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Cantine, ripostigli e lavanderie vengono considerati dalla normativa “vani accessori indiretti” (D.P.R. 1142/49), perché integrano la funzione dei locali principali. Diretti sono, invece, quelli strettamente necessari alla casa, come bagni e ingressi. Ai fini del Catasto, i primi vengono calcolati 1/4 dei vani principali, i secondi 1/3. La distinzione tra vani principali e accessori è importante perché differenti sono i requisiti minimi di agibilità (altezza, superficie, aeroilluminazione naturale). A Milano, per esempio, l’altezza media dei locali principali non deve essere inferiore ai 2,70 metri, mentre quella dei vani accessori a 2,40 metri. Se non soddisfano questi requisiti possono essere adibiti solo a locali senza permanenza di persone. In ogni caso, prima di iniziare i lavori è sempre necessario chiedere all’Ufficio Tecnico del Comune se l’intervento è fattibile e quali pratiche edilizie sono richieste per la trasformazione della cantina.
Cambia la destinazione d’uso
Si verifica in tutti e tre i casi illustrati, perciò è necessario presentare una comunicazione in Comune (scia) e, al termine dei lavori, una in Catasto (cambio di destinazione d’uso). Non si tratta però di un cambio di destinazione d’uso rilevante, come succede, invece,quando la categoria dell’unità immobiliare passa, per esempio, da residenziale a commerciale. I nuovi locali conservano infatti la caratteristica di vani accessori indiretti, quindi non varia l’imposta dovuta.
Progetto 1: la lavanderia separata
In una casa a schiera, un locale indipendente è dedicato esclusivamente a questa funzione. Vantaggi: si evita il disagio di lavare e stendere i panni in casa e si guadagna più spazio in bagno.
Il locale originario, collegato all’appartamento di proprietà tramite una scala interna, aveva già l’altezza minima richiesta dalla legge per i locali adibiti a lavanderia (in questo caso 240 cm) e una piccola finestra. Con soluzioni mirate è stato quindi possibile aumentare la funzionalità dello spazio di servizio. Il progetto sfrutta bene la superficie a disposizione e arreda con tutto ciò che serve per lavorare comodamente e in modo ergonomico. La lavatrice (1) e l’asciugatrice (2) sono rialzate da terra (si evita così di piegarsi per introdurre ed estrarre i panni), all’interno di una scaffalatura (3) dotata di ripiani nella parte superiore e di contenitori estraibili su ruote in quella inferiore. A fianco, un mobile lavatoio (4), offre la possibilità, all’occorrenza, di lavare anche a mano.
I lavori realizzati per la lavanderia
Isolare bene
Il vano al livello seminterrato è stato dotato di vespaio aerato, effettuato con uno scavo sotto il pavimento dall’esterno: ciò
ha permesso di conservare l’altezza minima interna richiesta dalla normativa. Sopra è stato realizzato un nuovo massetto, armato con rete elettrosaldata e completo di membrana anti-radon, pannelli termoisolanti e barriera al vapore. Il sottofondo è stato poi rivestito con piastrelle in graniglia di marmo.
Pareti
Quelle a contatto con l’esterno e con i locali non riscaldati sono coibentate con contropareti costituite da un telaio metallico collegato alla muratura tramite distanziatori, che forma così una camera d’aria; l’intercapedine viene riempita con materiale isolante, rifinito con pannelli in cartongesso, stuccati e verniciati con smalto all’acqua. La parete sopra il lavatoio è rivestita di piastrelle.
Impianti
All’interno della controparete vengono alloggiati i cavi elettrici e le tubature idriche per la lavatrice e l’asciugabiancheria, evitando così di forare la muratura. L’intervento ha previsto anche l’installazione, all’interno di questo locale, di un piccolo sistema di climatizzazione e di deumidificazione, con unità interna a soffitto.
Serramenti
La finestra con anta a ribalta è in legno con triplo vetro; all’ingresso è stato previsto un portoncino coibentato.
Progetto 2: spazio agli hobby
Pensato per una casa indipendente, la posizione della cantina e un’adeguata illuminazione naturale hanno permesso di realizzare una stanza da dedicarsi, in cui esprimere le proprie passioni.
Questo ambiente è situato completamente fuori terra, sul retro di una villetta a un piano, con accesso dal box. Non può però avere funzione di vano principale, in quanto non raggiunge l’altezza minima necessaria: viene perciò adibito a vano accessorio indiretto per svolgere funzioni che richiedono una permanenza temporanea. Fulcro del progetto d’arredo è il banco da lavoro (1), intorno al quale è disposto tutto ciò che serve per farlo comodamente, dalle cassettiere su ruote (2) ai pannelli portautensili (3). E tanto spazio per riporre ogni cosa, grazie a colonne sospese (4), pareti attrezzate (5) e rastrelliere verticali per le bici (6).
I lavori realizzati per la sala hobby
Riscaldamento
Prima non riscaldato, lo spazio viene ora dotato di un climatizzatore a pompa di calore. Una soluzione adatta a un uso non continuativo e meno onerosa di un ampliamento dell’impianto termico esistente. Ad alimentarlo, un piccolo impianto fotovoltaico installato sul tetto. Devono quindi essere coibentati tutti gli elementi che possono disperdere il calore verso l’esterno. Il solaio di copertura e gli infissi erano già isolati termicamente, mentre le pareti e i pavimenti erano solo protetti dall’umidità.
Pareti
Ai muri esistenti in laterizio vengono aggiunti pannelli in lana di roccia accoppiati a lastre di gesso. Già rifiniti dal lato a vista, vengono fissati alla parete tramite malta. Si passa poi alla stuccatura dei giunti e alla tinteggiatura, in questo caso con smalto all’acqua, fino ad almeno 2 metri di altezza.
Pavimento
A questo punto va isolato anche il piano di calpestio, procedendo innanzitutto alla rimozione del pavimento esistente e del sottofondo. Per conservare l’altezza utile del locale, bisogna eliminare uno spessore di pavimentazione pari a quella nuova, sommando tutti i singoli strati del solaio, dal vespaio aerato alle piastrelle ceramiche. La quota di isolamento termico è generalmente di 10 cm, ma va calcolata da un professionista, perché può dipendere da vari fattori, a seconda del tipo di edificio.
Progetto 3: ripostiglio versatile
Una parte della cantina in condominio conserva la sua funzione originaria, ma gli interventi per migliorarne il microclima e le scelte d’arredo hanno consentito di sfruttare lo spazio con vani per contenere.
La cantina interrata è di pertinenza e di proprietà di un appartamento condominiale. Nella trasformazione in ripostiglio, il locale rimane non riscaldato, ma adeguatamente isolato grazie a interventi mirati. La superficie di circa 4,70 mq è ben utilizzata con arredi disposti su due pareti, che lasciano allo stesso tempo sufficiente spazio al centro per muoversi in modo agevole. Il lato più corto è occupato da un piano d’appoggio angolare (1): sotto è sistemato un frigocantina freestanding (2) per conservare i vini, mentre sopra il top le altre bottiglie trovano posto in contenitori modulari. A destra dell’ingresso armadi a serranda (3) sfruttano l’altezza del locale, senza occupare spazio per l’apertura delle ante.
I lavori realizzati per il ripostiglio
Sistemi ad hoc
Bisogna innanzitutto mettere in atto soluzioni che migliorino la resistenza all’umidità di risalita, che penetra all’interno dei muri per capillarità a causa della porosità dei materiali.
Pavimento
Il piano di calpestio, in gres porcellanato ad alto spessore, poggia su un solaio con vespaio aerato; a ulteriore protezione, all’interno del massetto intermedio è prevista una guaina impermeabilizzante.
Pareti
I muri perimetrali sono isolati da un’intercapedine. Per migliorare la salubrità dell’ambiente, dopo aver eliminato il vecchio, viene steso un nuovo strato di intonaco macroporoso (con uno spessore di 3 cm).
Ventilazione
Il ricambio d’aria all’interno del ripostiglio è assicurata da una finestra orizzontale con apertura a ribalta che affaccia sul corridoio di distribuzione. Questo prende aria da una griglia d’aerazione collegata all’esterno dell’edificio (bocca di lupo).
Impianti
In aggiunta ai punti luce esistenti, vengono previste nuove prese per il frigocantina e per eventuali altri elettrodomestici. Il locale non è riscaldato: molti regolamenti edilizi (per esempio quello di Milano) stabiliscono che i locali interrati e seminterrati, se destinati a cantina, ripostiglio e depositi, non possano essere dotati di climatizzazione e debbano essere separati dai locali climatizzati.
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