In alcuni casi il sottotetto di un palazzo non risulta abitabile perché il volume non ha la sufficiente altezza e non ha finestre per l’aeroilluminazione. In alcuni casi però è possibile “alzare” il tetto, così da ottenere uno spazio da trasformare in mansarda abitabile a tutti gli effetti. L’intervento, regolato da leggi regionali, è possibile soltanto nei casi in cui sussistano alcuni presupposti.
Si tratta di una trasformazione non di poco conto, che incide sul valore commerciale dell’immobile e può tradursi in un buon investimento, sia nel caso in cui si debba vendere l’immobile sia che lo si abbia appena acquistato a un valore di mercato molto basso, per via della trasformazione da effettuare.
Non sempre, però, questo tipo di intervento è realizzabile. La trasformazione dei sottotetti non agibili in locali a uso residenziale è regolato da leggi regionali finalizzate a valorizzare gli spazi esistenti e limitare il consumo del suolo attraverso lo sviluppo in verticale delle abitazioni. Tali leggi, diverse da regione a regione, stabiliscono i parametri necessari a ottenere l’agibilità. A seconda della regione di appartenenza variano le altezze richieste, da 240 cm a 200 cm, comunque inferiori rispetto ai 270 cm previsti per le abitazioni tradizionali. Altre restrizioni riguardano la destinazione d’uso: la mansarda può diventare abitazione, ma non ufficio o negozio, mentre Umbria, Piemonte e Umbria ammettono l’utilizzo ricettivo. Altri limiti riguardano l’ampiezza delle aperture in rapporto alla superficie del pavimento: tale rapporto deve rispettare i criteri stabiliti dai regolamenti di igiene locali.
Nel caso siano necessarie opere murarie, come ad esempio il rifacimento della copertura e l’innalzamento delle pareti portanti per ottenere le altezze richieste, è necessaria la valutazione preventiva di un ingegnere strutturista che effettuerà le necessarie verifiche sulla staticità dell’edificio.