazione, perché equipaggiate con tecnologie che permettono, ad esempio, di aprire o chiudere gli infissi con un semplice tocco sulla maniglia o scegliendo il comando di apertura (o chiusura) dal proprio smartphone. Un altro esempio? Le finestre equipaggiate con sensori in grado di analizzare la qualità dell’aria all’interno della casa e di comportarsi di conseguenza: quando i parametri rilevati superano le soglie limite, si avvia l’automazione capace di aprire in modo indipendente le finestre e, così, combattere l’inquinamento indoor. Fra i punti di forza delle finestre intelligenti, anche il risparmio energetico che ne deriva: attraverso la programmazione dell’apertura notturna nei mesi più caldi, ad esempio, favoriscono un naturale raffrescamento che può portare a contenere l’uso dei climatizzatori. L’IoT per le finestre vuol dire, inoltre, anche poter usare comandi vocali per gestire la loro apertura (e gli accessori come le tapparelle e le tende), controllare tutti gli infissi della casa per non avere dubbi sulla sicurezza dell’involucro e integrarli anche gli impianti anti-intrusione.
Ed è anche per tutti questi vantaggi che, come riporta l’Osservatorio del Politecnico, “La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018 (di poco superiore al 40%), ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento, assistenti vocali e altro”.