Siamo in una casa d’epoca di 65 mq, composta da ingresso, piccolo soggiorno, cucina, camera e bagno. L’appartamento presenta caratteristiche originarie interessanti: soffitti alti (330 cm), pavimenti in graniglia in corridoio e in camera, parquet a spina di pesce in sala, vecchie porte a doppio battente, soffitti con stucchi.
L’intervento di ristrutturazione precedente lo aveva però completamente snaturato e per alcuni aspetti risultava ora soprassato e poco gradevole:
- il bagno era stato rifatto con piastrelle anonime, un brutto box doccia e faretti da ufficio come illuminazione;
- il soffitto dell’ingresso e del corridoio era stato ribassato e appariva “schiacciato” sulle porte;
- i faretti del corridoio risultavano ormai datati;
- la sensazione che all’ingresso se ne traeva complessivamente era quella di spazi piccoli e bui. Anche il soggiorno era penalizzato dal fatto di essere “chiuso” (e non aperto sul corridoio, come poi si è deciso di fare con il nuovo progetto di restyling); l’impressione che dava poi, con una porta a battente a una sola anta, era un po’ quella di una cameretta;
- alcuni dettagli di arredo stonavano: la cucina e l’armadio della camera, laccati con un colore rosso intenso che non si abbina bene ai pavimenti esistenti.
L’ingresso con soffitto ribassato prima del restyling
Lo “stato di fatto” (in gergo tecnico, la casa così come si trova prima di un nuovo progetto e di eventuali lavori) del bilocale è visibile nelle foto che vediamo qui sopra. È a questo punto che la proprietaria mi ha contattata per chiedere il mio aiuto per un restyling, per cambiare lo stile della casa, contendendo il più possibile i costi e la durata dei lavori. Una sfida, impegnativa ma sicuramente interessante…
Anche se i limiti erano molti – fra cui appunto il budget ridotto, che implicava di poter modificare solo alcune cose, e i tempi stretti, perché la proprietaria durante i lavori doveva trasferirsi provvisoriamente da un’altra parte – ho subito colto le potenzialità di questa casa e me la sono immaginata immediatamente con un nuovo look.
Una volta approvato il progetto che le ho presentato, abbiamo concordato come procedere, fatto fare i preventivi, pianificato tutti gli step e in meno di un mese i lavori sono iniziati.
In questo articolo, vediamo la primissima fase: la demolizione dei controsoffitti. La decisione di eliminare tutti i ribassamenti è stata decisamente positiva perché ha immediatamente valorizzato gli interni con una sensazione di maggiore spazio.
Visto, però, che la proprietaria voleva evitare un effetto di eccessiva altezza in un ambiente relativamente piccolo come il corridoio e l’ingresso, ho proposto di colorare i soffitti in un colore intenso, che crea un’atmosfera più intima.
Così ho richiesto un paio di campioni all’imbianchino e, dopo averli “testati” sul posto, abbiamo scelto una tinta rosso mattone e valutato di “scendere” con il colore lungo le pareti di circa 30 cm. Questa soluzione, pur lasciando il volume aperto e arioso, riproporziona visivamente l’altezza dello spazio.
Per illuminare la zona dell’ingresso, sono state scelte due lampade (Parentesi di Flos, design Castiglioni), che accolgono chi entra in casa con il design di un pezzo famoso ma soprattutto presentano l’innegabile vantaggio tecnico di non necessitare di tracce a parete o soffitto. È bastato quindi attaccarle a una normale presa a terra senza intervenire con altri lavori.
Altro punto fondamentale nella fase di demolizione è stato aprire quasi completamente la sala verso il corridoio: ma questo lo vedremo settimana prossima. Seguiteci!
Progetto di interior design e foto: architetto Clara Bona
Gallery cantiere: lavori al soffitto
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