Contro le muffe a parete
La muffa – sempre sgradevole esteticamente e anche dal punto di vista della salubrità di un ambiente – può avere origine per differenti cause (umidità, ristagno di vapore, cattiva ventilazione… ). Pertanto per evitare che si riformino macchie dovute a spore fungine, vanno certamente risolte a monte le cause del problema ma intanto occorre intervenire per eliminarle con appositi prodotti.
Il Lavamuffe Inodore Biodegradabile al 100% 1MM GREEN di Madras è un detergente per la pulizia delle muffe presenti su tutte le superfici lavabili della casa: sanitari e fughe delle piastrelle, bagni e cucine, su mobili in legno, laminati, plastica e anche pareti perché non aggredisce le pitture. Non contiene cloro ed è inodore, quindi adatto sia per le camere che per la cucina. Penetra in profondità e aggredisce fino alla radice muffe e affini disgregandole. http://www.madras.it

Il detergente antialghe per esterni Algaenet di FILA sanifica e pulisce a fondo, eliminando alghe, muffe, licheni da pareti e pavimenti esterni, oltre a rimuovere sporco e annerimenti dovuti a polvere e smog, macchie da ristagno di foglie eccetera. Pronto all’uso, è efficace dopo soli 15 minuti dall’applicazione. http://www.filasolutions.com
Spesso la parte inferiore dei fabbricati presenta efflorescenze (macchie biancastre) e rigonfiamenti dell’intonaco che, nel giro di poco tempo, sono destinati a staccarsi: questi sono i classici sintomi della presenza di umidità di risalita. Le soluzioni sono diverse e a seconda dell’entità del problema e della situazione bisogna prima eliminare la causa e risanare la muratura, poi si può applicare un nuovo rivestimento.

L’apparecchio di Domodry® agisce contro l’umidità interrompendo il flusso di risalita capillare dell’acqua, agendo sulla carica elettrica con la neutralizzazione di carica. http://www.domodry.it

Dispositivo magnetico contro l’umidità di risalita Polopposto® sfrutta i principi del campo magnetico. Con applicazione fai-da-te, il dispositivo inverte il percorso di risalita dell’acqua. http://www.polopposto.com

Impianto di Elo System. Contro l’umidità: l’elettrosmosi. Il sistema con elettrodi è monitorabile, anche a distanza tramite la centralina di controllo. http://www.elosystem.it

Crea una barriera chimica Mapestop di Mapei, una microemulsione siliconica concentrata, a base di silani e silossani, per la realizzazione di barriere chimiche contro l’umidità di risalita capillare. Il prodotto, diluito in acqua, si inietta a lenta diffusione per realizzare la barriera chimica. http://www.mapei.com
Pareti con crepe
La formazione di crepe e fessure alla base dell’edificio (e non solo) può essere un sintomo preoccupante. In questi casi si deve chiamare un esperto per fare analizzare i danni. Questi, infatti, possono essere il segnale di un cedimento delle fondazioni o del deterioramento del legante nelle murature, problemi che purtroppo si possono verificare anche in edifici di recente realizzazione.
Le cause più comuni sono: l’essiccamento degli strati superficiali del terreno, la presenza di piante con apparato radicale molto esteso, la rottura di tubature o dei condotti fognari o degli scavi realizzati nelle vicinanze dell’edificio.
In queste situazioni occorre fare ricorso a interventi che abbiano una ridotta invasività. Ecco perché spesso la soluzione è il consolidamento tramite l’iniezione di una resina speciale direttamente nelle fondazioni attraverso una serie di fori; questo materiale si espande rapidamente, compattando il terreno.
Tali operazioni vengono monitorate costantemente con un sistema laser che ne garantisce la sicurezza e ne verifica l’efficacia immediata, registrando anche i movimenti millimetrici. Ci sono invece situazioni in cui si deve ricorrere a particolari dispositivi in grado di sollevare le strutture inclinate e di trasferirne il peso a strati più profondi del suolo.

Il sistema Deep Injection di Uretek utilizza la resina Geoplus® da iniettare nei terreni di fondazione con problemi di cedimento, per compattarli. http://www.uretek.it
Anche cavillature e fessurazioni nell’intonaco scatenano processi di degrado: sbollature e sollevamenti (l’intonaco farà “cartella”). Si formano a causa delle tensioni differenziali indotte dai piccoli movimenti a cui la struttura è soggetta, delle eccessive tensioni di ritiro dell’intonaco o dell’azione meccanica dovuta all’anomala presenza di umidità negli strati di supporto.
A piccole fessurazioni si rimedia con stuccatura e ritinteggiatura. Un degrado più esteso richiede invece interventi di ripristino: fino al 30% della superficie si interviene localmente.
È necessaria la totale stonacatura, quando a essere compromesso è più del 50% del rivestimento. Si possono anche valutare rivestimenti alternativi se si desidera modificare l’estetica.