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La finitura a calce, tecnica millenaria, è una delle soluzioni più naturali e performanti per il trattamento e il rivestimento delle pareti, sia interne sia esterne. La calce si ottiene infatti da ciottoli di fiume cotti a lungo ad alta temperatura, fino a trasformarli in ossido di calcio, la cosiddetta “calce viva”, che tuffata nell’acqua diventa grassello. Si tratta di una pasta bianca, lasciata a maturare a lungo, ovvero a riassorbire l’anidride carbonica persa nella cottura, al fine di diventare nuovamente solida e tenace.
Finitura a calce, salubre e igienica
Il pH elevato della calce la rende naturalmente inattaccabile dalle muffe, senza necessità di aggiunta di componenti chimiche. Inoltre, le sue particelle organiche volatili (i cosiddetti VOC) sono bassissime e non dannose per l’uomo. Una garanzia di salubrità generale degli ambienti con finitura a calce, oltre che di igiene: basti pensare infatti che tale prodotto viene da tempo immemorabile utilizzato in agricoltura alla base degli alberi da frutto per scongiurare ospiti indesiderati o lungo i binari della ferrovia, al fine di evitare il proliferare dei batteri provenienti dagli scarichi dei treni.
I prodotti a base di calce, al contrario di quelli sintetici, non sono filmogeni, ovvero non creano uno strato a sé, ma diventano tutt’uno con il supporto sottostante. In tal modo la muratura non viene avvolta da una sorta di pellicola antitraspirante, tutt’altro: tali soluzioni non creano barriera al passaggio dell’umidità, ma ne dinamizzano la diffusione, migliorando l’igrometria generale e anche l’estetica.
Superfici uniforme ma vibrante, non piatta
L’effetto finale di una finitura a calce – che sia un intonachino, una pittura, una velatura – è infatti sempre unico e irripetibile, grazie all’unitarietà con il supporto sottostante, di cui condivide irregolarità e differenze igrometriche. Così anche il colore non è mai piatto e uniforme, ma vibrante, con ombreggiature e una profondità cromatica sempre diversa. Peculiarità particolarmente in sintonia con il gusto contemporaneo per gli interni, sempre più votato alla naturalità e alla personalizzazione, oltre che all’estrema espressività di texture e materiali.
Si può sovrapporre la calce ad altri supporti, come una precedente pittura?
Per ottenere un simile risultato su supporti diversi dall’intonaco – come ad esempio preesistente pittura lavabile sintetica, cartongesso, stucco a gesso… – anche se il “lavoro” della calce non sarà completo, è possibile stendere un fondo naturale di preparazione su cui passare una pittura a calce. E nel caso si voglia successivamente cambiare finitura o tinta delle pareti, basterà sovrapporre quella nuova senza rimuovere la precedente, proprio perché questo tipo di materiale non fa strato, ma solidarizza con il suo supporto.
Per chi poi si trovi ancora in fase di ristrutturazione e desideri l’effetto finitura a calce su una o su tutte le pareti di casa, è possibile optare per un intonachino da stendere sull’intonaco (grezzo o fine), colorato in pasta e dalla superficie vibrante e mossa, seppure gradevole al tatto.