Contenuti trattati
Quando si vuole (o deve) rifare il pavimento, di solito ci si interroga su quali lavori andranno fatti e su quanto sarà complicato ciò che ci aspetta. Le modalità di intervento sono ovviamente diverse e dipendono dalla situazione architettonica, dalle esigenze abitative e dal budget.
L’ipotesi di demolire anche il massetto (il sottostante strato portante a protezione del sottofondo), più invasiva e dispendiosa, è necessaria quando si desidera rinnovare anche gli impianti tecnici; può essere invece evitata quando le tubazioni sono relativamente nuove oppure la casa non è quella definitiva e, quindi, non vale la pena imbattersi in un cantiere lungo e invasivo.
In questi ultimi due casi si può optare per un intervento più snello e quindi sovrapporre direttamente al preesistente rivestimento una nuova finitura.
In generale, rivolgersi a un professionista del settore può aiutare a distringuere le diverse possibilità, che si possono sostanzialmente sintetizzare in 4 casistiche precise, più alcune alternative.
Come individuare il tipo di massetto preesistente
Il massetto può essere di diverse tipologie:
- cementizio, il più comune, a base di cemento e sabbia, mescolati con acqua;
- autolivellante, fluido al punto da creare una superficie finale perfettamente piana, andando a riempire eventuali avallamenti e/o dislivelli;
- alleggerito, contenente aggregati più leggeri che ne riducono il peso gravante sul solaio sottostante.
Purtroppo non esiste un metodo immediato per identificare con certezza il tipo di massetto, poiché servono analisi tecniche specifiche e l’aiuto dell’occhio allenato di un progettista o di un professionista di settore preparato. Tuttavia, a volte alcuni indizi possono aiutare per una prima valutazione. Aspetto superficiale – la compattezza, ad esempio, caratterizza un massetto cementizio, fessurazioni e screpolature individuano invece problemi di essicatura – e colore sono peculiarità utili nella cernita, così come resistenza, durezza e risonanza alla percussione. Ma anche la natura del rivestimento esistente: alcune pavimentazioni infatti si abbinano esclusivamente a determinati tipi di massetti. Ad esempio, i vecchi parquet inchiodati richiedevano massetti particolarmente stabili e asciutti, oltre che spessi per poter alloggiare i magatelli di legno a cui venivano fissati, mentre lastre di gres porcellanato dallo spessore ridotto possono nascondere massetti autolivellanti, adatti alla necessaria complanarità del piano di posa. Indagini più approfondite, che eliminino ogni grado di incertezza, richiedono il prelevamento di un campione per una analisi chimica in laboratorio.
Cosa fare se si trovano più rivestimenti sovrapposti o persino più massetti
Trovare più rivestimenti o massetti sovrapposti in una casa è un problema piuttosto comune in fase di ristrutturazione. Questa situazione, oltre a presentare un carico non irrilevante sulle strutture portanti, al momento delle demolizioni per il rinnovamento degli impianti può comportare la rimozione non prevista di più strati di materiale e la conseguente presenza di dislivelli anche sensibili tra i diversi locali dell’abitazione, da risolvere con prodotti autolivellanti, nei casi meno gravi, o con massetti alleggeriti.
Come intervenire – se drasticamente o mediante modalità meno invasive – dipende da diversi fattori, sia tecnici sia soggettivi: condizione dei rivestimenti e dei massetti stessi (se in buono stato, solidi, privi di rigonfiamenti o crepe…), quota delle porte e dei serramenti esterni preesistenti, motivo della ristrutturazione, risultato finale desiderato, budget disponibile.
1) Demolire pavimento e massetto per rifare tutto nuovo: pro e contro
Si tratta della situazione più drastica e completa, che implica l’apertura di un vero e proprio cantiere per la demolizione degli strati edili preesistenti e la rimozione (con smaltimento) dei detriti, e per il loro successivo rifacimento totale.

Nuovo sottofondo per nuovo pavimento. Ristrutturazioni Edili Di Dedi Florian di Rozzano. Foto e progetto architetto Lisa Santin, studio S 2 ARCHITETTI.
Vantaggi
- possibilità di rifacimento totale degli impianti idraulico ed elettrico, generalmente annegati nel massetto, con disposizione e portata utili alle nuove esigenze funzionali e maggiore sicurezza di tenuta e di durata nel tempo; se il lavoro di trasformazione interessa tutta la casa, si può anche pensare di cambiare tipologia di riscaldamento, passando magari ai pannelli radianti;
- riduzione del peso totale del pacchetto strutturale del solaio, con l’eventuale opzione della posa in opera di un massetto alleggerito (conglomerato cementizio con aggregati più leggeri, come ad esempio l’argilla espansa, il polistirolo o anche solo delle bolle d’aria) al posto di quello vecchio;
- controllo della stratigrafia finale del solaio, anche dal punto di vista degli spessori, e della qualità materica e prestazionale di tutti i nuovi strati, inclusi quelli eventualmente isolanti.
Svantaggi
- opere edili invasive, che richiedono modalità tecniche importanti e di conseguenza tempistiche appropriate, oltre che l’obbligo di non poter temporaneamente abitare lo spazio oggetto dei lavori;
- impegno economico maggiore rispetto a soluzioni più semplici e veloci.

Massetto radiante per riscaldamento a pannelli di Leca (http://www.leca.it)
2) Sovrapporre massetto e pavimento nuovi sopra il preesistente: pro e contro
È sicuramente la soluzione più semplice e immediata, poiché non implica il lavoro di rimozione delle preesistenze e di conseguenza la relativa spesa, ma può avere in alcuni casi delle ripercussioni nel tempo, oltre che nell’immediato.
Vantaggi
- velocità di realizzazione, grazie alla sovrapposizione diretta senza opere preventive;
- impegno economico minore rispetto a soluzioni più complesse e dalle tempistiche lunghe.
Svantaggi
- impossibilità di sostituzione degli impianti tecnici;
- aumento del peso totale del pacchetto strutturale del solaio, anche se si prevede la posa di un massetto alleggerito su quello vecchio;
- incremento sensibile dello spessore finale, che rende spesso necessario un lavoro di adeguamento – solamente se possibile, tra l’altro – della quota delle porte e dei serramenti esterni, per ottimizzarne altezze e funzionalità;
- mancata verifica della stratigrafia totale del solaio e della qualità materica e prestazionale degli strati preesistenti.
3) Un compromesso tra demolizione totale e sovrapposizione se si devono rifare gli impianti: pro e contro
Tra le due ipotesi estreme – rimozione totale di massetto e rivestimento oppure realizzazione in aggiunta di un nuovo strato di supporto con finitura di completamento – se ne può valutare una terza, giusta via di mezzo: ovvero l’opzione di mantenere la stratigrafia preesistente, incidendola con delle tracce a pavimento per il passaggio di nuovi impianti tecnici (una volta resi inattivi quelli vecchi). Le tracce vengono poi richiuse con malta cementizia e, una volta eventualmente livellata la superficie con appositi prodotti, si può procedere semplicemente alla posa di un nuovo rivestimento, senza necessità di un ulteriore massetto.
Vantaggi
- impianti elettrico e/o idraulico rinnovati;
- riduzione della spesa riguardante demolizioni invasive e relativa rimozione delle macerie
- niente sovraccarico alla soletta,
- taglio delle tempistiche per il completamento dei lavori.
Svantaggi
- è richiesta una mano d’opera particolarmente esperta;
- possono essere necessari interventi anche alle pareti.
Risolvere il problema con l’arredamento
A volte la decisione di mantenere il massetto preesistente ma abbandonare gli impianti tecnici vecchi, riposizionandone di nuovi, implica la creazione di dislivelli rilevanti o di passaggi di cavi e tubazioni difficilmente nascondibili sotto traccia (ad esempio se si accavallano o nei punti di risalita dal pavimento ai muri perimetrali). Può allora venire in aiuto l’arredamento, con soluzioni personalizzate che riescano a celare alla vista la pavimentazione preesistente rovinata dai tagli per il passaggio delle dotazioni tecniche o i componenti stessi di queste ultime. Ideali a tal scopo sono pedane e boiserie, che rivestono le superfici con spessori tali da riuscire a nascondere perfettamente massetti al rustico, imperfezioni, elementi tecnologici. Un’idea che permette anche di cambiare destinazione a una stanza, coprendo terminali dell’impianto idrico non più utilizzati – se ad esempio una cucina o un bagno diventa camera da letto – e cavi e tubazioni impossibili da annegare nel massetto preesistente, magari per timore di danneggiare l’impianto di riscaldamento condominiale.

Progetto Homarchitetti (http://www.homarchitetti.com); Foto Barbara Corsico
4) Sovrapporre un nuovo rivestimento a uno preesistente: pro e contro
In alcuni casi la sola e semplice sovrapposizione di un nuovo rivestimento a uno preesistente può essere l’alternativa migliore, per avere un risultato estetico accettabile risolvendo i disagi dovuti a lavori di demolizione e di rifacimento, produzione di macerie da smaltire, investimento economico.
Quando tenere sotto il pavimento vecchio
La possibilità di cambiare pavimento senza rimuovere quello preesistente dipende da una serie di fattori, di tipo tecnico e strutturale:
- situazione del massetto, che deve essere stabile e planare;
- tipo e stabilità del rivestimento vecchio, saldo e aderente al massetto sottostante al fine di supportare un nuovo strato sovrapposto ma soprattutto garantirne la tenuta nel tempo;
- materiale e spessore della nuova finitura da sovrapporre, che non deve caricare ulteriormente di peso la soletta e soprattutto non innalzare talmente la quota di calpestio da dover modificare il posizionamento delle porte.
È dunque importante valutare lo stato del sottofondo e la scelta del nuovo materiale di finitura (considerandone resistenza, adattabilità allo strato materico sottostante e spessore). Eventuali vizi della pavimentazione preesistente – mancata planarità, fessurazioni importanti, distacco parziale dal massetto… – si possono comunque risolvere con la posa di prodotti specifici come gli autolivellanti, i primer riempitivi e sigillanti, le colle.
Vantaggi
- tempi rapidi;
- cantiere abbastanza pulito;
- costi contenuti (incide la qualità del nuovo rivestimento e, naturalmente la mano d’opera);
- ambienti praticabili e vivibili in fretta.
Svantaggi
- aumento della quota di pavimento, più o meno sensibile a seconda dello spessore del nuovo rivestimento e dello strato di collante;
- non adatto a un rinnovamento parziale, di uno o alcuni ambienti, ma solo se riguarda tutta la casa (altrimenti si creano dislivelli che devono essere compensati con profili, esteticamente non graditi a tutti).
Sovrapposizione di un nuovo pavimento su uno esistente (Foto e progetto Clara Bona).