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Alla ricerca del danno
I possibili e più comuni problemi che si possono riscontrare sono: fessurazione, rottura o spostamento localizzato di tegole; formazione di accumuli di detriti e depositi fra gli elementi di copertura, che con il tempo possono provocare infiltrazioni; formazione di depositi che possono ostruire i canali di raccolta e smaltimento delle acque, con conseguenze dannose anche per le murature. A seguito dell’ispezione visiva si deciderà se intervenire e con quale modalità.
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No a ristagni e ostruzioni
La raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche è davvero fondamentale, sia per la durata del tetto sia per quella della struttura sottostante. Per questo motivo diventa indispensabile far sì che gli appositi canali (in ghisa, rame, pvc) siano sempre puliti e liberi da depositi. Si evitano anche interventi di manutenzione più drastici e costosi. Per determinate altezze (indicativamente 11-15 metri) la pulizia può essere effettuata con speciali aspiratori che permettono di ridurre tempi e costi del lavoro, evitando ponteggi e altre strutture ausiliarie. Eventuali danni lievi si possono riparare, purché si operi adeguatamente; altrimenti si procede alla sostituzione.
Manutenzione ordinaria tetto
Riparazioni e sostituzioni
➤ Oltre che effettuarli eccezionalmente, per esempio a causa di eventuali danni o anomalie riscontrate con un’ispezione su porzioni di superficie limitate, interventi di semplice manutenzione devono essere previsti anche periodicamente e programmati in funzione della tipologia e dei materiali del manto di copertura. Le operazioni più comuni di manutenzione ordinaria consistono in:
✔ pulizia e rimozione di depositi, detriti, foglie e altro;
✔ ricollocazione di elementi di copertura disallineati o comunque fuori posto;
✔ sostituzione di elementi danneggiati;
✔ ripristino dei dispositivi di ancoraggio degli elementi di copertura.
Sempre un po’ di più ➤ Il manto di copertura ricopre un doppio ruolo: funzionale ed estetico (connota stilisticamente l’edificio); dunque è doppiamente importante mantenerne l’efficienza. E intervenire tempestivamente in caso di problemi. In genere, nel caso di tetti con tegole o coppi, la sostituzione degli elementi va estesa a un’area più ampia di quella danneggiata; questo favorisce il perfetto ancoraggio dei nuovi elementi e, di conseguenza, la tenuta complessiva del manto. Se si tratta invece di coperture in pannelli e lamiere metalliche o plastiche la superficie interessata alla sostituzione varia a seconda della tipologia di materiale utilizzato.
Tetto in regola e in sicurezza
Che si tratti di una casa singola o di un edificio a più piani, bisogna informarsi presso i competenti uffici comunali per verificare la necessità di pratiche edilizie di autorizzazione per le quali può essere richiesto l’incarico a un progettista abilitato. A seconda dell’entità dei lavori è poi necessario verificare come adempiere alla normativa in materia di sicurezza dei lavori edili (ci si informa sempre presso il Comune dove è situato l’immobile). Normalmente i semplici interventi di manutenzione ordinaria non richiedono la redazione e la consegna di pratiche edilizie; potrebbe però essere necessario seguire l’iter burocratico per l’occupazione di suolo pubblico nel caso si debba montare un ponteggio su strade o marciapiedi. Bisogna anche accertarsi dell’eventuale esistenza di vincoli di natura paesaggistica o architettonica che disciplinano o limitano l’utilizzo di alcuni materiali.
Le linee vita ➤ Quando la copertura è un “luogo di lavoro” è obbligatorio fare uso di dispositivi di protezione individuale se non ci sono quelle collettive quali parapetti e ponteggi (come da DL 81/2008 Testo Unico sulla sicurezza): la copertura deve essere dotata di idonei dispositivi di ancoraggio permanenti, progettati e installati per consentire l’accesso, il transito, l’esecuzione dei lavori in piena sicurezza. A tal proposito, per esempio, devono essere presenti sul tetto le cosiddette “linee vita”, cioè una serie di cavi di acciaio ancorati alla copertura che permettano ai lavoratori di assicurarsi ad essi tramite imbraghi e cordini di sicurezza.
Manutenzione tetto straordinaria
I rifacimenti
In caso di opere estese o invasive che riguardino il rifacimento totale o parziale della copertura, ma anche per interventi di consolidamento, rinnovamento o sostituzione di parti, si è in presenza di lavori di manutenzione straordinaria, che sono soggetti alla presentazione di pratiche edilizie autorizzative agli uffici tecnici comunali. È necessario rivolgersi a un tecnico (geometra, architetto o ingegnere) abilitato a sviluppare un progetto da presentare in Comune e anche a svolgere la mansione di Direttore dei lavori durante tutte le fasi di cantiere.
Tutto o in parte
Gli interventi di rifacimento della copertura possono coinvolgere tutti gli strati funzionali che la compongono, e interessare quindi, oltre al manto esterno, anche i sottostanti strati di impermeabilizzazione e di isolamento. Anzi, molti degli interventi eseguiti negli ultimi anni riguardano la sostituzione o l’integrazione dell’isolamento, per migliorare la tenuta termica del tetto. Più raramente, invece, si rende necessario intervenire sulle parti strutturali, perché difficilmente interessate da fenomeni di degrado; a meno che non si tratti di lavori di recupero o della trasformazione dei sottotetti a fini abitativi con rialzi di quota e modifiche dell’andamento delle falde, che implicano di mettere mano alla struttura. In tutti questi casi è consigliabile rivolgersi ad aziende specializzate che offrono un “sistema tetto” completo e certificato, con adeguate garanzie.
Membrane e teli
Secondo la tipologia di tetto e in base alle esigenze si utilizzano materiali di tipo differente, che comunque devono avere specifiche caratteristiche, prime fra tutte l’essere impermeabili. Oggi questi teli o membrane spesso offrono anche funzioni in più. Per esempio, trattati con additivi speciali e mirati in fase di produzione, sono anche in grado di contrastare insetti e volatili. Oppure, con una colorazione bianca e a base di oli e resine vegetali, possono riflettere il calore.
Servono pratiche e tecnici diversi
Se i lavori interessano anche l’isolamento termico della copertura, alla pratica comunale dovrà essere allegata una relazione specifica che attesti il rispetto delle normative in materia di contenimento dei consumi energetici. Al termine dei lavori inoltre si dovrà presentare una comunicazione finale per specificare la corrispondenza dell’eseguito rispetto a quanto previsto dal progetto. Rimangono sempre presenti poi gli aspetti legati alle pratiche burocratiche per la sicurezza. Intervenendo su parti significative della copertura, e in alcuni casi su tutti gli strati funzionali che la compongono, è necessario predisporre adeguate strutture provvisorie per tutta la durata dei lavori, quali tettoie a protezione dagli eventi atmosferici ed eventuali ponteggi di sostegno. La normativa sulla sicurezza nei lavori edili prevede la nomina di due figure professionali (che possono essere svolte anche da un solo tecnico): il Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, che tra i vari compiti predispone il Piano per la sicurezza; il Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, che controlla durante i lavori che siano rispettate da parte dell’impresa le indicazioni contenute nel Piano per la sicurezza.