Collegare la mansarda, quando la scala non sia preesistente, è una scelta importanteper la riuscita dell’intero progetto architettonico. Le scale infatti sono vere e proprie protagoniste dello spazio e vanno pensate in armonia con il resto della casa. Senza dimenticare tutti gli aspetti legati alla funzionalità e alla sicurezza.
Ne esistono diverse tipologie – a rampa dritta (a L, a U, singola), a chiocciola o elicoidale, chiusa tra setti murari… – da ottimizzare in base alla funzione, alla grandezza e alla tipologia della stanza, all’altezza del piano superiore da raggiungere, ai vincoli strutturali. Ulteriore opzione può essere poi quella a favore di un prodotto prefabbricato o di una soluzione realizzata in opera. Il primo è solitamente più leggero e modulare, ma meno flessibile in fatto di dimensioni e di finiture (a meno di non aumentare i costi con personalizzazioni su misura), la seconda lascia maggior campo alla libertà di finiture e di disegno, ma richiede caratteristiche strutturali idonee e spesso un ingombro maggiore. La consulenza di un esperto risolverà ogni dubbio, ma ecco qualche esempio per cominciare a scegliere la soluzione più adatta.
Collegare la mansarda con una scala chiusa
La scala chiusa tra due setti murari, se non è preesistente, può essere utile come elemento di partizione degli ambienti, ritmando lo spazio e differenziandolo. Sicura – le pareti laterali prevengono ogni possibilità di caduta – e silente, grazie al fatto che non viene esaltata, ma trattata come una sorta di locale a sé stante, può essere valorizzata con una scelta oculata dei materiali per i gradini. O con il trattamento delle superfici verticali. Inoltre, se possibile può essere un’ottima soluzione illuminarla dall’alto, mediante una finestra per tetti ad hoc. La luce zenitale ammorbidisce l’insieme e rende scenografica la presenza della scala.
La nuova scala di questo appartamento, a doppia rampa, è chiusa da due setti verniciati in tinta grigio-azzurra che esaltano la matericità del legno di rovere dei gradini. E nel contempo separano nettamente la cucina dal soggiorno. La luce dall’alto, proveniente da una ampia finestra per tetti, sottolinea la geometria della rampa inondando di luminosità uno spazio che altrimenti risulterebbe buio e angusto. Progetto arch. Alberto Soana e arch. Silvia Cirabolini – studio Ghostarchitects, fotografie Cristina Galliena Bohman, styling Laura Mauceri. Clicca qui per vedere l’intero progetto.
Collegare la mansarda con una scala elicoidale libera
La scala elicoidale libera, o scala a chiocciola, risulta spesso la soluzione più semplice e immediata, quando si pensa a collegare la mansarda. Leggera dal punto di vista visivo e facile da scegliere, poiché può essere costruita sulle proprie esigenze funzionali ed estetiche grazie ai tantissimi modelli a catalogo e ai sempre più numerosi configuratori, anche on line, delle aziende produttrici, non richiede una progettazione particolarmente complessa. Basta avere o creare una forometria corretta nella soletta – il cui diametro non può essere inferiore a 120 cm – e il gioco è fatto. Inoltre, questo tipo di scale, essendo prefabbricato in stabilimento, ha una posa in opera pulita e veloce, molto simile a quella di qualsiasi altro complemento tecnico dell’abitazione.
In questo piccolo appartamento d’epoca su due livelli, la scala elicoidale di ferro verniciato (modello Karma di PM Scale) perde la caratteristica di semplice elemento strutturale per diventare il fulcro della casa. Posizionata infatti nel locale ingresso, che funge anche da cucina, ha un carattere industriale che la differenzia dal resto dello stile della casa, trasformandola in oggetto scultoreo. Una soluzione che può essere utile per dare importanza all’ambiente. La trasparenza della balaustra sottolinea la forza materica dei gradini e nel contempo offre differenti prospettive man mano che si sale alla mansarda. Progetto arch. Margherita Bacchetta, foto Iacopo Federici. Clicca qui per vedere l’intero progetto.
Collegare la mansarda con una scala a rampa dritta
La scala a rampa dritta – a L, a U o semplice – necessita di più spazio di quella elicoidale o a chiocciola e generalmente di maggiori opere edili e strutturali per il taglio della soletta, ma ottiene risulta sempre meglio integrata con il resto della casa. Grazie infatti alla possibilità di progettarne la struttura, di scegliere i materiali (legno, acciaio, vetro…), di studiare ogni dettaglio, la scala può diventare una piccola architettura, che dà carattere all’insieme e diventa spesso elemento distintivo di una zona giorno o di un ingresso.
Inoltre, questo tipo di sviluppo può offrire l’opportunità di studiare i volumi sottostanti alle rampe per differenziarli matericamente o trasformarli in pratici contenitori e guardaroba.
La ristrutturazione di un appartamento in un edificio storico su due livelli ha interessato il recupero del sottotetto, collegato con una scala di ferro dal disegno aereo. La rampa dritta libera alla vista permette di valorizzare la struttura portante, realizzata con due travi metalliche parallele, e il disegno dei gradini, ottenuti da un’unica lamiera piegata. La verniciatura bianca armonizza la scala con il sistema architettonico della copertura con travi a vista, anch’essa candida, mentre la luce zenitale da una finestra per tetti ne esalta la linea minimale e la leggerezza.
Progetto arch. Antonio Giummara, ingegneria strutturale ing. Giambattista Antoci, fotografie arch. Antonio Giummar, Andrea Segliani/Michele Gerthoux. Clicca qui per vedere l’intero progetto.
In questa abitazione nata dall’unione di due unità immobiliari su più piani, la nuova scala è stata progettata per sembrare il più leggera possibile. I gradini a vista di faggio massello sono tuttavia ancorati alla muratura grazie a una fascia di metallo obliqua nascosta, dotata di apposite mensole per le pedate, e sostenuti dalla ringhiera che prosegue verticalmente fino a saldarsi con una putrella orizzontale del solaio. La prima rampa è volutamente differenziata nei volumi e nei materiali, per trasformarsi in utile contenitore: quattro moduli sia chiusi sia a giorno che si integrano con le finiture e gli arredi della zona giorno. Progetto arch. Francesco Brambilla – Studio Associato bbaa, fotografie Studio Roy, styling Laura Mauceri, tratto dal numero di Cose di Casa di giugno 2019. Clicca qui per vedere l’intero progetto.
Per raggiungere il sottotetto, in questa ristrutturazione, nella zona d’ingresso è stata posizionata una scala a due rampe con piccolo pianerottolo intermedio. Il volume della prima rampa, con gradini nello stesso rovere del parquet della casa, è chiuso da ante a filo muro invisibili, che celano una pratica armadiatura che funge da ripostiglio. Il parapetto di cristallo temperato (due lastre accoppiate per irrobustirne il risultato trattenute da un doppio fiancale d’acciaio verniciato) dona leggerezza all’insieme, leggerezza ulteriormente sottolineata dai gradini a vista della seconda rampa, privi di alzata. Progetto d’arredo Roberta Musacci – Leoluinterni, fotografie Cristina Galliena Bohman, styling Guelfa Rugarli. Clicca qui per vedere l’intero progetto.