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Fatti di cronaca riportano spesso all’attenzione la pericolosità delle fughe di gas: accidentali o dolose, possono causare consistenti danni alle cose e procurare lesioni – anche fatali – alle persone. La presenza di gas in un ambiente chiuso o non sufficientemente aerato comporta il rischio di esplosioni e conseguenti crolli delle strutture. Occorre, quindi, porre particolare attenzione ad alcuni dettagli quando in casa è presente un impianto alimentato a gas (piani di cottura tradizionali, caldaia per il riscaldamento o scaldabagno per la produzione di acqua calda sanitaria).
Fughe di gas: quanti interventi e cause
Dall’Annuario Statistico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per l’anno 2023, si rileva che il numero di interventi per la tipologia “fuga di gas” è di 30.819 e rappresenta il 3,03% del totale. Le cause sono molteplici, se ne citano alcune afferenti gli argomenti trattati: il funzionamento difettoso di impianti e/o macchinari, la disattenzione generale, la non corretta o mancata adozione di misure precauzionali, la rottura di tubazioni o impianti, il cattivo funzionamento di elettrodomestici, i guasti ad impianti di produzione di calore e ben il 41,5% del totale è associato a cause che non è stato possibile accertare nell’immediatezza dell’intervento, questo induce a prestare la massima attenzione al rispetto delle norme.
Le cause più frequenti di incidenti dovuti a fughe di gas sono una cattiva efficienza delle canne fumarie, l’insufficiente ventilazione nei locali dove sono installati fornelli, caldaie o scaldabagni e la mancata manutenzione.
I controlli obbligatori e quelli raccomandati
Alcune procedure sono obbligatorie, come la verifica della caldaia o la sostituzione dei tubi in gomma che alimentano i fornelli a gas, altre invece sono vivamente raccomandate dagli esperti per evitare pericolose fughe e relativi incidenti. Il rischio è più alto soprattutto nei mesi invernali, quando il consumo di gas aumenta e i locali vengono aerati meno.
Rilevatori monossido di carbonio obbligatori?
Un potenziale pericolo arriva anche dal monossido di carbonio. In un locale chiuso, o con poco ricambio di aria, quando l’ossigeno viene consumato la combustione produce appunto il monossido di carbonio che satura l’aria. Insapore, inodore e non irritante, quest’ultimo è in grado di avvelenare, e persino uccidere in pochi minuti soprattutto se le persone che lo respirano stanno dormendo e non possono accorgersi del malessere.
Esistono in commercio apparecchi che rilevano il monossido di carbonio presente in un ambiente chiuso. Sono dotati di avvisatori acustici che suonano non appena rilevano che il livello massimo di sicurezza di monossido di carbonio nella stanza è stato superato. La presenza di questo tipo di dispositivo può rivelarsi molto utile ma per le abitazioni non è obbligatoria.
Norma UNI 7129:2015 sul gas
La norma più famosa e utilizzata nel settore del gas è la UNI 7129:2015 (di cui nel 2015 è uscita la 5a edizione). Questa si compone di 5 parti, una in più della precedente versione e sostituisce la UNI 7129:2008, anche se la prima versione di quest’ultima risale al 1972. È sempre stata considerata come un riferimento imprescindibile per l’installazione di un impianto a gas a regola d’arte. Nel succedersi delle edizioni, la norma si è via via arricchita di nuove indicazioni e prescrizioni, pur mantenendo la propria struttura originaria. Nel 2008 da norma unica, la UNI 7129 si era trasformata in “pacchetto normativo” costituito da 4 parti, ognuna dedicata a una diversa sezione dell’impianto: impianto interno, ventilazione/aerazione/ubicazione apparecchi, evacuazione dei prodotti della combustione, messa in servizio. A fine 2015 si è aggiunta quella relativa ai sistemi per lo scarico delle condense.
Contro le fughe di gas, impianto a regola d’arte
Nel suo complesso, deve essere realizzato da un installatore abilitato e deve seguire le disposizioni contenute nella Norma UNI CIG 7129. E, in base alla legge sulla sicurezza degli impianti domestici (DM 37/2008), al termine di installazione o modifica il tecnico deve rilasciare una Dichiarazione di conformità alle norme vigenti del settore del lavoro eseguito e dei componenti utilizzati.
Nello specifico, le tubazioni, che consentono il trasporto del gas dal contatore fino agli apparecchi utilizzatori, devono garantire l’ottima tenuta del gas ed essere installate correttamente. In un appartamento, devono essere in rame o in ferro, e possono essere collocate sia a vista sia sotto traccia. In quest’ultimo caso – in presenza di spigoli e giunzioni – devono essere ispezionabili; mentre nei punti critici, quali gli attraversamenti di intercapedini, muri esterni e solette, devono avere apposite guaine di protezione. Per i soli tratti in cui sono interrate (come in cortili e giardini) è consentito l’utilizzo di tubi in polietilene. Si ricorda che i condotti metallici del gas non devono essere utilizzati come messa a terra di apparecchi elettrici.
Attenzione ai termini tecnici
• Ventilazione: i locali nei quali sono installati apparecchi che utilizzano gas devono essere ventilati costantemente per garantire l’aria necessaria alla combustione. La loro dimensione è disciplinata dalla norma.
• Aerazione: i locali dove sono presenti apparecchi che scaricano i prodotti della combustione nell’ambiente (come appunto i fornelli) devono essere aerati con frequenza in modo da favorire il ricambio d’aria.
• Dispositivi di sorveglianza di fiamma: sebbene i piani cottura siano ormai dotati per legge di termocoppia (in grado di bloccare la fuoriuscita accidentale del gas in caso di spegnimento della fiamma), è bene non lasciare mai incustodita una pentola sul fuoco. La termocoppia è applicata solo ai fornelli e non registra perdite dal tubo.
• Espulsione dei prodotti della combustione: gli apparecchi che utilizzano gas emettono fumi derivanti dalla combustione. Per questo devono essere collegati a sistemi di scarico come canne fumarie e camini efficienti che espellono tali fumi all’esterno.
• Rivelatori di gas: non sono obbligatori, ma contribuiscono a garantire la sicurezza d’impiego del gas. Rivelano e segnalano infatti la presenza di gas in casa.
Contatore del gas
Ogni unità immobiliare è dotata di un contatore che calcola il volume di gas transitato. Questo dispositivo deve essere mantenuto in buono stato: non bisogna manometterlo e ogni intervento che lo riguardi deve essere eseguito esclusivamente da tecnici dell’azienda di distribuzione. Se è situato all’esterno dell’abitazione, come nella maggior parte dei casi, all’interno serve un rubinetto generale dell’impianto, che sia facilmente accessibile.
Norme posizione del rubinetto del gas cucina
Secondo la norma, a monte di ogni derivazione di apparecchio a gas, deve sempre essere inserito un rubinetto di intercettazione posto in posizione visibile e facilmente accessibile. L’eventuale sostituzione di un rubinetto comporta la ripetizione della prova di tenuta dell’impianto. I rubinetti devono essere di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale, con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inseriti; devono essere di facile manovrabilità e manutenzione, e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso.
UNI 7129:2015: ventilazione cucina e aerazione dei locali con apparecchi a gas
In tutti i locali dove sono presenti apparecchi di cottura a gas (es. cucina per abitazione) è obbligatorio inserire sia aperture di ventilazione che di aerazione. Generalmente, è necessario realizzare su pareti che danno verso l’esterno, almeno un foro in basso per la ventilazione dei locali ad una altezza non inferiore a 30 cm, di sezione utile 100 cm² (diametro foro circa 12 cm) ed uno in alto a una altezza non inferiore a 180 cm, di sezione 100 cm². Il foro in basso di ventilazione per l’afflusso di aria comburente e il foro in alto di aerazione per l’evacuazione dei prodotti della combustione.
Foro ventilazione cucina: fa entrare il freddo?
Dal foro ventilazione cucina alcune persone lamentano entri freddo e decidono di “tapparlo” in qualche modo: si tratta di un intervento contro la normativa, del tutto sconsigliabile per la sicurezza. Inoltre, in caso si abbia un’assicurazione a copertura di eventi avversi dovuti a fughe di gas, si può perdere il risarcimento qualora non si siano osservate le prescrizioni di legge a tutela di cose e persone.
I controlli alla caldaia: ogni quanto?
Tutti gli impianti domestici superiori a 10 kW e inferiori a 100 kW (a combustibile liquido o solido) devono essere controllati ogni due anni. Ma, siccome Regione o Comune possono avere disposto diversamente, nel dubbio è necessario verificare presso lo Sportello Energia del municipio l’esatta frequenza degli interventi, manutenzione ordinaria compresa, cui attenersi. Soprattutto se si risiede in un Comune con più di 40 mila abitanti.
Delle caldaie autonome (che hanno potenza inferiore ai 35 kW) è responsabile il proprietario (o l’inquilino) che deve provvedere ai controlli periodici (manutenzione ordinaria), in conformità alle prescrizioni e con la tempistica contenute nelle istruzioni tecniche rilasciate dall’azienda (e riportate sul libretto delle istruzioni). Di solito la cadenza è annuale, in concomitanza con il controllo dell’efficienza energetica dell’apparecchio.
Gli interventi devono essere effettuati soltanto da professionisti iscritti alla Camera di Commercio e in possesso di abilitazione (come previsto dal D. M. 37/2008).
La verifica dei fumi delle caldaie
Per le caldaie autonome è obbligatoria, così come quella dell’efficienza energetica. Consiste nella misura della quantità dei gas presenti nella combustione (come il monossido di carbonio). Anche così si tiene sotto controllo la sicurezza domestica e si rispetta l’ambiente. Deve essere eseguita da imprese e tecnici abilitati. Ci si può rivolgere al produttore dell’apparecchio per farsi consigliare il tecnico di zona.
Regole per la sicurezza contro le fughe di gas
Informarsi non è mai superfluo quando si tratta della sicurezza di se stessi e degli altri. Per proteggere persone e casa, l’utilizzo di un apparecchio a gas (che sia metano o gpl) richiede una serie di attenzioni elencate di seguito.
- Fare eseguire il controllo periodico della caldaia (che sia solo scaldacqua o serva anche per il riscaldamento) secondo le tempistiche stabilite dalle norme (vedi testo dedicato) e affidandosi solo a un tecnico qualificato. Questi dovrà apporre un timbro di validità, relativo al controllo, sul libretto della caldaia stessa. Approfittare del tecnico anche per fare controllare il tubo che porta il gas alla cucina.
- Installare la caldaia in un luogo in cui è garantito il ricambio d’aria, preferibilmente all’esterno della casa (non in tutti i condomìni però è possibile) o in una stanza che presenti i requisiti di aerazione e ventilazione seguendo le norme, i consigli e le indicazioni di professionisti e installatori.
- Non utilizzare la stessa canna fumaria per più di un impianto, a meno di specifici casi di canne fumarie collettive, perché il monossido di carbonio, anziché essere allontanato, potrebbe rientrare in casa attraverso una delle due “mandate”.
- Sostituire ogni 5 anni il tubo in gomma del gas del piano cottura (sul tubo è normalmente stampata la data di scadenza).
- Chiudere il rubinetto del gas quando ci si assenta anche solo per qualche giorno. Se si tratta di gpl, questa operazione va eseguita tutte le sere.
- Se il piano cottura è un modello datato, accertarsi che le manopole dei bruciatori siano in posizione 0 al termine dell’utilizzo.
- Quando si acquista un nuovo piano cottura o un forno a gas, accertarsi che sia di nuova generazione e quindi dotato di termocoppia.
Il tubo del gas e la sua sostituzione
Il tubo del gas può essere di gomma se la cucina è del tipo freestanding, mentre per modelli a incasso deve essere in metallo flessibile. Il primo va sostituito ogni cinque anni, mentre il secondo non ha scadenza. È necessario che non sia a contatto con fonti di calore e, cosa da non sottovalutare, che non presenti delle strozzature. Deve essere collegato alla cucina e al rubinetto porta-gomma con fascette metalliche. Questo rappresenta un aspetto importante per la sicurezza, perché il condotto non deve essere sottoposto a sforzi. Non deve nemmeno essere collocato in posizioni che possano provocarne deformazioni, rotture o surriscaldamento.
Le norme UNI-CIG 7140 stabiliscono la lunghezza del tubo, che deve essere compresa tra 40 e 150 cm; inoltre, deve avere impresso, ogni 40 cm, il nome e la sigla del fabbricante, l’anno di scadenza, le misure del diametro interno e il riferimento alla norma UNI-CIG cui è conforme.
Cosa fare se c’è odore di gas
Ecco una serie di consigli per intervenire in sicurezza:
- Aprire immediatamente le finestre per dare al gas una via d’uscita. Questo evita di incorrere in malesseri o svenimenti e riduce la possibilità che si verifichino incendi ed esplosioni.
- Non accendere o spegnere la luce, non azionare elettrodomestici, citofono o telefonino: qualsiasi scintilla può scatenare uno scoppio. Evitare di toccare gli elettrodomestici (anche per spegnerli).
- Chiudere l’interruttore generale del gas. Staccare anche quello della corrente elettrica, ma solo se il quadro non è posto nella stessa stanza in cui si avverte la presenza di gas.
- Controllare i fornelli e verificare che siano completamente spenti.
- Se l’odore di gas è persistente e intenso, uscire di casa e chiamare il pronto intervento al numero 115.
- Per informazioni è utile consultare il sito web dei Vigili del Fuoco: http://www.vigilifuoco.it