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Quando si progetta una cucina, oltre che alla distribuzione delle funzioni e allo sviluppo della composizione, bisogna pensare contemporaneamente alla finitura di pavimenti e pareti. La scelta di tutti questi elementi deve essere fatta valutando al contempo gli uni e gli altri, senza esclusioni e pensando agli abbinamenti giusti.
E se dei pavimenti esistenti bisogna tenere conto nella scelta dei mobili, per la finitura delle pareti si è più liberi e si può prevedere di cambiarla con facilità, specie se si opta per pitture e smalti, che possono nel tempo anche essere cambiati spesso.
Le possibilità di scelta fra le varie finiture sono davvero tante e – focalizzandosi su quelle adatte alla parte dietro ai mobili e sopra il piano di lavoro, ovvero la zona che viene chiamata “alzata” o schienale (nel caso di un pannello di rivestimento) – si possono sintetizzare così:
- smalti o resine
- piastrelle
- grandi lastre in gres
- carte da parati
- laminati
- marmi o pietre naturali
- materiali ricomposti o pietre ingegnerizzate
Pareti e alzate cucina
Che cosa valutare
In particolare, materiali e colori per l’alzata e parete dietro l’area di lavoro vanno pensate soprattutto in relazione al top con lavello e fuochi. Come rivestire o trattare questa zona è un tema che impegna molto nella progettazione della cucina coinvolgendo sia aspetti meramente pratici sia altri squisitamente estetici.
Può bastare un’alzatina di altezza contenuta o è meglio salire fino ai pensili? È consigliabile utilizzare lo stesso materiale del piano di lavoro o è meglio cambiare? Quali materiali proteggono di più e quali sono più convenienti, dal punto di vista economico e da quello pratico?
Che cosa privilegiare
Le soluzioni possono variare a seconda del gusto del personale, ma prima di tutto bisogna domandarsi quale aspetto si preferisce privilegiare: estetica, praticità, resistenza, economicità?
La soluzione più economica e quella più costosa
La soluzione più semplice ed economica è quella di dipingere; quella esteticamente più “pulita” ma più costosa è utilizzare per l’alzata e la parete lo stesso materiale del piano: può essere l’acciaio, il marmo, i laminati effetto pietra che ora si usano moltissimo, le quarziti, le piastrelle….
Mimetica o decor?
Si può optare per una superficie che quasi “sparisca” o per una che crei invece proprio in quel punto l’effetto decor.
Per tutta la parete o solo per l’alzata
Poi si deve decidere se limitare la protezione alla zona in cui ce ne è più bisogno, quindi dietro ai fuochi e al lavello, o rivestire tutta la parete.
PARETE CUCINA E ALZATA IN 12 CASE
Per aiutarvi a capire quale sia quella giusta per la vostra cucina, passiamo alla pratica e vediamo le soluzioni adottate in diverse case di cui l’architetto Clara Bona ha curato il progetto di interior decoration.
Smalto a parete: economico ma comunque d’effetto
Ecco il caso di una cucina in cui invece non è stata prevista nessuna alzatina. Il motivo è semplice: siamo in un soggiorno open space, e questa cucina la si voleva fare scomparire il più possibile e far assomigliare a un mobile consolle più che a una vera cucina. Per evitare di sporcare la parete è stata interamente dipinta con uno smalto ad acqua satinato perfettamente pulibile, in una tinta uguale a quella utilizzata per la laccatura dei mobili: un caldo grigio tortora tendente al marron glacé, colore che rispetto al bianco dissumula bene anche eventuali macchie. Cosa importante – quando si realizza un’intera parete a smalto – è avere il muro perfettamente liscio, prima deve essere eseguita una rasatura perfetta del fondo, perché tutte le imperfezioni risaltano tantissimo.
Carta da parati protetta con resina trasparente + alzatina mini
Iniziamo con la proposta più “insolita”: la carta da parati. Nell’immaginario è un materiale delicato, e quindi a prima vista potrebbe essere poco indicato per proteggere l’area dei fuochi e del lavello. Ma se viene dipinta a smalto satinato subito dopo la posa diventa facilmente lavabile: basta pulirla utilizzando una spugnetta leggermente bagnata. E se al posto dello smalto si sceglie una resina trasparente il risultato è ancora più protettivo. Un altro piccolo trucco è scegliere una carta con un decor che non metta in risalto eventuali macchie e imperfezioni: in questa foto la carta è il modello Albemarle di Cole and Son, che riprende il disegno di antiche mattonelle. Sempre consigliabile è poi proteggere la parte bassa, quella dell’attacco con il piano, con una alzatina di 8/10 centimetri, da realizzare nello stesso materiale del top (qui un marmo di Carrara).
Laminato, in versione nera e grintosa
Semplice ed economico, disponibile in un’infinita gamma di colori, il classico laminato ha sempre il suo perché. Certo va gestito con un minimo di accortezza: non si devono avvicinare troppo le pentole allo schienale o si rischia di rovinarlo. In questa cucina si è scelto in versione nero, super grintoso e molto azzeccato nell’accostamento con i pensili color legno e le basi bianche. Ma esistono decine di tinte e davvero non c’è che l’imbarazzo della scelta, non solo nei colori ma anche nelle finiture (per esempio quelli prodotti da Arpe o Abet Laminati). Va aggiunto che la superficie si pulisce benissimo ed è indicata anche per il piano lavoro quando si vuole realizzare qualcosa di semplice, economico ma stiloso. E se si vuole aggiungere un tocco in più il bordo del piano può essere poi bordato con ottone, metallo, legno…
Laminato effetto marmo. Dove non ci sono i fuochi
In questo caso, il piano cottura in vetroceramica è installato nell’isola e l’alzata è in laminato, una delle soluzioni più gettonate in questo momento: piano sottilissimo e alzata (che prosegue su tutta la parete, fino ai pensili) realizzati entrambi nello stesso materiale. Qui è stato scelto uno speciale laminato HPL, ad alta pressione, effetto marmo Calacatta, con le sue tipiche venature dorate su base bianca. Ma esistono infinite varianti di colori e di effetti, dal marmo all’ardesia, dalla superfici levigate a quelle effetto pietra a spacco… Il vantaggio di questo materiale, dalla superficie continua, è l’estrema praticità unita a un effetto di grande valenza estetica. Altro vantaggio è che anche il lavabo può essere ricavato nello stesso materiale, ottenendo quindi un risultato di grande pulizia formale, molto indicato per le cucine di sapore minimal.
Alzata dietro ai fuochi, alzatina nel resto della parete
Non sempre è necessario proteggere tutto il muro dietro al bancone: sta molto bene anche proteggere solo le parti “a rischio”. In questa cucina si è scelto di rivestire con il marmo bianco di Carrara, in versione levigata e satinata, scelto anche per il piano, solo la zona dietro ai fuochi, che sale fino alla cappa incassata nei pensili. Il resto del piano termina con un’alzatina di 8 centimetri; la parete retrostante è stata dipinta a smalto per essere comunque più resistente di una normale idropittura. Una scelta che si integra molto bene allo stile di questa cucina, dalle linee tradizionali e con un’attenzione speciale al decor: le ante a riquadri, i materiali della tradizione come il marmo, la laccatura dei mobili blu notte a contrasto con il verde salvia della parete sono scelte che contribuiscono a creare un interior molto personalizzato e unico.
Piastrelle bianche bordate a contrasto
Ecco la soluzione più semplice, la ceramica bianca. Ma che diventano speciali se utilizzate con qualche accorgimento in più. Ecco su cosa si è puntato: innanzitutto sono state scelte le intramontabili piastrelle diamantate (di Cesi) in versione rettangolare, misura 7,5×15 cm, posate a mattoncino sfalsato, che si abbinano molto bene al top super classico in marmo bianco con finitura satinata. A 60 centimetri dal piano, sono state bordate con una riga dipinta rosso mattone a smalto, di 3 centimetri di spessore, che fa da stacco tra la parete pitturata in un lieve grigio chiaro, e la zona piastrellata. Le piastrelle seguono l’andamento della parete ed entrano nella nicchia che si trova dietro al lavandino: un dettaglio che rende la situazione mossa e non anonima.
Alzatina da 25 cm: uguale alla parete non si nota!
Ecco l’altezza giusta per chi vuole una protezione ma che non si noti: 25 centimetri. Qui siamo in una cucina aperta su una sala, completamente a vista, caratterizzata da un design di ispirazione minimal e lievemente nordica. Piano e alzata sono il laminato, nello stesso colore grigio chiaro, per renderli poco invasivi e quasi trasparenti. L’attenzione si focalizza sui mobili, laccati color grigio scuro, e alla fascia orizzontale dei pensili: qui l’alzata visivamente risulta quasi in secondo piano. C’è, serve, ma quasi non si vede.
Piastrelle decor, in versione etno chic
A volte invece l’alzata diventa l’elemento su cui proprio punta il decor della cucina: è lei la protagonista. Per questo vanno scelte delle piastrelle molto belle e decorative oppure delle lastre di marmo dal disegno molto speciale… In questo caso ci troviamo in una cucina lineare e tutta bianca, minimal e super essenziale, ed è proprio l’alzata a dare un tocco grintoso all’insieme. Qui sono state scelte delle piastrelle in lava fatte a mano (Made a mano), una diversa dall’altra, con un motivo etno chic molto raffinato e delicato, che si fa notare senza essere troppo invasivo. Possiamo dire che senza questo schienale la cucina sarebbe stata quasi insignificante… e invece è stata completamente trasformata.
Smalto + mini profilo uguale al top
Utile – per proteggere la zona dietro al bancone quando si pulisce – una mini alzata. In questo caso si è utilizzata una misura minima: soli 5 centimetri e si è avuta l’accortezza di dipingere a smalto la fascia più a rischio: quindi oltre all’alzatina, realizzata in laminato come il piano lavoro, sono stati aggiunti 30 centimetri rasati e smaltati color grigio perla. Una scelta non solo funzionale ma anche estetica, perché questa fascia crea una linea orizzontale che dà un ritmo e un disegno alla cucina stessa, diventando elemento decorativo. La fascia finisce dove sono state posizionate delle semplici lampadine schermate e avvitate con portalampadine in ceramica al muro, pensate per creare l’illuminazione del piano lavoro in modo semplice ed economico. Altro dettaglio: il piano in laminato è stato bordato con un multistrato di betulla per aggiungere un tocco nordico all’insieme.
Carta da parati + vetro, un’idea vincente
Ecco un’altra idea pensata per essere decorativa ma anche facile da pulire: in questa cucina non si voleva rinunciare all’effetto jungle di una carta da parati botanica, ma dietro ai fuochi si voleva avere la massima protezione. È bastato aggiungere un vetro trasparente, realizzato della misura del piano cottura e poi imbullonato sulla parete proprio dove serve. Qui serve per proteggere la carta da parati, ma può essere anche posizionato direttamente sul muro: in questo caso è meglio non scegliere un vetro trasparente ma preferirlo in versione satinata o retrolaccata con un colore a scelta, che lo rende sicuramente più bello. C’è anche chi al posto del vetro usa lo specchio: l’effetto è sicuramente molto particolare, ma è molto difficile da tenere pulito e il rischio di alonature è sempre in agguato!
Vetrocemento per dare luce a un ambiente cieco
Il vetrocemento – materiale molto utilizzato negli anni ’80, diventato poi un po’ datato ma che sta tornando attuale, anche perché esiste in vari modelli e declinazioni: trasparente, zigrinato, decorato e colorato – è una soluzione molto utile se la cucina confina con un ambiente a cui serve far arrivare un po’ di luce. È facilmente pulibile, essendo vetro, ma le fughe, che sono più delicate e a rischio, vanno dipinte a smalto lavabile. In questa piccolissima cucina, la doppia fila di mattonelle dietro al lavabo e ai fuochi porta un filo di luce naturale a un bagno, e rende moderna e pulita la cucina bianca ed essenziale.
Doppia fascia di piastrelle patchwork
Questa cucina ad angolo si trova dietro a un muretto alto 120 centimetri che la divide dalla zona pranzo: per questo motivo si è scelto di rivestire e proteggere il retro della cucina fino a questa quota, senza salire fino ai pensili. La doppia fila di mattonelle (collezione Azuej disegnata da Patricia Urquiola per Mutina), formate 20×20 cm in gres porcellanato ha un decor patchwork effetto cementine. I toni del sabbia/tortora si ritrovano nei mobili e nelle stesse piastrelle rivestono anche il pavimento, declinato però con altre fantasie: anche questa è un’idea per creare continuità nel progetto, differenziando in modo soft così da mantenere un’uniformità di fondo che rende l’ambiente più rilassante.
Progetti di interior design e foto: architetto Clara Bona