Contenuti trattati
Sfruttare l’altezza dei soffitti è sempre possibile nelle abitazioni antecedenti il 1975 (ma anche in molte costruite dopo), perché i soffitti superano i canonici 270 cm attuali. Una risorsa che vale la pena considerare, con soluzioni che variano in base alle dimensioni dei volumi interni, per aggiungere spazio alla casa.
Se nelle abitazioni di nuova costruzione l’altezza interna è in media di circa 270/300 cm, come detto, nella maggior parte di quelle che appartengono al patrimonio immobiliare esistente (località montane escluse), è decisamente superiore.
Si tratta di quasi tutti gli appartamenti degli edifici civili costruiti in Italia fino all’inizio degli anni Settanta, di quelli antichi e storici e delle case singole, sia in città sia nelle zone suburbane. Spostandosi poi dai centri storici alle prime periferie, si trovano anche esempi di archeologia industriale in cui i volumi interni raggiungono altezze con valori decisamente elevati, ben oltre i 400 cm. A proposito di edilizia esistente, vanno poi considerati anche tutti gli esempi di recupero dei sottotetti ai fini abitativi, incentivato con leggi ad hoc in quasi tutte le Regioni italiane: qui le altezze sono almeno doppie.
Dunque, “l’altezza notevole dei soffitti” rappresenta un tema diffuso più di quanto si pensi, una grande risorsa da sfruttare: ma come fare?
Quando e come si può sfruttare l’altezza?
In tutti i casi in cui i soffitti superano ampiamente il valore minimo stabilito dal Regolamento edilizio del Comune (o della Regione) in cui è situato l’immobile, si può, con progetti mirati, sfruttare al meglio le altezze generose degli interni. Certamente le soluzioni sono molteplici e si differenziano per lo spazio a disposizione, per le finalità di utilizzo e per la tipologia di intervento a cui fa capo la creatività del progettista. Si passa dall’aumento della superficie della casa, sfruttando l’altezza per aggiungere un livello con un soppalco, alla creazione di controsoffitti dagli usi svariati, fino al solo rialzo della quota di pavimento con una pedana. Di qualsiasi natura e tipologia sia l’intervento per sfruttare l’altezza, è necessario verificarne prima la fattibilità, dal punto di vista normativo e tecnico. Di seguito, una serie di suggerimenti per i tre casi più comuni e fattibili:
- A. Il soppalco
- B. La pedana
- C. Il ripostiglio in quota
Sconti fiscali per i lavori in casa
È valida fino al 31/12/2020 la detrazione Irpef pari al 50% (fino a un massimo di 96mila euro per abitazione) dei costi sostenuti per i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia (Bonus 50%). Dei casi presentati di seguito, il soppalco abitabile è sicuramente agevolato fiscalmente. Le altre due soluzioni, invece, lo possono essere solo se fanno parte di un più ampio intervento classificato in una delle tre categorie sopra citate.
1) SFRUTTARE L’ALTEZZA DEI SOFFITTI CON UN SOPPALCO
Se si garantiscono i requisiti di abitabilità previsti dalle norme, il soppalco riesce a trasformare un unico volume a doppia altezza o più, in una casa su vari livelli, aumentandone la superficie abitabile. In altri casi può far ricavare uno spazio non praticabile, ma utilizzabile, per esempio, come zona notte sospesa. Tre le tecniche costruttive di seguito illustrate. Generalmente l’estensione del soppalco dipende dall’altezza del soffitto (tanto più questa cresce, quanto più il soppalco può essere ampio) e deve soddisfare una serie di requisiti:
- deve avere il lato maggiore aperto sugli spazi sottostanti
- deve essere dotato di un parapetto alto almeno 110 cm.
- per la verifica dell’aeroilluminazione, si deve tenere conto della superficie totale (locale soppalcato + soppalco).
Come costruire un soppalco
- In metallo: la struttura viene di solito ancorata alle pareti ma, a seconda di come si sviluppa e della muratura esistente, può richiedere i montanti di sostegno. Il piano di calpestio si realizza con un assito di legno o in lamiera, da rivestire con qualsiasi tipo di pavimento, persino lastre di vetro. Si può rifinire in armonia con lo stile e i colori della casa o lasciare a vista. Garantisce stabilità ed effetto scenico.
- In legno: autoportante o da ancorare alle pareti, il telaio ligneo è più veloce da realizzare rispetto alle altre tecniche, perché è composto da elementi prefabbricati. Di grande fascino, è durevole.
- In muratura: si può fare ricorso a tecniche costruttive diverse (per esempio travi in cemento armato + tavelle in laterizio + tamponamento in cemento o cartongesso), con i tempi richiesti dall’edilizia tradizionale. È stabile ed è privo dell’effetto vibrazione che talvolta si avverte nelle altre due tipologie.
Le norme che regolano il soppalco
- È convenzione ipotizzare in 450 cm l’altezza minima per inserire un soppalco praticabile (abitabile). Ma tale valore va considerato “un’indicazione di massima“, poiché c’è una serie di norme da rispettare.
- La costruzione di un soppalco per aggiungere superficie abitabile è un’opera disciplinata dalla normativa edilizia del Comune dove è situato l’immobile.
- I singoli Comuni, infatti, possono redigere un proprio Regolamento edilizio sulla base di quello “tipo” predisposto dalla Regione di riferimento il quale, a sua volta, fa capo a una disposizione nazionale unica che è il DM del 5 luglio 1975. Oppure possono scegliere di adottare quello Regionale.
- Questo significa che esistono differenze a livello nazionale, da Comune a Comune, oltre che da Regione a Regione, in particolare in merito alle altezze minime necessarie sopra e sotto il soppalco, affinché gli spazi siano abitabili.
- Laddove non esistano indicazioni, resta valido il DM del 1975 che fissa a 270 cm l’altezza per gli spazi abitabili e a 240 cm quella per i vani di servizio (come bagno e corridoio).
Un esempio
Il Regolamento edilizio di Milano prescrive che 210 cm sia l’altezza minima degli spazi sottostanti ai soppalchi e anche quella tra il pavimento finito dei soppalchi e il soffitto finito dei locali. Con tali caratteristiche, la superficie dei soppalchi, esclusa la scala di accesso, non deve essere superiore a un terzo di quella del locale soppalcato. È previsto, infatti, un aumento della superficie del soppalco qualora si abbiano altezze maggiori.
Per il soppalco si deve fare la pratica edilizia
La sesta sezione del Consiglio di Stato, nella sentenza n. 4166/2018 pubblicata il 9 luglio, ha confermato che la realizzazione di un soppalco rientra nel novero degli interventi di ristrutturazione edilizia, dal momento che determina un aumento della superficie utile dell’unità, con conseguente aggravio del carico urbanistico. Pertanto, è necessario presentare in Comune la relativa pratica edilizia (in genere la Scia). In assenza di tale iter burocratico, si commette il reato di abuso edilizio che, oltre a un procedimento penale, comporta anche l’obbligo di demolizione dell’opera realizzata in maniera illecita.
A) IL SOPPALCO IN METALLO
Con scale e passerelle, il soppalco doppio: 30 + 10 mq
In questo caso, l’abitazione è un loft ricavato in un ex edificio industriale convertito a residenza. Il volume interno di 80 mq e alto 500 cm è stato organizzato aggiungendo due livelli, pur preservando lo stile architettonico originario, rievocato dalla parete in mattoni a vista che è stata scoperta rimuovendo lo strato di intonaco durante i lavori di ristrutturazione. L’architetto Maurizio Davoli, dello studio di architettura Cda (www.cda-studio.it), ha così progettato un sistema di scale e passerelle che compongono un doppio soppalco abitabile e sfruttano l’altezza dei soffitti del volume interno. Il primo, intermedio, è di 30 mq e ospita la camera da letto, la cabina armadio e il bagno. Il secondo, di 10 mq (posto più in alto), è invece un piccolo studio. Tutta la struttura è in metallo, mentre il pavimento è in legno, con essenze differenziate tra gradini e soppalchi.
Il soppalco di 9 mq per il guardaroba
Nell’appartamento all’ultimo piano, l’aggiunta di un livello abitabile in camera da letto (dove il soffitto raggiunge 460 cm) è nata dall’esigenza di avere un’ampia zona guardaroba, che fosse uno spazio separato, in armonia con l’ambiente nel quale veniva ricavata. A questo scopo l’architetto Annalisa Carli (www.annalisacarli.com) ha progettato un soppalco di 9 mq, con struttura in acciaio, finitura sabbiata, tamponamenti in cartongesso e piano di calpestio in lamiera grecata, con pavimento in laminato effetto acero Canadese. La scala è nello stesso materiale delle travi di sostegno, così come il parapetto che è caratterizzato dalla protezione composta da tiranti in acciaio. Lo spazio sotto il soppalco è parzialmente sfruttato con un volume contenente il bagno.
Il progetto da copiare: lo studio sul soppalco sotto il tetto
In una villetta a schiera di 100 mq, a Nord di Roma, gli interni hanno affacci presenti su tutti i lati e la copertura a falde. Benché l’organizzazione dello spazio corrispondesse alle esigenze della famiglia, con un ampio living e la cucina abitabile separata, due camere da letto e due bagni, serviva poter disporre anche di uno spazio indipendente, dove riporre i molti libri e cd accumulati nel tempo. Il nuovo soppalco aggiunto misura 6 mq ed è totalmente aperto. Posto sotto la falda priva di lucernari, prende luce dall’ambiente sottostante anche attraverso il pavimento in vetro trasparente. L’architetto Paolo Giannitelli (www.linkedin.com/in/paolo-giannitelli-3745ba147) ha risposto alla richiesta della committenza trovando una collocazione specifica per tali oggetti, con l’idea di sfruttare i quasi 500 cm di altezza (calcolati da terra al colmo del tetto) che si raggiungono al centro del living. È stato quindi realizzato un soppalco abitabile che aggiunge la superficie necessaria (con altezza massima di 240 cm), senza penalizzare la luminosità della casa e senza incombere eccessivamente sull’ambiente sottostante, ma perfetto per sfruttare l’altezza dei soffitti. Si è optato quindi per una struttura totalmente a vista, composta da travi in ferro incrociate a formare un telaio, e pavimentazione in vetro trasparente, calpestabile e temperato. Anche il parapetto è composto da pannelli di vetro temperato trasparente, sostenuti da montanti in ferro. Nel medesimo materiale è stata realizzata anche la scala, mentre i gradini a giorno sono rivestiti in pedata con listoni di parquet in rovere chiaro, utilizzati anche per la pavimentazione del soggiorno così da avere una piacevole continuità estetica.
Il soppalco di 13,5 mq per aggiungere il salotto sospeso
L’appartamento in provincia di Milano è stato acquistato in costruzione ed è stato modificato internamente in corso d’opera, grazie al contributo dell’architetto Annalisa Carli (www.annalisacarli.com). L’intervento ha puntato sulla riorganizzazione degli spazi, ponendo al centro del progetto l’inserimento di un soppalco abitabile di 13,5 mq sulla zona giorno a doppia altezza, per ricavare un nuovo ambiente sospeso da utilizzare come angolo conversazione separato. È stata realizzata, quindi, una struttura in travetti in ferro che sono stati ancorati alla muratura perimetrale: ideale per sfruttare l’altezza dei soffitti di questa casa moderna. Sopra questa, è stato posato un assito in legno, rivestito con un parquet prefinito in rovere. I travetti della struttura non sono stati lasciati a vista, neppure nella parte inferiore (cioè all’estradosso), ma sono stati dipinti di bianco e mimetizzati con un tamponamento in cartongesso, previsto anche per inserire i faretti a incasso che illuminano la cucina sottostante. Scenografica anche la scala: una rampa realizzata in lamiera piegata appoggiata al muro, completamente dipinta di bianco.
B) IL SOPPALCO IN LEGNO
Zona giorno su acciaio e legno, con il soppalco di 27 mq
Per l’ampio soppalco abitabile progettato da Tixa – Studio Associato di Ingegneria e Architettura (www.tixa.it) per un edificio unifamiliare in provincia di Vicenza, si è fatto ricorso a una struttura mista, in acciaio e legno. Si tratta di uno spazio abitativo supplementare di circa 27 metri quadrati, posto sopra la zona giorno, al quale si accede tramite una rampa di acciaio sagomata, protetta con balaustre a tutt’altezza. Tale piano sospeso è stato realizzato con un’unica trave in acciaio HEB 200, lunga 770 cm, sorretta al centro da due tiranti, sempre in acciaio, agganciati alla trave di colmo della copertura e da una serie di travi lignee fissate alla parete perimetrale dell’edificio. Su queste è stato posto un assito a più strati, che fa da supporto al parquet flottante in rovere.
Il parapetto è invece in vetro, per mantenere assoluta continuità visiva fra i due piani.
Soppalco di 3 mq per avere il letto in quota
Della ristrutturazione di una mansarda di circa 35 mq sui Navigli, a Milano, si è occupata l’architetto Marta Saponetti (www.studiosaponetti.com). Con l’obiettivo di ottimizzare lo spazio a disposizione e di mantenere la luminosità dell’ambiente a pianta libera, la nuova distribuzione ha previsto la realizzazione di un soppalco in legno per separare la zona notte quale soluzione per sfruttare l’altezza dei soffitti, data la pianta di dimesnioni contenute. Poiché, però, l’altezza non era sufficiente, il nuovo livello non è abitabile ma può essere tranquillamente utilizzato per un letto sospeso. Non siamo in presenza di un soppalco vero e proprio ma di un piano letto in quota. Ha la struttura composta da travetti e tavole di legno laccato bianco, ancorati alla muratura e alla trave di colmo del tetto. Vi si accede tramite una scala a pioli.
C) IL SOPPALCO IN MURATURA
Il soppalco di 28 + 4 mq per la stanza degli ospiti
L’appartamento di 98 mq all’ultimo piano di una palazzina Liberty, in provincia di Genova, è stato radicalmente rinnovato dall’architetto Claudia Baldi di MatStudio (www.matstudio.it). Con l’intervento è stato inserito anche un soppalco abitabile di 28+4 mq per aggiungere una zona da riservare al relax e alla lettura e destinare agli eventuali ospiti, completa di bagno. Una solzuoione che ha permesso di sfruttare l’altezza dei soffitti. Il piano di calpestio è stato rivestito con resina, una scelta dettata dall’esigenza di contenere peso e spessore, per non gravare sulla struttura. Ma anche di realizzare un pavimento in linea con l’estetica minimalista del soppalco che, solido e inamovibile, mantiene una giusta leggerezza visiva. La balaustra è in ferro verniciato bianco e consente di godere del panorama esterno, anche dal soppalco. Anche la scala, che è in legno, è stata verniciata di bianco.
Modulari e componibili, sono realizzazioni custom made che possono soddisfare qualsiasi esigenza, sia di spazio sia di impatto visivo. E si possono integrare in ogni progetto di soppalco realizzato con qualsiasi materiale
2) SFRUTTARE L’ALTEZZA DEI SOFFITTI CON UNA PEDANA
È una soluzione salvaspazio che permette di recuperare centimetri preziosi con un minimo rialzo di quota: un modo alternativo per sfruttare l’altezza dei soffitti, o comunque lo spazio in verticale. Ne è un esempio classico la base del letto appoggiata a moduli contenitori. Oppure una piccola sopraelevazione per differenziare la zona cottura dal living, ricavando un vano tecnico sotto il piano di calpestio. Qualsiasi forma e dimensione abbia, la pedana non è equiparabile a un soppalco. È di tutt’altra natura e va considerata piuttosto alla stregua di un elemento d’arredo. In ogni caso, si devono osservare le norme edilizie locali.
La normativa per la pedana
- Se non si modificano la dimensione dei locali, i rapporti di aeroilluminazione né la destinazione d’uso, non è necessario chiedere un’autorizzazione edilizia in Comune.
- Non è permesso costruire pedane che riducano l’altezza del locale, anche se solo in una delle sue parti, al di sotto dei 210 cm (se l’altezza dell’ambiente è di 270 cm, la pedana non può superare quindi i 60 cm), a meno che non siano assimilabili a elementi d’arredo (come la base del letto).
- Quando affiancata a parapetti o finestre, questi devono essere alzati a 110 cm.
- Considerando che le pedane possono essere costruite seguendo diversi metodi, da una struttura in legno a griglie in metallo, e su strutture esistenti anch’esse costruite seguendo diverse tipologie edilizie, è sempre bene richiedere la consulenza preliminare di un tecnico esperto che ne valuti il peso.
In 34 mq, la zona notte su pedana
A Milano, nello storico quartiere di Brera, lo studio di architettura Planair (www.planairstudio.com) si è occupato della ristrutturazione di un mini appartamento di soli 34 mq. Una superficie limitata, che ha richiesto grande fantasia per trovare soluzioni di comfort in grado di ottimizzare al massimo i centimetri disponibili, tanto in orizzontale quanto in verticale, rispettando la normativa. Dato il poco spazio, gli architetti hanno deciso di puntare su un progetto d’arredo originale e non su opere murarie che avrebbero ulteriormente ridotto i metri quadrati della casa. La divisione tra living e zona notte è stata quindi realizzata tramite partizioni mobili che vanno a formare una schermatura lunga quanto l’intero appartamento (sono apribili e richiudibili in base alle necessità del momento). Per la zona notte, in particolare, il sistema si basa su una pedana organizzata in vani contenitori: il pianale, su cui è poggiato il futon, si solleva grazie a un sistema con pistoni
a stantuffo e consente di accedere a una particolare cabina armadio orizzontale. In frassino naturale, la composizione è stata realizzata artigianalmente.
Il progetto da copiare: pedana con letto, guardaroba e libreria in 12 mq
Una pedana alta 50 cm fa da base al letto: il comfort non cambia rispetto a un modello tradizionale, ma sotto si crea lo spazio per contenere. Per la cameretta di poco più di 12 mq, gli architetti dello studio Int2architecture (www.int2architecture.ru) hanno progettato una soluzione che ha puntato al comfort e alla vivibilità, tenendo conto delle esigenze di un’adolescente. Si è deciso di fare a meno dei singoli elementi d’arredo e di raggruppandoli in un’unica struttura compatta, disegnata su misura e in grado di integrare tanto il letto quanto gli spazi di contenimento, sfruttando ogni centimetro disponibile, in altezza e in larghezza. Ecco quindi una composizione che si basa su una pedana posta in corrispondenza della finestra: nella parte inferiore è attrezzata con una serie di cassetti e, ai lati, rispettivamente con una libreria e un armadio estraibile. Il piano, invece, è la base del letto, che di giorno si trasforma in divano. In alto, a delimitare il tutto, un’altra sezione a giorno per i libri fa da cielo al letto e contiene i faretti per un’illuminazione scenografica. All’interno della “nicchia”, una serie di ante poste sul fianco permette di sfruttare la profondità residua della libreria. La composizione utilizza poco meno della metà della stanza. Lo spazio restante è in parte utilizzato per un ampio e comodo scrittoio posto di fronte alla porta; in parte, invece, è lasciato libero per dare agio ai movimenti e luminosità all’ambiente.
1) SFRUTTARE L’ALTEZZA DEI SOFFITTI CON UN RIPOSTIGLIO IN QUOTA
Quando il soffitto raggiunge altezze superiori al minimo richiesto, si possono creare dei ribassamenti che regalano molti vantaggi. Un esempio? Se il vano che si ricava è di almeno 50 cm, può essere sfruttato come deposito
Alcuni regolamenti edilizi consentono a bagni, corridoi e spazi di servizio di avere altezze inferiori rispetto alle altre stanze. Si può sfruttare questa possibilità ribassando il plafone e ricavare un vano per contenere. In molti casi, un controsoffitto di 15-20 cm è necessario per alloggiare impianti
Le norme che regolano il soppalco
In genere è possibile realizzare liberamente un controsoffitto ispezionabile, che non viene aggiunto alla superficie della casa, purché:
- l’accesso non avvenga con scala fissa
- abbia altezza interna inferiore a 180 cm (in edilizia esistente) o a 80 cm (nuove costruzioni)
- sia completamente chiuso
Visto che non si tratta di un soppalco abitabile, non è necessario richiedere l’autorizzazione edilizia comunale (quindi si cataloga come intervento edilizio minore), a meno che, per la sua realizzazione, non si intervenga sulla struttura portante.
Contenere nel soffitto
Per l’appartamento in un edificio degli anni Cinquanta, a Milano, i committenti hanno chiesto all’architetto Tommaso Giunchi (www.tommasogiunchi.it) di rivedere gli interni e di caratterizzarli con una maggiore flessibilità, ottimizzando la superficie disponibile. Si è partiti dalla creazione di un secondo bagno e dalla definizione di due camere, una delle quali da utilizzare come studio e stanza per gli ospiti (ma predisposta per essere destinata, nel futuro, all’arrivo di un figlio). Il progetto ha anche previsto la realizzazione di una serie di controsoffitti, pensati per riproporzionare
e rendere più accoglienti le zone dell’ingresso e del disimpegno, proprio per sfruttare l’altezza dei soffitti in questi ambienti di servizi (nei quali è possibili ridurre l’altezza a 210 cm), per poi lasciare a tutt’altezza gli altri . In particolare, il controsoffitto che anticipa la camera da letto matrimoniale, è un ripostiglio in quota, accessibile tramite due ante filo muro: un ribassamento per un’utile zona di contenimento aggiuntiva ben “nascosta”, che permette anche l’installazione del sistema di illuminazione con faretti a incasso per le zone di passaggio.
Tratto da Cose di Casa cartaceo di marzo 2019
Per saperne di più
- In soggiorno, il soppalco per aggiungere l’angolo studio
- Sfruttare l’altezza nel sottotetto
- La libreria sulla passerella che sfrutta l’altezza