L’interesse delle famiglie per le tecnologie di sfruttamento delle fonti di energia rinnovabili sta aumentando, grazie all’accresciuta sensibilità per i temi riguardanti la sostenibilità ambientale e nel contempo all’attenzione per il risparmio sui costi di gestione di una casa che queste soluzioni possono portare.
Anche l’Unione Europea sta promuovendo l’utilizzo di fonti alternative con il Piano Clima 20-20-20, che, attraverso una serie di norme vincolanti per i paesi della Comunità, si pone l’obiettivo di tagliare del 20% le emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) e di aumentare del 20% lo sfruttamento di fonti rinnovabili per il fabbisogno energetico entro il 2020.
Tra le tante soluzioni oggi disponibili sul mercato ci sono i pannelli solari termici, in grado di utilizzare l’energia solare per produrre acqua calda sanitaria e, se l’impianto installato lo permette, di integrare il sistema di riscaldamento. Se si pensa che in media si consumano ogni giorno dai 30 ai 50 litri di acqua a persona e che l’irraggiamento dei pannelli avviene comunque tutto l’anno, è facile dedurre come una scelta di questo tipo possa ridurre sensibilmente l’utilizzo della caldaia tradizionale o di evitarne addirittura l’impiego per lunghi periodi (dai sei agli otto mesi all’anno a seconda della zona climatica), con un conseguente importante risparmio economico.
Ovviamente per selezionare la tipologia di pannello più adatto alle proprie esigenze familiari è necessario rivolgersi a un tecnico qualificato, capace di dimensionare l’impianto solare termico e di installarlo considerando le tante variabili possibili: caratteristiche dell’abitazione, zona climatica, orientamento e inclinazione della copertura, numero di abitanti della casa e abitudini. Presupponendo ad esempio una famiglia di 3/4 persone in una abitazione con caldaia tradizionale istantanea i pannelli solari di ultima generazione, in abbinamento a un bollitore, possono arrivare a garantire il fabbisogno di acqua calda per l’intero nucleo familiare. Se in più si decidesse di sostituire anche la caldaia con un apparecchio a condensazione, la gestione più efficiente dell’intero sistema porterebbe a un ulteriore risparmio in termini di costi di gestione e di funzionamento della caldaia stessa.
In Italia tra l’altro, fino alla fine del 2017, è possibile detrarre il costo dei lavori di riqualificazione energetica usufruendo di sgravi fiscali fino al 65%, riducendo in tal caso i tempi di ammortamento dell’impianto stesso.
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