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Scaldano in modo efficiente e hanno un design accattivante: sono le nuove stufe che si differenziano per il tipo di alimentazione, pellet o legna, ma anche per caratteristiche tecniche ed estetica, consentendo grande personalizzazione. Si può scegliere fra rivestimenti in maiolica o in pietra, fra geometrie imponenti o in alternativa forme sottili e poco ingombranti; fra decori in stile country o volumi minimalisti, senza interruzioni sulle facciate se non per fare spazio alla tecnologia.
Alcune stufe sono smart, infatti si possono connettere via Wi-Fi, in modo da coordinarne il funzionamento via smartphone tramite specifiche app, semplificando la gestione degli impianti in casa.
Riscaldano ad aria o ad acqua (termostufe) e vanno scelte anche in funzione dello spazio da riscaldare e del sistema di riscaldamento da implementare, con range di potenza molto vari, adatti per riscaldare uno o più ambienti oppure tutta l’abitazione, nel caso di sistemi ad aria canalizzata oppure di termostufe.
Nelle abitazioni italiane sono ancora molte le stufe e i focolari ormai obsoleti e poco efficienti, che consumano e inquinano. Le stufe a pellet sono invece generatori di calore dalle elevate performance, caratterizzati da alti rendimenti e bassi livelli di emissioni nocive nell’ambiente. Per avere un’idea, un modello di nuova generazione produce fino a 278 volte meno emissioni inquinanti rispetto a un vecchio focolare aperto (il tradizionale caminetto a legna). I prodotti più innovativi hanno in comune alcune caratteristiche tecniche, la certificazione ambientale e sono in classe di efficienza energetica A+ o A++ (l’etichetta energetica o Energy Label è obbligatoria per legge anche su questi prodotti).
Stufe a pellet: cosa valutare per la scelta
Prima dell’acquisto, occorre stabilire quale sarà l’uso che vogliamo fare della stufa e quanto calore dovrà produrre, per riscaldare in modo adeguato la casa, ma senza sprechi. Fondamentale è rivolgersi a un professionista qualificato.
Consideriamo innanzitutto l’ambiente che dobbiamo riscaldare: c’è molta differenza infatti tra un open space, un quadrilocale e una casa su più livelli. In particolare, bisogna considerare questi fattori.
Volume da riscaldare: occorre partire da qui per individuare l’apparecchio di potenza adeguata. Indicativamente, per un ambiente di 240 mc servirà una stufa con una potenza di circa 10-13,3 kW.
Potenza termica nominale: chiamata anche potenza utile massima (in kW), indica la potenza termica effettivamente resa all’ambiente ed è pertanto riportata sulla scheda dell’apparecchio. Sarà il termotecnico a stabilire quella adeguata.
Potenza termica al focolare: rappresenta la potenza sviluppata nell’unità di tempo durante la combustione all’interno del focolare. Il valore (in kW) è più alto perché non tutta la potenza sviluppata viene trasferita all’aria o all’acqua (nel caso, come vedremo, delle “termostufe”).
Rendimento: indica la percentuale di calore generato dalla combustione effettivamente ceduto all’ambiente. Se è del 90%, per esempio, significa che a fronte di 100 kg di pellet bruciati, quelli effettivamente usati per il riscaldamento sono 90; il resto viene disperso attraverso la canna fumaria. I modelli a pellet hanno rendimenti più alti per il sistema elettronico di controllo che ottimizza la combustione.
Capacità del serbatoio: in genere è di circa 20-25 kg. Maggiore è la capienza, maggiore sarà l’autonomia (ma anche l’ingombro) della stufa.
Installazione e normativa per le stufe a pellet
Per garantire la sicurezza è obbligatorio il rispetto di alcuni requisiti impiantistici. È inoltre fondamentale che i prodotti siano dotati della certificazione energetica e di quella ambientale.
Stufe e termostufe devono essere installate, controllate e manutenute in conformità alla norma europea EN 10683:2012 “Generatori di calore alimentati a legna e altri biocombustibili solidi – verifica, installazione, controllo e manutenzione”. In particolare, è fondamentale il rispetto di una serie di requisiti.
- Canna fumaria a norma a uso esclusivo della stufa, costruita a regola d’arte e mantenuta in efficienza. È indispensabile per un regolare funzionamento dell’apparecchio. Deve essere almeno di categoria T400 (o superiore se l’apparecchio lo richiede) e resistente a fuoco di fuliggine. L’evacuazione dei fumi dev’essere realizzata in sicurezza, con un corretto dimensionamento e tenuta dei fumi.
- Presa d’aria comburente. Ogni apparecchio in cui si verifica una combustione ha infatti bisogno di ossigeno. Le stufe ermetiche prelevano l’aria direttamente dall’esterno, le altre dall’ambiente in cui sono installate, tramite un’apertura nella muratura. La presa d’aria dev’essere realizzata a norma e secondo le indicazioni del produttore; in genere deve essere di almeno 80-100 cmq, o più ampia se all’interno del locale vi sono altri dispositivi (per esempio la cappa della cucina), che possono mettere in depressione l’ambiente. Va protetta da una griglia sia all’interno che all’esterno, per non essere ostruita.
- Manutenzione straordinaria obbligatoria (DPR 74/2013), che va eseguita ogni anno da un tecnico abilitato. Gli interventi, tra cui il controllo dell’emissione dei fumi, devono essere riportati nel Libretto di impianto, come previsto dal Decreto Ministeriale del 10 febbraio 2014.
Per la sicurezza attenzione a questi fattori:
- Non devono essere presenti altri apparecchi che possano mettere in depressione la stanza dov’è installato il prodotto (per soli modelli stagni è permesso un massimo di 15 Pa di depressione in ambiente).
- Vicino alla stufa vanno evitati elementi infiammabili, come tende e tappeti.
- Il pavimento deve essere resistente per sopportarne il peso; se è un parquet è necessario collocare una piastra metallica di protezione che sporge lateralmente di almeno cm 40-60, per separare la stufa dal rivestimento in legno.
Stabilire il fabbisogno termico per acquistare la stufa giusta
Prima dell’acquisto è necessario valutare la quantità di calore necessaria per riscaldare gli ambienti o l’abitazione. Il calcolo deve essere effettuato da un termotecnico, ma è possibile stimarlo.
Il fabbisogno termico dipende da vari fattori, tra cui: livello di coibentazione dell’immobile, esposizione, caratteristiche strutturali e zona climatica. E soprattutto, la classe energetica dell’edificio: più l’abitazione è efficiente, più la stufa è in grado di fornire le prestazioni migliori.
Una volta ottenuto il risultato, il professionista individua la potenza dell’apparecchio più adatta per le specifiche necessità, valore che indica il calore reso dalla stufa all’ambiente e che è espresso in chilowatt (kW).
Ecco, in tabella, una stima basata sulla classe energetica dell’abitazione.
L’etichetta energetica
L’etichetta energetica è obbligatoria dal 1° gennaio 2018 (Regolamento UE 2015/1186) e dev’essere sempre esposta nei punti vendita e sui siti delle aziende.
Sull’etichetta devono essere presenti alcune importanti informazioni:
- nome o marchio del fornitore
- identificativo del modello del fornitore
- classe di efficienza energetica dell’apparecchio, secondo una scala da G a A++;
- potenza termica diretta dell’apparecchio, ovvero nominale, espressa in kW; per le termostufe va indicata anche la potenza termica indiretta, ovvero quella rilasciata dall’apparecchio all’acqua dell’impianto.
La classe di efficienza energetica, dalla A++ (la più elevata) alla G (la più bassa), viene attribuita in base all’indice di efficienza energetica (EEI). Questo dipende dalle prestazioni energetiche dell’apparecchio a potenza parziale e nominale, dai consumi elettrici a potenza parziale, nominale e in fase di stand-by.
Maggiore è l’indice di efficienza energetica del prodotto e più alta sarà la classe energetica che gli verrà attribuita.
Stufe e certificazioni ambientali
È importante capire quanto la stufa rispetti l’ambiente. Il Decreto n.186 del 7 novembre 2017 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha stabilito le regole per la certificazione ambientale dei generatori di calore a legna e a pellet. Il Decreto è stato emanato in seguito all’accordo del Ministero con le Regioni del Bacino Padano, ovvero Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Veneto e con le Province autonome di Trento e di Bolzano, per il miglioramento della qualità dell’aria. Per ottenere la certificazione il produttore della stufa deve rivolgersi a un organismo notificato che, effettuati gli appositi test secondo specifiche metodologie, rilascia i rapporti di prova in merito alle prestazioni emissive e individua la classe di qualità dell’apparecchio, quindi rilascia la certificazione ambientale.
Il criterio delle Stelle è stato adottato per fornire una guida pratica agli utenti, per capire quali siano gli apparecchi che possono funzionare in occasione degli sforamenti dei livelli di polveri sottili.
Le Stelle variano da 2 a 5: maggiore è il numero di stelle, minori sono le emissioni di polveri sottili. Diverse Regioni pongono restrizioni all’installazione di nuove stufe, tra cui Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, per cui gli apparecchi da installare devono avere almeno 4 stelle.
Certificazione ariaPulita
È una certificazione di qualità che attesta che gli apparecchi sono stati sottoposti a specifici test condotti presso laboratori d’analisi indipendenti, che ha avevuto il merito di anticipare quanto stabilito dal Decreto n. 186/2017.
È promossa da Aiel, Enea, Legambiente, Adiconsum, Enawa e Etifor e riguarda stufe, camini e caldaie a biomassa con potenza inferiore a 35 kW. Come quella ambientale, anche la certificazione ariaPulita utilizza il metodo delle Stelle, da 2 a 5, dove il numero maggiore indica le migliori prestazioni ambientali con basse emissioni di polveri. Per esempio, 5 stelle significano che l’apparecchio ha un’emissione inferiore dell’80% rispetto a quelli a 1 stella.
Ogni etichetta riporta il QR code per consultare la pagina del sito http://www.certificazioneariapulita.it che elenca tutti i prodotti certificati. Qui è inoltre presente il numero di certificazione, composto dal codice identificativo dell’azienda e il numero progressivo dell’apparecchio certificato.
Gestione elettronica delle stufe
La centralina elettronica è il cuore del sistema, gestisce le funzioni della stufa in modo del tutto automatico. In particolare:
- imposta la frequenza di caricamento del combustibile
- attiva l’accensione automatica in tempi ridotti
- controlla i parametri della combustione e regola l’ingresso dell’aria comburente nella camera di combustione, così come l’espulsione dei fumi
- provvedere alla pulizia del braciere e del vetro
Il controllo ottimale e bilanciato della combustione permette così di ottenere emissioni ridotte di gas inquinanti. Grazie alla gestione ottimale della centralina, è possibile ottenere anche una fiamma ampia, simile a quella dalla legna.
La stufa a pellet è facile da usare, infatti basta inserire il pellet nel serbatoio e accendere l’apparecchio tramite il pannello di controllo touch, la tastiera o il telecomando. Utile è la possibilità di impostare le fasce orarie e i giorni di funzionamento, evitando sprechi. Una volta azionata, la stufa preleva dal serbatoio la quantità necessaria di pellet e la lascia cadere nel focolare. Qui viene immessa l’aria, prelevata dall’esterno e mescolata al combustibile, che genera calore. Alcuni modelli hanno un sistema di caricamento a stella, che dosa il pellet nella giusta quantità, senza sprechi.
Gestione tramite app
Alcuni modelli sono ancora più smart, dal momento che si possono gestire tramite un’app – fornita gratuitamente dal produttore – da installare sullo smartphone. Si può controllare e programmare il funzionamento dell’apparecchio in base a fasce orarie giornaliere o settimanali. Il device diventa in questo modo una sorta di telecomando, utilizzabile dentro o fuori casa. Indispensabili: un cellulare con connessione dati, un collegamento a Internet e un modem da tenere sempre acceso, con il quale l’apparecchio si connette (ma esistono anche kit per la gestione tramite sms). La stufa può essere già predisposta per la gestione a distanza oppure è possibile aggiungere, anche in un secondo tempo, l’apposito kit. Per renderne ancora più semplice l’utilizzo, alcuni modelli offrono la possibilità del controllo vocale, direttamente all’interno dell’ambiente in cui si trovano. In genere è necessario avere uno specifico dispositivo (come Alexa, assistente vocale di Amazon), con cui la stufa si interfaccia.
Pellet: cos’è e quali vantaggi offre
Le alte prestazioni, la gestione intelligente e la minore produzione di gas inquinanti delle nuove stufe sono resi possibili da dispositivi avanzati e dall’utilizzo del pellet come combustibile. Che dev’essere di qualità certificata.
Le stufe alimentate a pellet – combustibile 100% naturale ricavato da scarti di lavorazione del legno – offrono alti rendimenti, una combustione più pulita e minori consumi. Il combustibile va però scelto bene, affinché garantisca tutti i vantaggi.
Tra questi, vi sono bassi tassi di umidità e ceneri e un contenuto energetico molto alto tanto che, a parità di volume, produce molto più calore rispetto alla classica legna da ardere.
La combustione del pellet non causa emissioni dannose per la salute, proprio perché ha un’origine totalmente biologica e naturale, regolamentata dal d.lgs. 152/2006.
Come vedremo, una volta caricato il pellet nel serbatoio, la stufa può funzionare ininterrottamente per ore prima che sia necessario aggiungerne altro (a seconda della capacità del contenitore e dell’autonomia dell’apparecchio).
Per beneficiare di tutti questi vantaggi e perché la stufa funzioni al meglio, è importante acquistare pellet di qualità, riconoscibile dal marchio ENplus® impresso sulla confezione. Si tratta di una certificazione internazionale basata sulla norma ISO 17225-2:2014 che ne garantisce sia le caratteristiche chimiche, fisiche ed energetiche, sia il mantenimento della qualità fino alla consegna all’utente finale, secondo criteri di trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera. Il marchio deve riportare anche la classe di qualità. La migliore è la A1, con un contenuto di ceneri molto basso che assicura una combustione ottimale e un alto potere calorifico.
Una stufa alimentata con pellet ENplus® emette 10 volte meno CO2eq (anidride carbonica equivalente, una misura che esprime l’impatto sul riscaldamento globale dei gas serra) rispetto alle fonti fossili tradizionali.
Contribuisce poi ad abbassare le emissioni di particolato, poiché riduce le emissioni di polveri sottili fino a 2 volte rispetto alle fonti fossili tradizionali. Infine, integrando il riscaldamento tradizionale (con caldaia) con un sistema a pellet si può risparmiare dal 20% al 30% sui costi.
Un pellet di cattiva qualità non solo ha una resa inferiore, ma può compromettere il buon funzionamento della stufa.
Stufe a pellet ermetiche
Si tratta di apparecchi ideali per case ben isolate, a basso consumo energetico. Rispetto alle comuni stufe non necessitano di una presa d’aria nel muro, in quanto l’aria necessaria alla combustione viene prelevata direttamente dall’esterno e non dalla stanza. L’apporto di ossigeno nella camera di combustione viene dosato con grande precisione, a tutto vantaggio della resa e del comfort. L’installazione di questi modelli è possibile anche in ambienti in cui una normale stufa non è consentita. La normativa (UNI 10683) vieta infatti l’installazione di apparecchi a combustibile solido (quale appunto il pellet) in bagni, camere da letto e monolocali, a meno che non si tratti di focolari chiusi con prelievo canalizzato dell’aria comburente dall’esterno.
STUFE A PELLET E STUFE AD ARIA
Considerando il modo in cui riscaldano l’ambiente, le stufe a pellet si possono dividere in due grandi famiglie: ad aria (le più diffuse) o ad acqua.
Stufe a pellet ad aria: per riscaldare uno o più ambienti
Possono riscaldare per convezione (o ventilazione) naturale: il calore prodotto all’interno del focolare fuoriesce da bocchette presenti sul corpo dell’apparecchio, scaldando l’aria nella stanza. Maggiore è la potenza dell’apparecchio, maggiori sono i metri cubi che la stufa può riscaldare. Con l’aggiunta di un ventilatore, è cioè tramite convezione forzata, l’aria calda viene distribuita nel locale a una distanza maggiore, in modo più veloce e omogeneo. Va detto che, a seconda dei modelli, il ventilatore può essere rumoroso, quindi è importante controllare le informazioni relative all’emissione sonora riportate sulla Energy Label. La presenza di motore brushless è indice di maggiore silenziosità, oltre che di bassi consumi energetici. Alcune stufe permettono di escludere, all’occorrenza, la ventilazione forzata, mantenendo solo quella naturale.
Stufe a pellet canalizzabili
Gli apparecchi ad aria possono essere completati da un kit che comprende un sistema di canalizzazioni (tubi) e ventilatori attraverso i quali portare il calore anche in ambienti diversi da quelli in cui è installato l’apparecchio. È però preferibile che i locali siano comunicanti, per evitare dispersioni termiche. Il calore diffuso attraverso le tubature (inserite a parete o in un controsoffitto) fuoriesce poi da bocchette o griglie poste nelle singole stanze. I diffusori possono essere mono, bi o multidirezionali e il flusso d’aria può inoltre essere regolato manualmente o tramite telecomando. È importante sapere quante sono le uscite canalizzabili, quale distanza possono raggiungere e se il calore può essere distribuito anche su più livelli.
Termostufe a pellet ad acqua: per riscaldare tutta la casa con i radiatori
In questo caso si parla di termostufe, generatori di calore che funzionano come una caldaia, all’interno dell’impianto di riscaldamento. Scaldano l’acqua che circola nell’impianto, che viene portata a tutti i radiatori oppure ai pannelli radianti, e quella che viene erogata dai rubinetti, con l’aggiunta di un apposito kit idraulico. Alcuni modelli sono multifunzione: riscaldano sia l’acqua all’interno dell’impianto termico sia l’aria dell’ambiente in cui è presente la stufa (tramite ventilazione forzata). Se scelte di potenza adeguata (la valutazione va fatta dal termotecnico), le termostufe possono riscaldare tutta l’abitazione.
Stufa combinate o ibride, alimentate a pellet e a legna
Le stufe combinate o ibride possono essere alimentate sia pellet che a legna, con il vantaggio di non rischiare di interromperne il funzionamento, dal momento che, in genere, il passaggio da uno all’altro combustibile è automatico. La gestione è elettronica e, se dovesse mancare la luce, funziona solo a legna.
STUFE PICCOLE
Stufa a pellet di spessore ridotto
Stufe a pellet di dimensioni compatte
- Vuoi vedere altre stufe a pellet di dimensioni contenute? Leggi Stufe piccole
Manutenzione periodica della stufa
Cure periodiche sono necessarie per mantenere i focolari efficienti. Tutte le operazioni vanno eseguite ad apparecchio spento e completamente raffreddato. Di fondamentale importanza è la pulizia della canna fumaria, da effettuarsi una volta all’anno. Un eccessivo deposito di scorie incombuste potrebbe infatti provocare problemi nello scarico dei fumi, diminuzione del rendimento, nonché essere pericoloso. Il tecnico specializzato rimuove manualmente i depositi più leggeri con spazzole di vari formati collegate ad aste flessibili. Quelli più resistenti richiedono invece una pulizia motorizzata con spazzole rotanti. Le altre operazioni riguardano poi la rimozione della cenere, da smaltire come rifiuto nell’umido, in una compostiera o utilizzandola come fertilizzante per il giardino. È sufficiente un pennello asciutto per rimuovere gli addensamenti di fuliggine. Gli apparecchi più innovativi sono realizzati in materiali speciali che non richiedono alcuna pulizia, perché questa viene effettuata automaticamente quando il focolare raggiunge una determinata temperatura (circa 400 °C). Per informazioni ci si può rivolgere all’associazione di categoria, l’Anfus.