La bioarchitettura si avvale – per la costruzione e realizzazione di edifici e abitazioni – di materiali edili “bio”, quelli usati cioè dalla bioedilizia. La bioarchitettura ha come obiettivo quello di armonizzare l’ambiente costruito con quello naturale, così da preservare al contempo la salute dell’uomo ma anche quella dell’ambiente, sul quale si interviene solo ricorrendo a materiali a basso impatto ambientale, d’origine naturale e lavorati secondo principi di sostenibilità. Per esempio, per quanto riguarda i pavimenti in parquet, alcune aziende propongono essenze provenienti esclusivamente da foreste che aderiscono a programmi di riforestazione boschiva. Il legno – materiale ecologico per eccellenza – è biodegradabile, non inquina, si ricicla, è isolante sia dal punto di vista acustico sia termico, e contribuisce a regolare temperatura e umidità degli ambienti. Il suo impiego nelle abitazioni permette quindi di creare un microclima indoor particolarmente salubre.
Fondamentale, poi, che nel processo di lavorazione e trasformazione del legno in parquet vengano utilizzati prodotti che non contengono sostanze nocive. Per l’emissione di formaldeide, i parquet sono certificati dall’ente CATAS in classi: la migliore è la 1 e prevede un massimo di emissioni pari a 0,1 mgHCHO/m2h, valore inferiore al tetto previsto dalla legge (che fissa il limite a 3,5 mgHCHO/m2h). Importante infine la finitura finale della superficie, per la quale sono preferibili per esempio gli oli o le cere naturali oppure la verniciatura all’acqua.