Se la nostra abitazione avesse la fortuna di trovarsi al di sotto di una copertura piana potrebbe essere interessante pensare a una illuminazione di tipo zenitale, solitamente poco considerata e sfruttata: una soluzione ideale per aumentare la luminosità degli ambienti e nel contempo per differenziarne in modo qualitativo provenienza e quantità.
Mentre infatti i tradizionali serramenti verticali – finestre e porte-finestre – portano luce esclusivamente lungo il perimetro delle stanze, una apertura sul soffitto può illuminare gli spazi anche in profondità, dando accento a isole che rimarrebbero altrimenti buie. E distribuendo in modo più omogeneo la luminosità naturale durante l’intero arco della giornata.
La posizione in copertura infatti, se purtroppo il più delle volte non offre viste suggestive sull’intorno – a meno che l’edificio sia contornato da natura o da costruito sovrastanti –, garantisce un apporto di luce maggiore (l’intensità può essere a volte addirittura doppia) e soprattutto differenziato durante il passare delle ore e delle stagioni. I raggi solari riescono a incidere a lungo sulla superficie trasparente, praticamente dall’alba al tramonto, e suggestivamente riportano in tempo reale le condizioni e le trasformazioni della volta celeste.
Più o meno semplice da posare a seconda della struttura architettonica della copertura, una volta ottenuti tutti i permessi necessari, da parte sia dell’eventuale condominio sia delle autorità competenti, e fatte le opportune valutazioni statiche, una finestra su tetto piano (o un lucernario) diventa poi indispensabile in quegli ambienti in cui risulti impossibile installare un serramento verticale. Come ad esempio i corridoi interni agli appartamenti, i disimpegni, i locali di servizio. Inoltre, contribuisce a migliorare anche il ricambio necessario dell’aria, ottimizzando la ventilazione naturale degli ambienti e di conseguenza riducendo l’apporto di energia per il raffrescamento della casa.