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Il parquet si adatta perfettamente sia all’arredamento moderno che a quello classico e si apprezza notevolmente anche con qualche segno di usura, che gli conferisce un aspetto vissuto ed evocativo. Essendo realizzato in legno, il parquet è considerato un rivestimento naturale, ma è davvero totalmente atossico? Vediamo come riconoscere un parquet ecologico e come trattarlo.
Parquet tra i rivestimenti più richiesti
La maggior parte delle persone se pensa ad un ambiente accogliente, caldo, intimo e al tempo stesso di grande fascino, immagina che il pavimento sia in parquet. Questo rivestimento ancora oggi è infatti un trend, tanto che anche il comparto della ceramica negli ultimi anni ha visto un’impennata delle vendite di pavimenti e rivestimenti ceramici (gres porcellanato effetto legno) che si ispirano esteticamente alla texture del parquet, proposta in diverse finiture e tonalità di colore. Ma gli amanti del legno e delle sue proprietà non rinunciano al vero parquet, di cui sul mercato vi sono diversi tipi, caratterizzati da qualità e dettagli che fanno la differenza.
Nella scelta del parquet, però, non bisogna fare attenzione solo all’estetica, ma soprattutto alle caratteristiche tecniche, alla capacità del legno di resistere nel tempo all’usura e agli sbalzi termici e alla sua eco-compatibilità. Infatti, anche se il parquet apparentemente è realizzato solo in legno, materiale 100% naturale ed ecologico, questo non sempre è vero, e purtroppo non sempre è sinonimo di sostenibilità, in quanto nella trasformazione in pavimento, il legno viene spesso unito ad altri materiali meno pregiati o viene trattato con sostanze che ne alternano i pregi naturali, spesso nocive per l’ambiente e la salute e che possono contribuire ad aumentare l’inquinamento indoor.
Come riconoscere un parquet ecologico?
Il parquet di una stanza impatta su 10/20 metri cubi della stessa aria. Ecco perché innanzitutto, quando si sceglie il parquet da posare in casa, è bene fare attenzione all’origine del legname. Se ecosostenibile, infatti, il parquet viene realizzato con legname proveniente da foreste certificate e gestite in modo totalmente legale e sostenibile, e il legno viene sottoposto a severi controlli. Inoltre, bisogna accertarsi del processo produttivo che ha subito il legno per la sua trasformazione e a quali trattamenti di finitura è stato sottoposto.
Il legno nobile, di alta qualità, normalmente è dotato di certificazione E1 che attesta la bassa, se non nulla, presenza di formaldeide, contenuta principalmente nei collanti utilizzati per la realizzazione dei pavimenti prefiniti. Oltre alla certificazione per le emissioni di formaldeide, viene effettuato lo screening VOC del pavimento in legno, che verifica la presenza o meno di composti organici volatili.
Per quanto riguarda invece la finitura, è bene accertarsi che vengano utilizzati cere, oli o vernici ad acqua naturali, grazie a queste sostanze eco-friendly e biocompatibili, si ha infatti maggiore garanzia di sicurezza e si ha la certezza che il legno continui a “respirare” e a mantenere inalterate nel tempo le sue caratteristiche di termoregolazione.
Quando si sceglie il parquet da posare in casa, quindi, oltre alla lavorazione, al colore e al prezzo, è importante controllare provenienza e certificazioni.
Riassumendo, alcune caratteristiche importanti a cui bisogna porre particolare attenzione per essere sicuri di scegliere un parquet ecologico, sono:
- le certificazioni FSC e PEFC garantiscono la provenienza del legno da foreste controllate, situate principalmente in Europa e gestite in maniera totalmente sostenibile, che ricorrono alla ripiantumazione periodica degli alberi. Questi enti controllano il processo di produzione, attestando che i materiali utilizzati per proteggere il legno da funghi o muffe o le colle per realizzare il parquet o per la posa siano naturali, e il processo di distribuzione, controllando anche il trasporto del legname, in modo da abbattere notevolmente le emissioni;
- presenza della marcatura CE – DOP, che attesta la conformità del prodotto ai requisiti stabiliti dal regolamento della Comunità Europea in materia di sicurezza, tra cui ad esempio l’assenza di formaldeide o di pentaclorofenolo – composto utilizzato come pesticida e disinfettante risultato estremamente tossico;
- tinte e finiture utilizzate devono essere quasi del tutto prive di VOC (composti organici volatili) e formaldeide. Ecco perché oggi si tende ad optare per finiture a base di olio di origine minerale o vegetale, cera o vernici ad acqua, prodotti ecologici utilizzati in bioedilizia. Alcune indicazioni in questo senso può darle il marchio europeo di qualità ecologica Ecolabel che attesta proprio il ridotto impatto ambientale di un prodotto (per esempio quelli utilizzati per colore e finiture per parquet) nelle varie fasi del suo ciclo di vita, a parità di qualità e prestazioni, in particolare: ridotto impatto sulle foreste, ridotti consumi di energia, minori emissioni nell’acqua e nell’aria, uso limitato di sostanze pericolose e maggiore sicurezza per la salute nell’ambiente domestico. Per l’emissione di formaldeide, i parquet ecologici sono certificati dall’ente CATAS e suddivisi in classi. La classe 1 ad esempio, considerata la migliore, prevede emissioni pari a 0,1 mgHCHO/m2h;
- sono fondamentali in questo senso anche i materiali utilizzati dai tecnici per la posa, ovvero colle o adesivi, che devono essere certificati Ecolabel ed esenti da solventi o sostanze nocive per la salute e l’ambiente. È bene porre molta attenzione nella scelta, sostanze come il metanolo, ad esempio, che si forma con l’indurimento della colla possono portare a sviluppare la SBS (Sindrome dell’edificio malato) o l’insorgere di malattie respiratorie. Nella maggior parte dei casi, la posa viene effettuata dai tecnici dell’azienda da cui si è acquistato il pavimento, di conseguenza è bene accertarsi già in fase di acquisto di quali materiali verranno utilizzati e richiedere specifiche e caratteristiche che ne attestino la biocompatibilità.
Molto importante infine per la sicurezza, anche se non direttamente correlata alla compatibilità, è invece la certificazione CFL-S1, che certifica che il pavimento in legno sia resistente al fuoco.
Solo quando il parquet rispetta tutti i requisiti predetti e garantisce la massima sicurezza sia in fase di posa che negli anni a venire, può essere considerato un rivestimento biocompatibile, ideale per la bioedilizia.
Trattamenti e vernici per parquet a basso impatto
Come prendersi cura del parquet in modo più green? Anche la scelta dei prodotti per la cura e la manutenzione del parquet è molto importante, per evitare di diffondere sostanze nocive nell’ambiente domestico. Il parquet non può essere né lavato con abbondante acqua, che può danneggiare il legno, né essere trattato con elettrodomestici a vapore, candeggina o detersivi chimici schiumogeni. Per la cura del parquet è possibile ricorrere a prodotti del tutto naturali che ne preservano caratteristiche e lucentezza come la cera d’api, l’olio d’oliva puro o la cera oppure optare per trattamenti appositamente studiati dalle aziende produttrici per trattare il parquet rispettare elevati standard ecologici, come miscele di oli vegetali arricchiti con resine naturali privi di rilasci nocivi nell’ambiente.
Per approfondire tanti aspetti del parquet, dall’essenza da scegliere al disegno di posa, non perdere la nostra Guida Parquet: