Nato per decreto ministeriale nel 2019 presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi, il registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale raccoglie brand d’impresa registrati da almeno cinquant’anni (o per i quali sia almeno possibile dimostrarne l’utilizzo continuativo per lo stesso periodo di tempo) che rappresentino realtà produttive di eccellenza legate al territorio del nostro paese. Strumento non di proprietà industriale, ma di promozione, l’appartenenza al registro offre la possibilità di fregiarsi di un logo ad hoc che ne evidenzia la longevità. E l’italianità, visto che vi campeggia al centro la silhouette dello “stivale”.
A quasi tre anni di distanza dalla pubblicazione del decreto, i marchi storici di interesse nazionale iscritti sono ormai quasi quattrocento, appartenenti alle più diverse categorie merceologiche. Primeggiano ovviamente i settori trainanti del made in Italy (in primis alimentare), ma non mancano ambiti particolari o di nicchia. Una lunga lista di nomi, di loghi – oltre che a volte di claim – che hanno fatto la storia dell’industria italiana e di conseguenza quella del consumo e della società.
Tra le iscrizioni più recenti al registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale c’è Vimar, azienda fondata nel 1945 a Marostica (dove ancora oggi ha sede) per la produzione di componenti elettrici prima – portalampade, spine, prese, interruttori… – e di serie civili poi, a partire dalla fine degli anni Sessanta. Una storia di ricerca e di innovazione che passa per diversi brevetti: quello dell’otturatore di protezione Sicury del 1968, che impedisce il contatto accidentale con la tensione delle prese, risulta così importante da essere ceduto gratuitamente e da diventare standard normativo). Fino ad arrivare agli attuali sistemi domotici, soluzioni in grado di gestire comfort, sicurezza, efficienza energetica della casa. http://www.vimar.com