I meteorologi ci hanno già avvisati: l’inverno che ci aspetta sarà lungo e rigido. Per tenere calde le nostre case rischiamo di vedere non solo schizzare le bollette, ma anche peggiorare la qualità dell’aria che respiriamo. Riscaldare inquina. Si calcola che quasi il 20% dell’anidride carbonica immessa in atmosfera derivi proprio dal riscaldamento domestico. Come fare allora per stare al caldo senza danneggiare l’ambiente? Semplice: accendiamo un fuoco, la più antica forma di riscaldamento usata dall’uomo. Bruciare la legna è un intervento a impatto zero sul livello di anidride carbonica, perché la CO2 assorbita dalla pianta durante il suo ciclo di vita è pari a quella che viene emessa durante la combustione. In più la legna è una fonte di energia completamente rinnovabile, il cui costo non è soggetto ai continui aumenti che si registrano nei prezzi dei combustibili fossili, come gasolio e metano. Dal riscaldamento a legna, quindi, si potrebbe trarre un doppio vantaggio: ridurre l’impatto sulla CO2, ma anche risparmiare notevolmente sulle bollette.
Ma verso quali camini o stufe è meglio orientarsi? Indubbiamente, i modelli di ultima generazione hanno sviluppato tecnologie per bruciare in maniera più pulita. Un camino aperto tradizionale o una vecchia stufa hanno rendimenti pari al 50-60% e rischiano di essere più inquinanti anche di una normale caldaia a metano. Al contrario l’energia generata da una moderna stufa o termocamino viene trasformata in calore per una percentuale che in molti casi supera il 90%, mentre le emissioni di particolato sono ridotte al minimo. La combustione più pulita in assoluto si ottiene con i prodotti a pellet, con emissioni di monossido, composti organici volatili e polveri sottili che risultano di almeno 10 volte inferiori a quelli della legna. Scegliere un camino o una stufa per il riscaldamento non è soltanto una moda. La diffusione di questi prodotti in Italia sta avendo un ruolo significativo nel ridurre le nostre emissioni di CO2 in atmosfera e raggiungere più in fretta gli “obiettivi di Kyoto”.