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Innanzitutto quando si parla di sistema di allarme, antifurto o anti-intrusione, è fondamentale partire dai concetti chiave che consentono di individuare il prodotto più in linea con le diverse necessità.
- L’allarme antifurto è costituito da un impianto che emette un segnale sonoro o luminoso o invia telefonate o notifiche sullo smartphone del proprietario di casa, per avvertire della possibilità di furto imminente; questo ha lo scopo di evitare e/o ostacolare il prelievo illecito di un bene.
- L’allarme antintrusione segnala invece l’intrusione di una persona non autorizzata in casa; questo si avvale principalmente di telecamere di video-sorveglianza e sensori di movimento. Il sistema di allarme antintrusione è quindi in grado di rilevare la presenza di un possibile ladro ancora prima che questo si introduca in casa, a quel punto invia un allarme.
Quali sistemi di allarme esistono in commercio
- Il sistema di allarme con fili o cablato collega attraverso dei cavi tutti i sensori (antifurto, antincendio, anti-allagamento, etc.) con una centralina e le sirene. Questo tipo di allarme va installato da un professionista, in quanto è necessario studiarlo nel dettaglio e prestare la massima attenzione nel trasporto dei fili, in modo da non lasciare nessun area scoperta.
- L’impianto wireless invece non necessita di canalizzazioni per il passaggio dei fili, quindi, non richiedendo opere murarie, può essere installato in maniera molto più semplice e rapida. In questo caso, le comunicazioni tra sensori, centralina e sirena avvengono tramite onde elettromagnetiche. Questi sistemi sono sicuramente meno costosi e i possibili malfunzionamenti causati da interferenze radio sono un lontano ricordo negli impianti di nuova generazione.
- I sensori magnetici, i sensori perimetrali e i sensori d’urto sono strumenti che vengono applicati su muri, porte e finestre e sono in grado di rilevare la rottura di un vetro, l’apertura di una porta/finestra o uno spostamento.
- Il sistema a raggi infrarossi, molto utilizzato per gli spazi esterni alle abitazioni, emette onde invisibili che, in caso di movimento, fanno scattare l’allarme.
I consigli per vivere in sicurezza
- Far percepire che la casa sia sempre abitata. Se si ha un sistema di controllo da remoto, è possibile ad esempio programmare l’accensione delle luci nel pomeriggio o tarda sera per dare l’impressione che ci sia qualcuno all’interno.
- Optare per porte blindate e serrature di ultima generazione.
- Illuminare sempre gli ingressi dell’abitazione.
- Avere un buon sistema di allarme con telecamere di video-sorveglianza installato e collegato al proprio smartphone.
- Scegliere finestre con vetri anti-effrazione e anti-sfondamento. Nel 48% dei casi l’accesso privilegiato alle abitazioni sono le portefinestre, seguono le finestre a piano terra (26%) e poi le porte d’ingresso. Le statistiche dimostrano come le effrazioni avvengano solitamente nell’arco di pochi minuti (non più di 10) trascorsi i quali, se l’infisso riesce a resistere allo scasso, il ladro desiste dal tentativo. I dispositivi anti-effrazione possono offrire una protezione semplice, media o potenziata a seconda dell’impegno che richiedono allo scassinatore per penetrare all’interno dell’edificio. Più è alta la classe di resistenza, maggiore sarà il tempo impiegato a forzare l’accesso ad un’abitazione.
- Assicurarsi di aver ben chiuso ogni accesso alla casa, compresi solaio, terrazzi o box/garage.
- Nascondere la centralina dell’allarme in un punto non visibile della casa, difficilmente individuabile.
Dati sui furti Osservatorio sulla Sicurezza della Casa Censis
Nel 2023 aumentano sia le rapine, che sono state 1.858, che i furti in abitazione secondo il 3° Rapporto dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Casa Censis-Verisure, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno. Il 48,0% degli italiani – dichiara che il reato che ha più timore di subire è il furto in casa, evento già sperimentato dal 24,4% della popolazione. Tra le donne e i giovani, il 9,3% della popolazione ha paura di stare a casa da solo di giorno, il 22,2% di rimanere da solo di notte, il 38,5% di uscire di casa lasciandola incustodita.
L’89,2% degli italiani considera la sicurezza domestica come una componente essenziale della qualità della vita; il 74,4% degli italiani dichiara che avere dei sistemi di sicurezza lo fa sentire più tranquillo e il 57,3% ritiene che aiutino a combattere l’ansia.
Il 30,8% dei furti in abitazione denunciati alle Forze dell’Ordine nel 2023 sono avvenuti di pomeriggio prima delle 20. Il mese con più denunce è stato dicembre con 18.864 furti. Nel 52,8% dei casi i ladri sono entrati da finestre e porte finestre, nel 44,6% da una porta, principale (33,2%) o secondaria (11,4%).
Le altre insidie della casa che non fanno stare tranquilli. Ma non è solo la criminalità a far paura, la casa è ricca di insidie che vengono dal suo interno e che i sistemi di protezione possono monitorare: il 25,5% degli italiani teme di rimanere vittima di incidenti domestici e il 37,7% di sentirsi male in casa e non essere soccorso. Nel 2023 si sono verificati 2.308.000 incidenti in luogo domestico, che nel 41,6% dei casi hanno avuto come vittime gli anziani e nel 62,2% le donne.
Sempre secondo l’indagine citata, gli italiani sono convinti che sia necessario dotarsi di sistemi di sicurezza: l’85,5% della popolazione ha almeno un dispositivo di protezione a difesa dell’abitazione, il 45,3% pensa che ne adotterà almeno uno nei prossimi dodici mesi e il 50,1% dichiara che nei prossimi anni investirà più soldi per la sicurezza dell’abitazione, quota che raggiunge il 63,9% tra le coppie con figli.
Avere un dispositivo di protezione che difende singole parti della casa non è più sufficiente, e il 64,7% della popolazione è convinto che sia necessario avere un sistema d’allarme fatto di più componenti. La serratura smart sembra destinata ad entrare a far parte nel prossimo futuro dei sistemi di sicurezza più all’avanguardia: il 50,3% degli italiani prenderebbe in considerazione l’acquisto di una app per gestire a distanza la serratura di casa, e il 31,9% è già pronto a adottare questa soluzione.
Una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata a febbraio di quest’anno, nel 2023 a trainare il mercato della smart home sono stati tutti i sistemi legati alla sicurezza – videocamere, sensori per porte esterne e serramenti perimetrali, serrature intelligenti – con un tasso di crescita del 10% rispetto all’anno precedente (30% contro il 20% del 2022) e un valore economico di 195 milioni di euro. Cifre che rivelano un crescente timore degli italiani per la violazione degli spazi privati, ma anche un rinnovato interesse nei confronti delle potenzialità della tecnologia. Che, anche in tal caso, inizia a integrare l’intelligenza artificiale, in grado di gestire la manutenzione predittiva degli impianti e soprattutto di dare vita a modalità di protezione personalizzate e proattive, che non necessitano di un continuo nostro benestare. Le app si confermano le principali interfacce di comunicazione con i dispositivi domotici e smart, anche se risulta ancora frammentata la possibilità di gestire apparecchi di marchi diversi con una sola applicazione condivisa.
Componenti impianto di allarme per la sicurezza della casa
La centrale
È il “cuore” del sistema, nonché l’elemento che incide di più sul costo dell’impianto. Ha la funzione di ricevere i segnali emessi dai sensori relativi ai tentativi di intrusione e di eleborarli, per poi inviare i comandi che attivano l’allarme (entrano in funzione i segnalatori acustici, cioè le sirene).
I sensori
Il loro compito è quello di rilevare le intrusioni e di inviare tali informazioni alla centrale. Si suddividono in due tipologie principali. Quelli perimetrali per gli esterni rilevano l’apertura di porte e finestre. Quelli volumetrici proteggono gli interni; hanno un raggio di 10-15 metri.
Segnalatori acustici
In caso d’intrusione, non appena la centrale riceve i dati dai sensori, si azionano le sirene dell’impianto. Il suono viene spesso accompagnato da un segnale luminoso. Esistono modelli sia per interni sia per esterno; in quest’ultimo caso vanno installati bene in vista.
Come è composto un allarme
Domotica o smart home?
La differenza tra le due modalità di controllo sta nella tipologia di cablaggio: la prima sfrutta connessioni fisiche, la seconda collegamenti wireless tra oggetti intelligenti, messi in rete. Più semplice da installare, la seconda è flessibile e veloce da espandere, ma con automazione di scenari e di regole predefinite spesso non ancora così avanzate.
Sistemi antintrusione con filo o senza
I sistemi antintrusione – secondo la norma EN50131-1 classificabili secondo gradi di sicurezza, situazioni ambientali, livelli di accesso – sono filari, con elementi cablati fisicamente, oppure wireless, collegati via onde radio o wife. Le componenti sono però le medesime:
- centralina di gestione e controllo con eventuale combinatore telefonico per chiamare o mandare messaggi
- sirena esterna
- sensori perimetrali da esterno, da posizionare in giardino o sul terrazzo
- sensori di apertura, sulle ante dei serramenti esterni
- sensori volumetrici, da posare nelle stanze in posizione elevata (per un ampio raggio di visuale)
- telecamere interne ed esterne.
Base di partenza
I kit comprendono in genere centralina e un esemplare per ciascun tipo di rilevatore, più telecomando, e costano poche centinaia di euro. A questi si possono aggiungere ulteriori sensori o accessori, per adeguare l’impianto alla casa. La cifra di spesa aumenta di conseguenza, fino alle migliaia di euro per le soluzioni più sofisticate e complete. Ogni tipologia di impianto ha vantaggi e svantaggi, da considerare al fine di trovare una soluzione adatta alle proprie esigenze.
Antifurto filare…
- richiede opere murarie per l’installazione, quindi qualche disagio temporaneo (in locali già abitati) e costi aggiuntivi
- garantisce una maggiore stabilità del segnale e minori problematiche derivanti da una alimentazione a batteria.
Antifurto wireless
- non necessita di interventi murari, e i componenti sono facilmente riposizionabili in caso di modifiche dell’arredamento o delle esigenze, ma vanno valutate posizioni ottimali dei terminali in caso di appartamenti di grandi dimensioni o dalla struttura articolata e complessa;
- richiede una manutenzione periodica più ravvicinata, a causa della durata delle batterie di sensori e sirene.
Un sistema più semplice e immediato può essere ideale per seconde case o immobili utilizzati saltuariamente o per chi desideri approcciarsi per la prima volta alla domotica, o ancora in situazioni in cui arredamento e finiture richiedano lavori complessi per i cablaggi. Questi ultimi invece sono perfetti in caso di ristrutturazione, di necessità di maggiore affidabilità e di integrazione di funzioni legate a gestione e controllo di altre apparecchiature.
Antifurti, telecamere contro i furti e dispositivi di sicurezza
Sicurezza attiva, il parere dell’esperto
Intervista a Giovanni Gambaccini, product manager residenziale BTicino
Domotica e smart home, oltre alla differenza tecnico-impiantistica, si distinguono anche per funzionamento e livelli di sicurezza o sono paragonabili? E quando optare per una soluzione o per l’altra?
Che l’impianto sia domotico o smart le tecnologie presenti oggi sul mercato permettono di scegliere prodotti in grado di garantire ottimi livelli
di sicurezza. Anche la nostra azienda si inserisce in questo ambito, con un’offerta flessibile e con prodotti dalle prestazioni elevate, così da rendere gli edifici sempre più sicuri. Un impianto filare, come quello integrato nella domotica, con divisione delle zone di casa, sensori attivi e passivi, garantisce certamente un livello di sicurezza superiore. Ma va ricordato che esiste una normativa precisa che classifica i sistemi di sicurezza per livelli a cui si può far sempre riferimento, al fine di effettuare la scelta migliore.
Quali sono, a suo parere, le minime dotazioni impiantistiche necessarie a proteggere una casa?
Per realizzare un sistema di sicurezza base basta installare un kit con telecamere wi-fi, sensori di apertura e sirena interna. Una soluzione che può diventare ancora più performante se integrata a un videocitofono, gestito dalla stessa applicazione. La combinazione di questi due sistemi permette di avere un totale controllo degli ingressi di casa e di gestire tutte le funzioni videocitofoniche e di sicurezza, dentro e fuori dall’abitazione.
Quanto e come la tecnologia, oggi sempre più invisibile e minimale nella fisicità dei terminali, è in grado di trasmettere il senso di protezione?
Oltre all’installazione di un impianto antifurto e di un sistema di telecamere, si può facilmente ricorrere a forme di sicurezza e di prevenzione più “soft”, facilmente realizzabili in una casa già abitata e senza la necessità di interventi invasivi o opere murarie. Un esempio è il nostro simulatore di presenza. Questa funzione, attivabile anche con l’impianto di tipo smart, imposta scenari in grado di attivare azioni automatiche come se la persona fosse in casa: è possibile, ad esempio, programmare l’accensione o lo spegnimento delle luci oppure il funzionamento delle tapparelle alle finestre, che si possono alzare e abbassare, anche con un comando da remoto. Un primo livello di sicurezza che in molti casi può davvero fare la differenza.
Quali sono le innovazioni di prodotto o di sistema, oltre che i cambiamenti comportamentali, su cui si sta lavorando oggi e che vedremo a breve termine? E nel lungo periodo?
Un antifurto filare, se combinato con i sensori di movimento, permette di condensare in un solo dispositivo una duplice protezione, interna ed esterna. Messo in connessione con i rilevatori da esterno, installati su porte e finestre, rende possibile la ricezione di un segnale in caso di intrusione, mentre se abbinato ai rilevatori volumetrici interni genera una barriera di protezione in grado di coprire un’area interna con estensione anche molto ampia (e con un’apertura di visuale a 90°). Ecco, questo credo sia il futuro: dispositivi dall’installazione semplificata dall’utilizzo immediato, ma dai livelli di sicurezza sempre più alti.
Rendere una casa sicura richiede un impegno economico importante o non è più così?
Un impianto filare come quello integrato nella domotica, con partizione di zone, sensori attivi e passivi rende l’abitazione decisamente sicura, ma presuppone un investimento economico maggiore rispetto alle soluzioni smart, come ad esempio un videocitofono intelligente o le telecamere connesse. Queste possono essere definite “soft security”, non raggiungono i livelli di sicurezza degli impianti domotici, ma hanno un costo contenuto, permettendo così a un numero sempre maggiore di persone, di vivere in case più sicure.