Il pellet è un biocombustibile prodotto dai residui di lavorazione del legno vergine. È una risorsa naturale al 100%, rinnovabile ed ecofriendly e il suo utilizzo si sta rapidamente diffondendo anche in Italia, come alternativa ai combustibili fossili e al legno. Nel giro di dodici anni la produzione mondiale è più che decuplicata, passando da 1,8 milioni di tonnellate del 2000 agli oltre 23 milioni del 2013 per la maggior parte prodotti in Nord America ed entro i confini della Comunità Europea. In Italia, secondo consumatore europeo di pellet, questo combustibile è usato soprattutto per alimentare le stufe per il riscaldamento domestico ed è ormai considerato un bene di largo consumo, facilmente reperibile nei negozi e nelle catene dedicate al bricolage.
Come scegliere il pellet di qualità
All’occhio meno esperto, il pellet può apparire tutto uguale ma non è così. Sulla confezione appaiono loghi, scritte e simboli che vanno saputi interpretare. Innanzitutto, a seconda del tipo di legno da cui ha origine, il potere calorifico del pellet cambia. Altri indicatori di qualità del prodotto sono il ridotto contenuto di ceneri e la percentuale di umidità, che dev’essere contenuta e sempre inferiore al 10% ma la caratteristica più importante che contraddistingue un prodotto di qualità è la presenza della certificazione. Ne esistono varie, rilasciate da enti certificatori di vari Paesi; la più importante, valida su tutto il territorio europeo, è la ENplus, basata sulla norma EN 14961-2 che certifica l’intera filiera del prodotto, dalla produzione allo stoccaggio, fino al trasporto presso il rivenditore.
Il controllo dell’intero processo viene effettuato da un ente terzo e indipendente che attraverso un’azione di sorveglianza periodica, garantisce che il prodotto mantenga inalterate nel tempo le sue caratteristiche. La norma EN 14961-2 introduce tre classi di qualità: B, A2 e A1, che corrisponde alla qualità più elevata, con un contenuto di ceneri massimo dello 0,7%.