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Listoni e listoncini del parquet possono essere posati a terra e accostati tra loro formando diversi disegni, spesso di grande effetto. Ecco quali sono i più utilizzati e le cose da sapere prima della messa in opera.
Il disegno che andrà a formare il parquet è di grande importanza e deve essere valutato, oltre che dal punto di vista estetico, anche da quello funzionale. Il fattore più importante riguarda i movimenti di assestamento del legno. Il lato più soggetto a variazioni dimensionali è quello corto. Per questo motivo, per esempio, in un corridoio lungo e stretto il parquet andrà posato con i lati lunghi paralleli alle pareti più lunghe.
Un altro è l’illuminazione. Le fonti di luce naturale influiscono sulla visione complessiva del parquet: se questa attraversa gli elementi della pavimentazione nel senso della lunghezza, venature e dimensioni risulteranno maggiormente in evidenza.
Nella scelta della direzione di posa bisogna tenere conto anche del senso di percorrenza o dell’apertura della porta. La percezione di chi entra sarà più gradevole se il percorso si snoda nel senso della lunghezza degli elementi o se la direzione del parquet è ortogonale alla soglia della porta. Fatte queste valutazioni, si può scegliere tra sei principali geometrie.
Cassero irregolare o posa a correre
I singoli elementi, anche di differente estensione, sono disposti nel senso della lunghezza, in modo che le giunzioni di testa risultino irregolari e variate l’una rispetto all’altra. I pezzi possono essere paralleli al muro o in diagonale, inclinati di 45° o 30° rispetto alle pareti. Nel primo caso è preferibile che siano disposti trasversalmente alla fonte principale di luce.
Prima di iniziare, occorre verificare che i muri interessati non siano fuori squadra. In caso contrario, la posa partirà dal lato della porta, in modo che gli elementi siano paralleli ad essa.
Nel secondo caso gli elementi vengono posati generalmente inclinati di 45° o di 30° rispetto alle pareti, partendo dalla porta e continuando verso il punto di luce principale oppure dalla linea di massima estensione della diagonale. A differenza della precedente, questo tipo di posa consente di nascondere eventuali pareti fuori squadra.
Cassero regolare
È simile alla geometria a correre, ma in questo caso i singoli elementi hanno lo stesso formato e vengono disposti nel senso della lunghezza in modo che le giunzioni di testa vengano a trovarsi nella stessa mezzeria o comunque in posizione costante rispetto a ciascuna lista della fila precedente.
A spina di pesce
Gli elementi vengono disposti in file parallele a 90° tra di loro, in modo che la testa di uno si unisca al fianco dell’altro. La posa può essere dritta o in diagonale. Per realizzare il disegno si parte dal centro della stanza, allineando la prima spina lungo una traccia.
Spina ungherese
A differenza del precedente, in questo tipo di disegno i singoli pezzi hanno i due lati corti tagliati con un’inclinazione di 45° o 60° rispetto a quelli lunghi. La modalità di posa è simile a quella della spina di pesce. Può essere completata con fascia e bindello.
Posa a mosaico o a quadri
Le singole liste, assemblate in modo da formare un quadrato, in lunghezza sono un multiplo esatto della larghezza. Eseguita dritta o in diagonale, tale posa non si adatta a eventuali fuori squadra dei muri. Può essere abbinata a fascia e bindello.
Fascia e bindello
Viene così chiamata la finitura della zona perimetrale della pavimentazione, formata da elementi in legno con una geometria diversa (la fascia) rispetto a quella predominante e da altri che fanno da raccordo (bindello) tra i due differenti schemi di posa.
Le tecniche di posa del parquet
Tre sono i principali sistemi per la messa in opera del parquet, da scegliere in base alla tipologia e al formato degli elementi che lo compongono. Perché il risultato sia perfetto, è necessario preparare adeguatamente il supporto, cioè il piano di posa. Questo deve avere spessore uniforme e resistenza meccanica; deve essere inoltre privo di fessure, protetto dall’umidità, compatto, planare e pulito. Il controllo di tali requisiti deve essere effettuato da personale qualificato mediante appositi strumenti (come l’igrometro a carburo per l’umidità).
Incollata
Viene utilizzata sia per il parquet prefinito sia per i listelli in legno massiccio. Gli elementi vengono incollati direttamente al sottofondo. Per consentire i fisiologici assestamenti del legno, l’adesivo non viene applicato lungo i fianchi. Può essere però applicato lungo le teste, con l’accortezza di usarne uno specifico, che verrà scelto dal posatore in base al tipo di sottofondo.
Flottante
È la tecnica d’elezione per gli elementi a incastro, in genere di dimensioni notevoli. Questi vengono posti in opera sopra uno strato di isolamento acustico (panello in sughero o in fibra di legno), sovrapposto a sua volta a una barriera al vapore (un foglio di polietilene). Per consentire eventuali assestamenti, va lasciata una fuga di pochi millimetri tra il parquet e le pareti, che verrà in seguito mascherata dal battiscopa.
Inchiodata
È il sistema di posa tradizionale, adatto ad elementi massicci con incastro perimetrale (con spessore di 14, 15 o 22 mm) e a quelli in multistrato. Prima della posa viene preparato un massetto cementizio, nel quale vengono annegati speciali elementi di legno detti magatelli. Quando il sottofondo è perfettamente asciutto, le doghe vengono fissate agli elementi sottostanti.
Dopo: la finitura
Una volta eseguite le operazioni di posa, levigatura, stuccatura e pulizia, il parquet è pronto per ricevere i trattamenti di superficie. Non se è di tipo prefinito, però, perché in questo caso i vari passaggi sono già stati eseguiti industrialmente, in fabbrica.
Verniciatura
Forma sul parquet una pellicola che ne protegge e/o decora la superficie. Vengono utilizzati minori o maggiori strati di vernice, a seconda che si desideri enfatizzare la naturalità del legno o aumentarne la resistenza al calpestio. Oggi sono preferite le formulazioni all’acqua, con minori emissioni di sostanze organiche volatili e non sono infiammabili
Ceratura
Mantiene l’aspetto naturale del legno e, poiché non ottura i pori, ne consente la continua traspirazione. Si impiegano cere trasparenti o leggermente colorate, fornite in pasta (per la finitura) e liquide (per la manutenzione). Si applicano in più strati, con spazzole o a rullo, per poi procedere con la lucidatura. Poiché il trattamento ha durata limitata, va ripetuto nel tempo.
Gli oli
Sciolti in solventi organici o dispersi in acqua, gli oli impregnano il legno preservandone l’aspetto naturale e consentendone la traspirazione. Vengono applicati con pennelli o rulli “a saturazione”, in modo da colmare le porosità. Gli eccessi vengono poi rimossi con una spatola di gomma. L’operazione viene fatta seguire dalla lucidatura con una monospazzola.