La nuova frontiera dell’interior design: la biofilia porta la natura negli ambienti della casa

Rendere salubri gli ambienti della casa seguendo i principi del biophilic design,  disciplina che studia i modi per trarre beneficio dal rapporto uomo-natura ricreato negli spazi domestici. Come? Ce lo hanno spiegato gli esperti.

Antonia Solari
A cura di Antonia Solari, Giovanna Strino
Pubblicato il 17/10/2024Aggiornato il 17/10/2024
La nuova frontiera dell’interior design: la biofilia porta la natura negli ambienti della casa

Connettere gli ambienti domestici a una dimensione naturale, per trarne il maggiore beneficio possibile. Questa la nuova frontiera dell’interior design, che trova nell’innata tendenza dell’essere umano a concentrare grande attenzione su ogni forma di vita, e ad affiliarvisi emotivamente, un modo innovativo per progettare interni. E utilizza le più recenti scoperte sulla relazione “Uomo e Natura” per definire ambienti salubri, piacevoli, rigeneranti. I primi a parlare dell’attrazione umana per tutto ciò che è vivo e naturale furono nel 1964 lo psicanalista Eric Fromm e, vent’anni dopo, Edward Wilson, biologo.

Che non si tratti di una semplice passione per il verde ma di un sistema progettuale capace di portare risultati concreti è sottolineato non solo dalla diffusione della disciplina del biophilic design nel mondo accademico (come vedremo in seguito attraverso gli interventi di alcuni docenti), ma anche dai progetti realizzati e dai benefici registrati.

Ne è un esempio la scuola materna di Gressoney-La-Trinité, in Val d’Aosta, progettata seguendo questa filosofia con risultati incoraggianti. Ce ne ha parlato Giuseppe Barbiero, docente presso l’Università della Valle d’Aosta: «la scuola primaria di Gressoney ha dimostrato di essere un ambiente altamente rigenerativo, sia sul piano cognitivo, sia sul piano emozionale. In una scuola biofilica i bambini riducono di oltre il 30% i loro tempi di recupero dell’attenzione diretta e sostenuta, dopo una fatica mentale. La riduzione dei tempi di rigenerazione dalla fatica mentale e di recupero dallo stress si traduce, su un piano didattico, in un aumento del “tempo utile” per le attività scolastiche, stimato in 30-35 giorni in più. Senza contare che un ambiente biofilico è sicuramente più sano e più adatto alla crescita dei bambini».

Per quanto riguarda gli ambienti domestici, come si può procedere? Vediamo come rendere la nostra casa salubre, capace di “ascoltare” la natura e di trarne spunto.

Foto: Paolo Rosselli

 Foto: Paolo Rosselli

Che cosa è il biophilic design

L’obiettivo della progettazione biofilica è quello di realizzare ambienti artificiali inserendo nel progetto alcune caratteristiche della natura, per renderli il più possibile simili a essa. Il biophilic design gode di un crescente interesse, non solo da parte dei professionisti della filiera dell’edilizia, ma anche da parte di un pubblico sempre più sensibile ai temi legati alla natura e alla salute psico-fisica negli spazi in si vive, si lavora, si impara e ci si cura e dove si trascorre fino al 90% della vita. Parlando di benefici, un ambiente biofilico corretto, sul piano cognitivo, accelera il processo di rigenerazione dell’attenzione e rende il pensiero delle persone più chiaro; sul piano emotivo, favorisce il recupero dallo stress. Questi benefici, già noti, oggi si possono misurare.

(In collaborazione con architetto Bettina Bolten, biophilic design consultant)

A chi piace la tendenza del biophilic design?

Il committente che desidera creare intorno a sé un ambiente biofilico, solitamente è una persona già predisposta alla connessione con la natura.
Ha sperimentato l’effetto benefico degli ambienti naturali e apprezza trascorrere del tempo a stretto contatto con paesaggi non urbani oppure nel proprio piccolo giardino o terrazzo ricco di piante. Caratteristica che spesso si riscontra è un forte senso di responsabilità verso tutto quello che è vivo e verso il mondo in generale, con atteggiamenti molto attenti e sensibili all’ecologia e alla salvaguardia dell’ambiente. Si tratta di persone a cui non basta avere una casa sostenibile: sentono la necessità di ricreare un legame forte con la natura attraverso un progetto che soddisfi la loro innata biofilia.

Decalogo della biofilia

I primi sette punti sono stati già ampiamente sperimentati e, ormai, consolidati nella pratica. Gli ultimi tre, invece, sono in fase di analisi da parte degli specialisti.

1 LUCE Si parte dall’assunto che le persone sono esseri diurni sui quali la luce naturale ha un impatto positivo. Negli ambienti di lavoro, chi ha un accesso diretto alla luce naturale è più produttivo e contento. Anche con la luce artificiale, studiata attentamente, si possono ottenere ottimi risultati. 

2 PROTEZIONE E CONTROLLO Per chiunque, è istintivo cercare un luogo dove sentirsi protetto e dal quale avere un controllo sull’ambiente: questo sembra essere fondamentale per garantire la vivibilità serena in uno spazio artificiale. 

3 ARIA Temperatura, flusso, qualità di questo elemento giocano un ruolo fondamentale nella percezione del benessere all’interno degli ambienti. Sarebbe sempre preferibile una ventilazione naturale diretta; in alternativa è accettata una efficace ventilazione meccanica controllata (VMC).

4 VISTE Ancora oggi per le persone, così come per i nostri antenati, è molto importante avere punti di osservazione da cui analizzare l’ambiente intorno. Inoltre, sono molto apprezzate le viste dirette su elementi e paesaggi naturali che permettono un recupero dallo stress. 

5 VEGETAZIONE L’inserimento di piante e un contatto diretto con la elementi naturali negli spazi interni (ma anche esterni) del vivere quotidiano ha un effetto benefico sull’essere umano e lo avvicina alla natura, ma devono essere studiati sapientemente, come vedremo in seguito.

6 CURIOSITÀ Concetto che si trova, in mix con altri attributi, alla base della creatività umana. Negli interni si può stimolare creando angoli domestici da intravedere dietro una libreria o un divisorio parziale. Una sorta di piccolo scenario da scoprire all’interno di una stanza. 

7 FORME – MATERIALI – FINITURE – COLORI L’esperienza sensoriale è importante. I nostri 5 sensi sono coinvolti nella valutazione di bello/brutto, sicuro/pericoloso e piacevole/sgradevole di un ambiente. Quindi le forme, i materiali, le finiture e i colori degli arredi e delle superfici sono ottimi strumenti per poter creare ambienti che provocano un elevato stato di benessere psico-fisico.

8 ACQUA Allo stato liquido, è condizione necessaria ed essenziale per la vita. L’immagine dell’acqua corrente si è consolidata nella psiche umana come elemento rigenerativo. Progressivamente le civiltà umane hanno imparato a gestire sempre meglio l’acqua come risorsa fisica, ma non hanno ancora imparato bene
a utilizzarla come risorsa psichica.

9 RUMORE Non è un concetto esclusivamente fisico, ma soggettivo e varia da individuo a individuo. I rumori si tollerano in modo diverso a seconda di quantità, qualità, ora del giorno, fonte, causa, struttura della personalità, età e condizioni di salute. Tutto ciò viene preso in considerazione dai progettisti. 

10 ODORE L’olfatto aiuta a individuare fattori di rischio: ci sono odori che troviamo piacevoli e altri spiacevoli e questo vale anche per gli spazi interni e gli odori causati da materiali e finiture negli ambienti chiusi, che devono essere studiati e controllati.

(In collaborazione con architetto Bettina Bolten, biophilic design consultant)

Sembra legno ma è pratico e versatile gres. La serie Vero di Marazzi (www.marazzi.it) riproduce il rovere massello, con nodi e imperfezioni. Da 22,5 x 180 cm e 20 x 120 cm. Al mq, costa a partire da 80 euro.

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Biofilia: 5 scelte di base, nella pratica

  1. Privilegiare materiali naturali che si integrano facilmente con l’ambiente circostante. In Italia, puntare su legno nazionale, pietra o uno dei tanti tipi
    di marmi presenti nel nostro Paese.
  2. Ricorrere alle tante specie di piante per interni e a fiori freschi, meglio se autoctoni, per portare la natura in casa, in ogni ambiente.
  3. Valorizzare la luce naturale: laddove non vi siano finestre ampie, organizzare il layout della casa e disporre l’arredamento in modo che non ostacoli la luminosità o i raggi del sole.
  4. Puntare molto su elementi d’arredo dalle linee morbide.
  5. Optare per colori naturali che richiamino un ambiente incontaminato: sì a palette cromatiche con marrone, verde e azzurro, in tutte le loro sfumature.

(Fonte: http://www.ideagroup.it)

Progetto di trasformazione della scuola di Gressoney-La-Trinité secondo i principi della biofilia

In merito alla realizzazione di questo progetto, il vice sindaco di Gressoney-La-Trinité, Lydia Favre, è decisamente entusiasta. La proposta di progetto per la trasformazione della scuola primaria è giunta direttamente dall’Università della Valle D’Aosta, che ha scelto questa piccola realtà come destinataria della sperimentazione. Il Comune ha aderito perché fiducioso rispetto ai principi della biofilia e desideroso di far vivere gli studenti, durante le giornate di apprendimento, in un ambiente stimolante e sano dal punto di vista ambientale. Oggi la comunità dispone di una scuola innovativa, quasi unica nel suo genere, riqualificata dal punto di vista energetico, che non richiede manutenzioni specifiche, rinnovata negli ambienti che sono stati resi più energizzanti e accoglienti per i piccoli studenti.

la scuola di gressoney-la-trinite

Il parere dell’esperto sulla biofilia

Intervista a Giuseppe Barbiero docente di biologia e di ecopsicologia, direttore del laboratorio di ecologia affettiva all’Università della Valle d’Aosta, http://www.univda.it

Che cosa si intende per biofilia?

La biofilia è il nostro amore per la natura vivente. Tutto ciò che è vivo ci attrae e può suscitare in noi emozioni di affiliazione (biofilia) o di repulsione (biofobia). La biofilia è innata, ma non è istintiva. È una predisposizione genetica che tutti possiedono, ma che occorre stimolare ed educare  se si desidera che essa si sviluppi. Se la biofilia
non viene stimolata, se vi sono poche possibilità di interagire con il mondo vivente, si perde la capacità di sviluppare alcune aree della corteccia cerebrale. Con conseguenze importanti per le funzioni cognitive (in particolare, tende a ridursi la capacità di attenzione diretta e sostenuta) ed emozionali (in particolare, tende a ridursi la capacità di recupero dallo stress).

Qual è la differenza con la bioarchitettura?

La progettazione biofilica e la bioarchitettura sono complementari. La bioarchitettura ha sviluppato un interesse per la sostenibilità verso l’esterno. In termini strettamente tecnici, si può dire che la bioarchitettura è interessata a prodotti e processi che siano il più possibile rispettosi dei cicli biogeochimici di “Gaia”. Per esempio, se sappiamo che le emissioni di CO2 alterano il ciclo biogeochimico del carbonio, allora la bioarchitettura sviluppa prodotti e processi il più vicini possibile alle emissioni zero. La progettazione biofilica ha sviluppato un interesse per la sostenibilità verso l’interno, verso coloro che abitano gli ambienti. In particolare, è interessata a prodotti e processi che siano il più possibile rigenerativi delle capacità di attenzione, che facilitino il recupero dallo stress e che rispettino la cronofisiologia umana. 

Il parere dell’esperto sul biophilic design

Intervista all’architetto Bettina Bolten biophilic design consultant, it.linkedin.com/in/bettina-bolten-3488739a

Come si può spiegare il biophilic design?

Molte sperimentazioni hanno dimostrato gli effetti benefici sull’essere umano derivanti dal contatto diretto con ambienti naturali. Ed è qui che entra in gioco il biophilic design, una scienza applicata e un modo innovativo di pianificare che utilizza le più recenti scoperte sulla relazione tra uomo e natura nella progettazione degli ambienti artificiali, al fine di rendere questi ultimi più affini all’istintiva biofilia umana. L’ecologo Stephen R. Kellert ha definito, infatti, il biophilic design come «il deliberato tentativo di tradurre l’affinità dell’uomo con la natura nella progettazione di ambienti artificiali.” Inoltre, Kellert afferma che il biophilic design non riguarda l’ecologizzazione degli edifici e non si tratta di aumentare la loro estetica attraverso l’inserimento di alberi. È molto di più, riguarda il ruolo dell’umanità nella natura e il ruolo del mondo naturale nella società umana. L’obiettivo della progettazione biofilica è quello di realizzare ambienti artificiali inserendo nel progetto le caratteristiche della natura, rendendo gli ambienti il più possibile simili a quelli naturali.

Quali sono le differenze con l’interior design tradizionale?

L’interior design di oggi è una disciplina di ampio respiro che si occupa della progettazione di spazi e oggetti d’uso comune all’interno di luoghi artificiali e chiusi, destinati ad abitazione privata, ambiente lavorativo, esercizio commerciale, spazio ricettivo. Particolare attenzione viene data agli aspetti pratici e funzionali degli spazi, anche in riferimento alle specifiche destinazioni d’uso di un ambiente: vengono scelti arredi adatti per particolari mansioni; si verifica il dimensionamento ottimale dei mobili e la loro corretta disposizione all’interno degli ambienti; si cerca l’alta qualità dei materiali e delle tecniche di produzione e tecnologie innovative; si dà molta attenzione alla salubrità degli ambienti stessi, all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’isolamento acustico e a tutti quei temi legati alla sostenibilità come i consumi energetici, l’origine e la reperibilità dei materiali, ad aspetti ed esigenze estetiche. Ormai sappiamo che gli interni degli edifici hanno un forte impatto su chi vi abita, sul benessere e sulla salute. Il biophilic design può aiutarci a stare meglio negli ambienti chiusi, perché inserisce nella progettazione specifici elementi e criteri che aiutano a rispettare la nostra biofilia, rispondendo adeguatamente alle nostre esigenze primarie, come il bisogno di accesso alla luce naturale, l’esigenza di avere aria pulita o una vista diretta su quello che ci circonda. Esso va oltre i consueti concetti di sostenibilità, salubrità e comfort degli ambienti e si concentra principalmente sulla qualità della vita e sul benessere psico-fisico negli ambienti chiusi. Per garantire un biophilic design efficiente si applicano linee guida derivate dalla letteratura scientifica primaria e da test empirici.

Che relazione sussiste fra interni ed esterni in un progetto che segue i cardini della biofilia?

Negli ultimi anni abbiamo notato una maggiore attenzione da parte delle aziende dell’arredamento per gli spazi esterni. Chi tradizionalmente produce mobili e accessori da interno ha allargato la gamma e offre anche prodotti da esterno che spesso non sono dissimili da quelli da interno. Questa tendenza del mondo dell’interior design è significativa, perché rispecchia quanto apprezziamo vivere all’aria aperta e preferibilmente, dove possibile, a contatto con la natura. Possiamo dire che gli esterni sono sempre più un’estensione degli interni: la vista dall’interno verso l’esterno è fondamentale e chi ne può beneficiare gode di un grande privilegio. La luce naturale negli ambienti interni è stimolante per noi esseri umani, come anche vedere lo scorrere dei fenomeni meteorologici, il cambiare delle stagioni, il ciclo giorno-notte. Avendone la possibilità, è un’ottima idea creare una piccola oasi di verde sul balcone di casa che possiamo contemplare anche dall’interno.

 

Sviluppare un progetto seguendo la biofilia ha costi più alti?

Una delle caratteristiche del biophilic design è il fatto di potere intervenire anche con budget limitati: per esempio, invece di scegliere una pavimentazione di pietra naturale – che ha un costo elevato – si può optare per una in ceramica dall’estetica simile. E, poi, un’adeguata e piacevole illuminazione artificiale è permessa anche con lampadine led di ultima generazione che ormai hanno costi possibili. Possiamo dire che i costi di un progetto di biophilic design sono in relazione alla sua entità, grandezza e sofisticazione, ma non vediamo significativi aumenti dei costi rispetto ad un progetto tradizionale di interior design. L’importante è rivolgersi a un architetto o geometra esperto di questo tipo di approccio o, piuttosto, coinvolgere un consulente che possa affiancare l’architetto nella redazione del progetto, soprattutto per interventi più complessi. L’economia di un progetto biofilico va calcolata in un’ottica più ampia e nel tempo. Ci sono ormai numerose prove scientifiche che dimostrano quanto, nel caso di un ambiente lavorativo realizzato secondo le regole del biophilic design, il tasso di assenteismo diminuisca e come i lavoratori siano più produttivi e concentrati sulle proprie mansioni. In ambito ospedaliero, il paziente che può disporre di una vista su uno scenario naturale, tende ad accelerare la ripresa. Si capisce, quindi, che l’adozione di progetti biofilici comporta benefici positivi per la società anche in termini economici.

La biofilia può essere applicata anche nelle ristrutturazioni?

Certamente, può essere applicata a tutte le scale, dalla urbanistica a quella architettonica, fino agli interni; per nuove costruzioni e anche in situazioni di preesistenza. Poiché spesso non si possono prevedere interventi strutturali in una ristrutturazione o non è consentito aumentare le superfici vetrate per una migliore vista sull’esterno
e per avere più luce naturale negli ambienti, ci sono molte altre opportunità di facile realizzazione e a costi contenuti. Per esempio, interventi sull’illuminazione artificiale,
su rivestimenti, materiali, finiture e colori, sia degli arredi sia dell’ambiente stesso. Anche l’inserimento di piante e verde, in interni ed esterni, riconnette le persone
con la natura. Già la sostituzione di alcuni arredi e/o il cambio di disposizione negl spazi può dare buoni risultati. Nel caso di una ristrutturazione, l’esperto deve studiare l’ubicazione e la situazione intorno all’edificio, l’esposizione, i materiali e le tecniche utilizzati e verificare l’entità dell’intervento, per capire se sono già presenti aspetti di biophilic design e quali potenziali può avere l’intervento: a volte può bastare poco.

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Un giardino vero in casa, con un sistema di verde verticale. La proposta di Sundar Italia (www.sundaritalia.com) prevede piante scelte in base all'effetto e poi fissate con un'apposita struttura, completa di impianto di irrigazione.

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L’inserimento di piante e verde in interni ed esterni deve essere accuratamente studiato. Le specie vegetali, infatti, devono trovare un habitat favorevole per poter esercitare la loro funzione benefica.

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