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Nella scelta del camino entrano in gioco vari fattori. Dipende innanzitutto dalle esigenze di utilizzo: estetica, riscaldamento, produzione di acqua sanitaria. E di conseguenza dal fabbisogno termico. Perciò occorrerà prima valutare il rendimento in base al numero degli ambienti o appartamenti da riscaldare e alla zona climatica.
Camino: un sistema complesso
Al di là dell’aspetto esteriore dato dal rivestimento, ogni camino ha un cuore tecnologico da cui dipendono potenza termica e rendimento: il focolare, la parte dell’impianto in cui avviene la combustione. Per questo motivo, che sia realizzato in muratura o prefabbricato, viene rivestito internamente in ghisa o materiali refrattari, in grado di resistere a temperature superiori anche a 1.200 °C. Più in basso si colloca il cassetto per la raccolta della cenere. Griglie poste al di sotto del pavimento del focolare tengono sollevata la legna (o altri tipi di combustibile da essa derivati), contribuendo a facilitare l’aerazione e quindi la combustione. Una “cappa” che si trova all’interno del camino provvede a raccogliere i fumi prodotti dalla combustione e a convogliarli, tramite il cosiddetto “tiraggio”, verso la canna fumaria. Da questa vengono poi espulsi all’esterno attraverso il comignolo. Il funzionamento del focolare può essere a convezione naturale – in cui il calore viene ceduto grazie ai flussi d’aria naturali – o forzata, se ciò avviene tramite ventole interne e trasmesso a uno o più ambienti.
Tipologie di camini
I camini si dividono in due famiglie in base al tipo di focolare:
- Camini a focolare aperto: oltre a essere decorativi, offrono la possibilità di cucinare a legna e di erogare aria calda. Possono essere in ghisa, pronti per l’installazione, o in materiali refrattari, forniti in kit e assemblati in opera.
- Camini a focolare chiuso: funzionano necessariamente a sportello chiuso e ciò consente maggiori rendimenti termici rispetto all’altro modello. Possono anche riscaldare più stanze.
I rivestimenti
Una volta individuato l’apparecchio adeguato alle proprie esigenze è possibile concentrarsi sull’impatto che il camino deve avere all’interno dell’ambiente. L’effetto estetico è definito dal rivestimento e dalle cosiddette “cornici”: si applicano a fine installazione, dopo aver inserito il focolare nel vano predisposto all’interno della parete. I rivestimenti vengono scelti indipendentemente dal tipo di focolare. I materiali utilizzati definiscono perciò lo stile del camino. Il marmo è uno dei più utilizzati per ambienti classici, ma è anche rivisitato in versione moderna. Tra le pietre, l’ardesia, scura e sobria, e la piasentina, dall’effetto materico. I mattoni caratterizzano i modelli in muratura. L’acciaio è utilizzato in ambienti moderni, anche per bordi e cornici.
Una giusta collocazione
La posizione del camino all’interno di una stanza dipende da dove passa la canna fumaria. Per questo motivo, la sistemazione più frequente è a parete, perché il condotto si trova a ridosso o all’interno del muro. Quella a centro stanza (modelli bifacciali o passanti) deve essere consentita dal percorso della canna fumaria, con collegamenti che non devono avere inclinazione superiore a 45°.
Decidere il tipo di utilizzo del camino
Con l’impiantista occorre effettuare un’attenta valutazione del fabbisogno termico, per esempio se si desidera riscaldare una o più stanze. Il focolare non deve però essere sovradimensionato rispetto alle esigenze dell’abitazione: oltre a un costo d’acquisto superiore, si rischia maggior consumo di combustibile a fronte di un minore rendimento. Se consentito dalla posizione della canna fumaria, il camino può essere installato direttamente a soffitto. Per una sola stanza sono idonei sia i focolari chiusi sia quelli aperti. Se inseriti in ambienti molto ampi, però, questi ultimi potrebbero risultare insufficienti. Nel caso di più locali, esistono focolari chiusi dotati di sistemi di canalizzazioni ad aria calda. Opportunamente coibentate, diffondono in modo uniforme il calore che fuoriesce da bocchette presenti nelle singole stanze. In quanto generatore di calore, il focolare può anche alimentare un impianto con radiatori o a pannelli radianti. Per questo serve un termocamino ad acqua. Adatto anche per appartamenti di ampie metrature, questo tipo di apparecchio può sostituire in toto e funzionare come la caldaia tradizionale (a gas o altro tipo di combustibile). Ciò significa che, oltre a riscaldare, produce anche acqua calda sanitaria. L’acqua può essere scaldata al momento oppure prelevata da un serbatoio d’accumulo, dove viene immagazzinata a una temperatura elevata.
Quando si può fare
La possibilità di installare un camino dipende molto dalla situazione di partenza, nonché dal fatto che si tratti di una casa singola o di un condominio. Se non c’è – si tratta quindi di una nuova installazione – è indispensabile poter realizzare la canna fumaria. In una villetta tale intervento è quasi sempre possibile e di facile esecuzione. In un condominio, se non esplicitamente vietato dal regolamento, per l’installazione del camino occorre avere l’autorizzazione dell’assemblea. La canna fumaria, se è esterna, non deve compromettere l’estetica dell’edificio. Inoltre, le opere realizzate non devono ledere i diritti altrui. Nel caso in cui si voglia sostituire un vecchio camino malfunzionante, può essere installato un “inserto”: questo tipo di focolare è così chiamato perché si inserisce all’interno del vano a parete. Già dimensionato, va solo collegato alla canna fumaria.
Quali vincoli ci sono
L’installazione del camino non è ammessa nelle camere da letto, in bagno e in qualunque altro locale dove è già presente un altro apparecchio a fiamma libera (per esempio piani di cottura a gas). Occorre inoltre predisporre una presa d’aria esterna, assicurandosi che non venga mai ostruita. Per un buon funzionamento, il focolare deve essere inserito in un ambiente che consenta l’afflusso dell’aria necessaria per la combustione. Se il camino è di grandi dimensioni, va verificata la tenuta della soletta.
Installazione del camino sicura
La posa in opera va effettuata solo da personale qualificato in grado di rilasciare, alla fine dei lavori, la certificazione di conformità alla normativa (Uni 10683). La canna fumaria riveste estrema importanza per il funzionamento e la sicurezza del camino in quanto elemento deputato allo smaltimento dei fumi di combustione. Ogni camino deve essere collegato a un proprio condotto di evacuazione, che possa scaricare i fumi nel punto più alto dell’edificio. A uso esclusivo devono essere anche la presa d’aria esterna, che va realizzata prima dell’installazione, nonché il comignolo. I raccordi alla canna fumaria possono avere un’inclinazione massima di 45°, in modo da agevolare l’evacuazione dei fumi ed evitare depositi eccessivi di condensa.
La manutenzione del camino e termocamino
Camini e termocamini necessitano di cure periodiche per mantenere i focolari efficienti. Queste operazioni vanno eseguite ad apparecchio spento e completamente raffreddato. Importante è la rimozione della cenere, da smaltire come rifiuto nell’umido, in una compostiera o utilizzandola come fertilizzante per il giardino. Internamente è sufficiente passare un pennello asciutto per rimuovere gli addensamenti di fuliggine. Alcuni apparecchi sono realizzati in materiali innovativi che non richiedono alcuna pulizia, perché questa viene effettuata automaticamente quando il focolare raggiunge una determinata temperatura (circa 400 °C). I produttori consigliano la pulizia della canna fumaria almeno una volta all’anno. Un eccessivo deposito di scorie incombuste può infatti provocare problemi nello scarico dei fumi, diminuzione del rendimento, nonché essere pericoloso. Il tecnico specializzato rimuove manualmente i depositi più leggeri con spazzole di vari formati collegate ad aste flessibili. Quelli più resistenti richiedono invece una pulizia motorizzata con spazzole rotanti. Per informazioni ci si può rivolgere all’associazione di categoria, l’Anfus (www.anfus.com).