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L’umidità dovuta a infiltrazioni nei muri è legata al fatto che l’acqua contenuta nel terreno è a contatto diretto con fondamenta o mura controterra dell’edificio. La seconda causa più comune per cui si forma umidità sulle murature, dopo la risalita capillare, è infatti l’infiltrazione d’acqua dal terreno, che provoca sollevamenti, ossidazioni e zone opache sui pavimenti dei piani terra. Ma il danno può riguardare anche i locali interrati, spesso a uso taverne e spazi hobby. Qui il problema si manifesta con macchie umide sul profilo superiore delle pareti, oppure se è il pavimento a essere bagnato, significa che l’acqua proviene dalla muratura laterale, che è controterra.
Se il contatto con l’umidità è al piano terra
La vicinanza tra il primo solaio di un edificio e il terreno su cui poggia richiede una serie di accortezze in fase di progettazione e di esecuzione. Questo perché la quantità di acqua naturalmente dispersa nel suolo, o dovuta alla vicinanza di una falda acquifera, nel tempo “si trasferisce” da una all’altra parte con notevoli danni alla costruzione. È indispensabile quindi eliminare il contatto tra la soletta della struttura e il terreno, interponendo uno strato di aria, oppure un materiale adatto a fare da barriera e, al contempo, favorire l’aerazione.
Basta un po’ d’aria
- Nella prima ipotesi si deve realizzare un’intercapedine vuota (cioè un vespaio aerato), in modo che il pavimento risulti elevato dal suolo e sia garantito il passaggio d’aria. Ciò è possibile con appositi moduli rialzati che, collegati uno all’altro, compongono una struttura autoportante sostenuta dai pilastrini di cui ciascun elemento è dotato. Si forma così un’intercapedine sottostante vuota. La modalità di inserimento di questa piattaforma sospesa varia a seconda della situazione. Nei casi di ristrutturazione totale, quando si può realizzare uno scavo sotto la costruzione, si ricorre a elementi di altezza anche fino a 26 cm e si compone una struttura rialzata che viene poi ricoperta con il getto di calcestruzzo, o di altro materiale, per formare la nuova soletta, di soletta variabile secondo i sovraccarichi.
Quando invece l’intervento deve essere meno invasivo, l’intercapedine viene realizzata all’interno dell’edificio, posando elementi modulari di altezza ridotta (5-10 cm) direttamente sul pavimento. Si rialza quindi la quota di calpestìo dentro l’abitazione e poi si posano massetto e nuovo rivestimento.
- Granuli per aerare. Nella seconda ipotesi, cioè con l’inserimento di materiale, il vespaio si può realizzare con argilla espansa particolare che, sotto forma di granuli, viene posata direttamente sul terreno. Si protegge poi con un telo di tessuto non tessuto che ha funzione di membrana impermeabile e si procede alla realizzazione di una nuova soletta in calcestruzzo.
Quando il problema delle infiltrazioni riguarda i locali interrati, come si può risolvere
Questi sono particolarmente esposti all’umidità, essendo le loro pareti necessariamente adiacenti al terreno. In molti casi si può rimediare definitivamente al problema con tecniche diverse: l’importante è porre un ostacolo orizzontale all’acqua tra il terreno e il solaio superiore dei locali e impermeabilizzare i muri controterra.
Doppio stop
Si può realizzare una barriera chimica multipla, iniettando una soluzione di prodotto idrorepellente: una andrà posta all’esterno alla base della muratura fuori terra e un’altra sarà prevista all’interno per ogni corso di malta delle pareti interrate (si applica cioè una serie di barriere chimiche all’interno, lungo tutta l’altezza della parete controterra).
A tenuta continua
L’obiettivo è formare una sezione di muratura impermeabile all’acqua. In più, sempre all’interno, sul muro andrà applicato uno strato impermeabilizzante utilizzando un intonaco specifico: quello di tipo osmotico. Questo è composto da una malta cementizia a base di cementi e additivi minerali che ha la capacità di contrastare il processo con il quale l’acqua contenuta nel terreno tende a inserirsi nella muratura; crea dunque una barriera interna di tenuta all’acqua, di tipo strutturale. Bisogna avere però l’accortezza di estenderlo anche alla soletta del pavimento, oltre che alle pareti, per creare una sorta di “catino” impermeabile. Come finitura, poi, si consiglia sempre in questi casi di applicare un intonaco a base di calce naturale, all’interno, e uno invece deumidificante, all’esterno.