Per casa Rubner, legno tra tradizione e contemporaneità

Forte personalizzazione e soluzioni architettoniche contemporanee per la casa di legno che la famiglia Rubner ha commissionato.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 12/09/2019Aggiornato il 12/09/2019
Rubner Haus- Credit Stefano Scato

In Val Pusteria la famiglia Rubner, che ha fatto del legno e della sostenibilità la propria fortuna aziendale ed è proprietaria del marchio Rubner Haus che produce case industrializzate con questo materiale, ha bandito un concorso privato a inviti per la propria casa. Progettata partendo dal concept Studio dell’azienda, modello di abitazione industrializzata focalizzato sulla personalizzazione elevata e sulla originalità delle soluzioni architettoniche, sfrutta la materia prima derivata dagli alberi per un risultato estremamente scenografico.

Foto di Manuela Tessaro

Esterni Rubner Haus , foto di Manuela Tessaro

Il legno ha fatto infatti grandi passi avanti nel settore dell’edilizia, con prestazioni analoghe a quelle dell’acciaio e del cemento armato, seppure con un peso sensibilmente inferiore di questi materiali (ad esempio circa il 75% in meno del calcestruzzo) e un ridotto consumo di energia in fase di produzione e di lavorazione. E questa casa ne è l’esempio: sfrutta il materiale tradizionale reinterpretandolo in chiave estremamente contemporanea, dal punto di vista sia dell’estetica sia della sostenibilità.

«Gli spunti che hanno ispirato questo ambizioso progetto sono stati diversi – introduce il progettista Stefan Hitthaler –. Innanzitutto le caratteristiche del terreno che dolcemente si apre su una piccola valle, da cui è nata l’idea di realizzare un’abitazione che ne seguisse la conformazione aprendosi verso ovest, dove il paesaggio è imponente.» Il volume del primo piano, interamente dedicato alla zona notte con quattro camere e due bagni, si distingue per i volumi aggettanti delle stanze, sorta di cannocchiali affacciati sul paesaggio montano circostante che terminano con balconi privati coperti. La cui struttura a sbalzo è completamente di legno, con travi portanti lamellari celate nei setti di muratura.

Al piano intermedio trova spazio l’area giorno, con cucina, soggiorno e bagno, mentre il volume sottostante ospita una sala da pranzo con cucina e bagno e una acetaia, in cui viene prodotto l’aceto balsamico di famiglia.

Foto di Stefano Scato

foto di Stefano Scato

Gli interni, dal tratto elegante e minimale, sono illuminati da ampie vetrate aperte sulla natura, che mantengono un dialogo visivo costante tra interno ed esterno. Anche qui il legno è protagonista, declinato negli arredi su misura e nella scala con gradini a sbalzo, scenograficamente inserita tra un setto cieco e una parete di cristallo. «La sfida – spiega l’interior designer Barbara Mayr – era creare un ambiente accogliente e caloroso che allo stesso tempo fosse essenziale e coerente con lo stile lineare dell’architettura esterna. Unito, inoltre, alla volontà di realizzare un arredamento completamente personalizzato. Ecco perché abbiamo scelto di utilizzare materiali scuri che riuscissero a far risaltare la spaziosità e la luminosità caratteristiche di ogni ambiente, come la pietra oleata, il legno invecchiato o laccato.»

Di minimo impatto ambientale, la casa è autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie anche a un impianto geotermico, che sfrutta il calore del sottosuolo per cederlo a una pompa di calore. La quale lo incrementa ulteriormente e lo distribuisce all’intero edificio. Medesimo processo avviene al contrario durante il periodo estivo, per raffrescare i locali. In tal modo è possibile avere “gratuitamente” tutto l’anno riscaldamento, raffrescamento e acqua calda per tutta l’abitazione.

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  • Foto di Manuela Tessaro
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